Cure

Un nuovo hospice per i pazienti terminali in provincia di Savona? Brunetto lancia la proposta: “Realizziamolo al Trincheri di Albenga”

"Consentirebbe di offrire un'assistenza adeguata anche ai pazienti che risiedono nel ponente savonese e ai loro familiari"

Istituto Trincheri Albenga

Albenga. Non solo la cura e l’assistenza a favore di chi ha qualche possibilità di stare meglio e magari guarire dai problemi di salute che l’affliggono: l’applicazione del decreto ministeriale numero 77 del 2022 riguardante la rete sanitaria territoriale, uno dei capisaldi attorno ai quali è stato costruito il Piano socio-sanitario regionale approvato qualche settimana fa, prevede anche specifiche “prescrizioni” per quanto concerne l’assistenza di chi sta attraversando la fase finale di una malattia che, purtroppo, non lascia scampo.

Il già citato decreto 77 tiene conto, ovviamente, anche della rete delle cosiddette “cure palliative”, cioè “l’insieme di interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un’inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici”, così come definite dalla legge numero 38 del 15 marzo 2010. La rete delle cure palliative è costituita da servizi e strutture in grado di garantire la presa in carico globale dell’assistito e del suo nucleo familiare in ambito ospedaliero, con l’attività di consulenza nelle unità ospedaliere, ambulatoriale, domiciliare e in hospice.

In altri termini, il servizio sanitario prevede che chi sta entrando nell’ultima fase di una malattia inguaribile (e quindi nell’ultima fase della sua vita) possa usufruire di specifiche terapie e forme di cura, laddove il termine “cura” è inteso nel senso anglosassone di “care” e cioè “prendersi cura” di qualcuno a 360 gradi.

Questo tipo di pazienti può usufruire di un’assistenza domiciliare particolare o, laddove ciò non sia possibile per diverse ragioni, richiedere il ricovero in un hospice. I requisiti per poter richiedere il ricovero in un hospice o l’attivazione dell’assistenza domiciliare hanno a che fare con la patologia che affligge il paziente, con la sua aspettativa di vita e con il livello di assistenza di cui necessita.

Per quanto riguarda l’Asl2 Savonese, attualmente esiste un solo hospice ed è collocato a Savona: è l’Hospice Centro Misericordia Santa Maria Rossello. La normativa, però, stabilisce che debba esserci “un hospice con almeno 8 o dieci posti letto ogni 100mila abitanti”. Sul nostro territorio, dunque, occorrerebbe attivarne un secondo.

Abbiamo chiesto un parere in merito a Brunello Brunetto, che oltre ad essere oggi consigliere regionale e presidente della commissione sanità e sicurezza sociale, è stato anche primario di Anestesia e rianimazione degli ospedali di Savona e Cairo Montenotte e direttore del Dipartimento di emergenza urgenza dell’Asl2. Secondo Brunetto “per la sua posizione baricentrica, la sede migliore è Albenga. Collocarlo nella città delle Torri consentirebbe di offrire un’assistenza adeguata anche ai pazienti che risiedono nel ponente savonese”.

Ai pazienti e anche ai famigliari: “Chi è costretto a richiedere il trasferimento in un hospice, infatti, spesso vi è costretto o perché non vuole pesare sui propri famigliari o perché proprio i familiari non hanno possibilità (in termini economici, di spazio o di tempo) di prendersi cura direttamente del proprio congiunto”, sottolinea Brunetto.

Circoscritta l’area ingauna, resta ora da capire in quale struttura: “Ritengo che la sede migliore sia il Trincheri – precisa Brunetto – Alla luce della sua specifica mission, l’istituto è già attrezzato per fornire questo tipo di assistenza e, con le dovute modifiche, saprà essere il luogo ideale per fornire assistenza a chi sta attraversando l’ultima fase della propria malattia”.

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