Per un pensiero altro

L’inganno del “Ti Estì?”

Per un Pensiero "Altro" è la rubrica filosofica di IVG: ogni mercoledì, partendo da frasi e citazioni, tracce per "itinerari alternativi"

Per un Pensiero Altro

Perchè non provare a consentirsi un “altro” punto di vista?
Senza nessuna pretesa di sistematicità, ma con la massima onestà intellettuale, il curatore, che da sempre ricerca la libertà di pensiero, ogni settimana propone al lettore, partendo da frasi di autori e filosofi, “tracce per itinerari alternativi”. Per quanto sia possibile a chiunque, in quanto figlio del proprio pensiero.

“Ti estì?”, “Che cos’è?” (per i puristi della lingua preciso che è una traslitterazione dal greco) è la domanda che Socrate, il papà del pensiero occidentale, poneva ai suoi interlocutori. Semplice, apparentemente ingenua, quasi ostentatamente inoffensiva nella sua quotidianità, nasconde subdola l’inganno che sta a fondamento di tutto il pensiero filosofico e scientifico a seguire.

In aperta polemica con i sofisti suoi contemporanei, il buon Socrate che, a scanso di equivoci preciso essere stato il mio primo amore filosofico, interrogava gli ateniesi chiedendo loro la definizione di concetti apparentemente ovvi: cos’è il bene (e quindi il male), cos’è il bello, l’amicizia, il giusto, e via di questo passo. È inevitabile che i grandi specialisti del settore si sentissero in diritto ed in dovere di rispondere adeguatamente infilandosi in quel cul de sac abilmente predisposto dall’astuto esaminatore. Certo nessuno avrebbe potuto affermare che non era possibile fornire una definizione, cioè una descrizione oggettiva ed invariabile nel tempo e nello spazio, sarebbe stata una sorta di ammissione di incompetenza e proprio al riguardo dell’argomento del quale l’interrogato era ritenuto un esperto.

Certo, l’aver messo alla berlina i saccenti suoi contemporanei non può che suscitare simpatia, quanto sarebbe utile un Socrate contemporaneo a palesare la supponenza e l’ottusità di tanti opinionisti e specialisti contemporanei, ma l’iconoclastia socratica nei confronti del sapere istituzionale e dei potenti sarebbe stato e continuerebbe ad esser oggi davvero spaventoso se non nascondesse un rassicurante inganno (so bene che un rassicurante inganno appare come un ossimoro concettuale, ma ora mi spiego).

Se davvero venissero cancellate le certezze dei e nei sapienti, come potrebbe mai sentirsi il povero “uomo comune”, lo spettatore televisivo, il fruitore di internet, insomma, credo che ci siamo capiti, bene, come potrebbe sentirsi se non perso e disorientato? Ma Socrate aveva un jolly in tasca: distruggendo ogni certezza nel sapere convenzionale e superficiale, offriva una ben più solida fortezza gnoseologica: questi presunti sapienti non conoscono la definizione perchè sono ignoranti ma … la definizione esiste! Quale rassicurante fondamento per ogni procedere futuro, soprattutto perchè, pur fallendo nel tentativo, tutti comunque non avrebbero messo più in discussione il fatto che l’obiettivo, forse irraggiungibile all’essere umano, doveva pur esistere.

Ed ecco che il nostro amico poteva dare inizio alla sua attività maieutica, poteva fare proprio il suggerimento delfico “Conosci te stesso”, poteva, più o meno consapevolmente praticare il sublime gioco dell’assurdo fondando la filosofia sull’indagine dell’immutabile dichiarando di non scrivere nulla poiché scripta manent ma tutto diviene e la filosofia è perenne ricerca, poteva dare il via a quel percorso che postula l’esistenza di un chi ed un dove immutabile e perfetto, poteva … ma questa è un’altra storia.

Per un Pensiero Altro è la rubrica filosofica di IVG, a cura di Ferruccio Masci, in uscita ogni mercoledì: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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