Presa di posizione

Pietra, mozione di Mario Carrara: “Il punto nascite del San Paolo sia trasferito a Santa Corona”

"Dietro l'imbarazzante, continuo rinvio della riapertura del 'punto nascite' di Santa Corona, si nasconde, invece, la verità sulla volontà della sua 'definitiva chiusura'?"

comitato nascere a pietra punto nascite

Pietra Ligure. “Dietro l’imbarazzante, continuo rinvio della riapertura del ‘punto nascite’ di Santa Corona, si nasconde, invece, la verità sulla volontà della sua ‘definitiva chiusura’? Si dovrebbe invece trasferire il ‘punto nascite’ dal San Paolo di Savona Dea di l livello a Santa Corona Dea di ll livello”. Lo sostiene Mario Carrara, consigliere del Polo di centrodestra per Pietra-Lista civica dei Pietresi, che ha presentato una mozione in merito alla riapertura del punto nascite del Santa Corona.

Pubblichiamo di seguito il documento

Siamo già quasi alla fine del 2023. Oggi è il 2 Novembre e mancano, ormai, sette soli giorni all’anniversario della chiusura del “punto nascite” dell’ospedale Santa Corona, del quale era una delle sue indiscusse eccellenze sanitarie. Il punto nascite è stato chiuso il 9 Novembre 2020 ed il reparto è stato trasferito presso l’ospedale San Paolo di Savona.

Pur in una “conclamata” provvisorietà temporale del provvedimento di chiusura a Pietra e trasferimento a Savona, la stessa fine della provvisorietà del provvedimento con la riapertura del reparto nell’ospedale di Pietra Ligure veniva data continuamente come “imminente”, “prossima”, individuandone pure, con precisione date e periodi.

Senza andare più indietro nel tempo ma soffermandoci solo al 2022, l’anno scorso, la riapertura veniva continuamente data per scontata, solo che, nell’imminenza della data o del periodo previsto, si “spostava” un pó più in là l’asticella di quel traguardo: infatti, venivano date “rassicurazioni” in proposito su una riapertura del reparto per la primavera, poi spostata nel Luglio successivo, poi a Settembre, quindi a Dicembre; e stiamo parlando, lo ripetiamo, del 2022. E la riapertura prevista per il Dicembre di un anno fa, del 2022, veniva considerata inevitabile per via delle procedure di assunzione del personale sanitario; riportiamo tale quale la testuale dichiarazione che segue: “la riapertura è prevista per dicembre (2022, n.d.c) perché è in corso la procedura di ASL2 per attingere alla graduatoria degli specializzandi del concorso per dirigente medico specialista in ostetricia e ginecologia per assumere complessivamente 4 unità entro fine anno. I tempi tecnici non sono nella disponibilità della politica”.

E, addirittura, in una comunicazione “istituzionale”, l’assessore Marco Scajola, a Ottobre 2022, rispondendo su delega del presidente della giunta e assessore alla sanità Giovanni Toti spiegava che ad oggi è in corso il reclutamento delle risorse umane necessarie per la riapertura del Punto Nascite e che esiste una graduatoria di medici specializzandi che ne permetterà la riapertura entro il 31 dicembre 2022″.

Più chiara ed impegnativa dichiarazione di così, cosa c’è?

Dichiarazione che fa seguito alla vincolante pronuncia del Consiglio Regionale della Regione Liguria che il 26 Aprile precedente aveva votato all’unanimità per la riapertura del punto nascite dell’ospedale di Pietra Ligure.

Il “punto nascite” nell’ultima data più recente, spostata e prevista, avrebbe dovuto riaprire entro DICEMBRE 2023!

Ma ora si è appreso che neanche questa data, già “straspostata” in precedenza, sarà rispettata.

Oggi siamo quasi alla fine del 2023 e tutte le dichiarazioni “roboanti” pronunciate in tre anni fino a qui, ora danno l’impressione di quello che in realtà sono: “propaganda” fatta di belle parole, che per la facilità con la quale vengono pronunciate e poi disattese diventano “chiacchiere”.

In questo contesto le dichiarazioni del 7 marzo 2022: “Punto nascite del Santa Corona? Lo riapriremo, cascasse il mondo!”, sono, appunto, solo chiacchiere, “sparate” per prender tempo. Infatti, il mondo sta cascando ma il punto nascite rimane chiuso.

