Savona. Il palco è una rampa di lancio, poi arriva lei, che vola e fa volare. Una leonessa che si prende tutta la scena. Graffiante. Voce, sentimento, grinta: la sua musica scorre. È un fiume in piena che travolge e si prende la piazza, i reticoli delle vie, tutta Savona.
Vibravano le alte vetrate del Comune, la sua piazza era il volto di chi ha cantato tutta la sera.
“Io in Blues”, bravissima, accompagnata dai suoi 4 musicisti. Migliaia di persone per questo atteso e straordinario concerto, per questo rovente giovedì di luglio, giovedì di un riuscito “Savona Downtown Music Festival” per una notte bianca da ricordare organizzata dal Comune e dall’Associazione Corelli.
Prima dell’esibizione Irene Grandi ha fatto due chiacchiere con i giornalisti. Tornata a Savona dopo 10 anni. “È cambiato molto rispetto al 2013. Un concerto per raccontare le mie origini e come sono diventata una cantante”, ha spiegato.
Un duetto con Mina? “Bisognerebbe chiederlo a lei, non abbiamo mai abuto coraggio. Ma mi piacerebbe molto”. E Savona, l’ha vista? “Non ho avuto l’occasione di visitarla, ma quel poco che abbiamo visto ci è piaciuto, colorato”. Un concerto come omaggio alle donne: “Le prime registrazioni di dischi blues sono state fatte proprio dalle donne e le musiciste oltre a cantare suonavano la chitarra”.
Il Covid ha rappresentanto un cambiamento per la cantautrice: “Dopo la difficoltà a vedersi e l’isolamento mi è venuta voglia di tornare alle radici e mi sono ispirata alla vecchia musica. È nei momenti di silenzio che si trova l’ispirazione”.
E sul ritorno a Sanremo ancora nessuna certezza: “E’ prematuro pensare al Festival, alcuni brani belli li ho nel cassetto ma va ancora scelta la squadra”.
Piazza Sisto e migliaia di persone. Così per una notte Savona si è lasciata andare, ha seguito il suo cuore arrivando alle stelle e ha provato a prendere quelle.