Alassio. L’altro ieri, presso lo stadio Merlo di Ceriale, le vespe hanno disputato la loro prima uscita stagionale nella sgambata contro i padroni di casa biancoblù. Un 4 a 4 che ha lasciato buoni segnali nella testa di Enrico Sardo, voglioso di riscatto nella sua nuova avventura dopo l’ultima andata male alla Golfo Dianese.
“Mi interessava vedere l’atteggiamento dei ragazzi e le mie prime sensazioni sono state positive – dichiara infatti il tecnico -. Con quattro allenamenti c’è stato poco tempo per provare qualcosa. Però per un allenatore è fondamentale che la squadra riceva positivamente quei piccoli messaggi che si vuole lanciare. Una prestazione d’impegno, questo era quello che mi importava“.
Un ritorno in giallonero al quale tiene particolarmente: “Avendo un legame affettivo con la piazza, questa squadra la sento mia. Con Daniele Taverna, Fabrizio Montaldo e tutta la società stiamo avviando un percorso di ricostruzione che parte dal basso. Il settore giovanile sta aumentando il numero dei tesserati e noi come Prima Squadra dobbiamo fare un buon campionato. Non ci deve essere l’assillo di dover vincere subito. Vedo l’Argentina come reale favorita alla vittoria finale, poi ci sono Ospedaletti e Vadino e sotto un gruppone dove tutti se la giocheranno fino alla fine. Bisognerà cercare di rimanere attaccati il più a lungo possibile. Ristrutturiamoci e poi i programmi saranno fatti col tempo”.
Anche perché negli ultimi anni c’è stato un netto calo di risultati e interesse calcistico nella cittadina. Ma davvero così una “mission impossible” fare calcio ad Alassio? Sardo risponde: “Difficile dare torto a chi lo dice visto ciò che è successo ultimamente. Però questa è una sfida accettata per provare ad invertire la rotta. A livello personale voglio rifarmi da un anno finito male. Nel calcio si vince e si perde. Stavolta ho perso e credo che Alassio sia il posto giusto per prendermi una rivincita“.