Mentre il “punto nascite” di Santa Corona continua a rimanere chiuso, se ne apre un altro in modo succedaneo: quello del parto in autostrada. Sono già due, almeno, i parti avvenuti a bordo di autoambulanze, in emergenza, sulle piazzole dell’autostrada a Savona e Feglino, che, grazie ad una serie di fattori positivi concomitanti, come, in primis, la bravura degli operatori sanitari, l’assenza di complicanze da parte della puerpera e del nascituro ed una dose di…”fortuna”, si sono risolti felicemente. Ma una cosa del genere, che ha fatto constatare nella pratica e nella realtà che queste cose non sono solo “ipotetiche”, ma si sono verificate, si verificano e, andando avanti così si verificheranno di nuovo, non hanno “smosso” più di tanto chi deve decidere in Regione ad accelerare al massimo le procedure della riapertura del reparto nell’ospedale pietrese, che “copre” tutto il Ponente.

C’è da chiedersi se, invece che felicemente quegli episodi si fossero risolti in tragedia, oggi assisteremmo ancora alla pietosa invocazione della scusa di un incendio avvenuto un anno fa e della mancanza del personale, che, come abbiamo visto, avrebbe già dovuta esser risolta da un anno, e, anziché a Dicembre 2023, data ormai imminente, la riapertura sarebbe stata ancora rinviata per almeno un altro anno ancora.

Quanti altri parti potranno, dovranno ancora avvenire sulle piazzole dell’autostrada, nel frattempo?

Se qualcuno perdesse la vita o avesse delle conseguenze per una situazione di pericolosità del genere che le esperienze passate han dimostrato che esiste, si verifica ed è conclamata, chi ne sarà responsabile? Il presidente Toti o l’assessore alla sanità Grattarola e/o coloro che in questi tre anni, sembra che se la siano presa “comoda” e, comunque, non con la sollecitudine che in una situazione del genere sarebbe stato e sarebbe lecito aspettarsi? E sono andati avanti a prendere impegni e far promesse poi regolarmente disattesi e non mantenute?

Ecco perché una situazione del genere fa insorgere il sospetto che invece che “provvisoria”, la chiusura del reparto di ostetricia di Pietra Ligure, nasconda la volontà surrettizia di chiuderlo definitivamente e per sempre. C’è il sospetto che si stia provando a far “abituare”, assuefare la gente a questo stato di cose, tale che andando avanti e consolidandosi nel tempo, la “trasferta”, la corsa a sirene spiegate al quasi irraggiungibile ospedale di Savona posto sulla sommità di una collina, diventi la “normalità” e una cosa scontata per tutto il ponente della provincia.

Fintanto che le cose andranno bene. Fino alla prima tragedia.

Per tutto quanto fino a qui scritto, ritenendo che siano le istituzioni locali a dover far sentire formalmente ed ufficialmente la loro voce affinché ci sia un’assunzione piena delle responsabilità competenti, si chiede al Consiglio comunale di Pietra Ligure di approvare la presente mozione nel dispositivo che segue:
– Il Consiglio comunale di Pietra Ligure stigmatizza e deplora il nuovo, annunciato rinvio della riapertura del “punto nascite”, reparto ostetricia, dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure.
– Ribadisce l’irrinunciabilità della riapertura dello stesso “punto nascite” e del relativo reparto presso l’ospedale Santa Corona, quale presidio di sicurezza sanitaria ospedaliera per le partorienti e per i nascituri di tutto il territorio del Ponente della provincia di Savona.
– Considera inaccettabili le accampate ragioni del nuovo rinvio, individuate nelle conseguenze di un incendio avvenuto un anno fa e nell’assunzione del personale necessario al funzionamento del reparto. Ciò in quanto in tutto questo tempo, con una dovuta solerzia, questi lamentati inconvenienti avrebbero già dovuto essere pienamente risolti.
– Ritiene che, da subito, in mancanza della riapertura del “punto nascite” a Santa Corona, debba essere trasferito il “punto nascite” ed il relativo reparto di ostetricia e ginecologia, oggi presso l’ospedale San Paolo di Savona, DEA di l livello, da quest’ultimo ospedale all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, DEA di ll livello, che, in quanto tale, garantisce prestazioni medico sanitarie adeguate in caso di ogni complicanza prevedibile.

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