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Da Silvio Berlusconi al guru di Hollywood: intervista ad Antonino Caltagirone

caltagirone antonino

Un grande progetto venduto a Silvio Berlusconi, le creme del guru delle star di Hollywood, le cause per una clinica privata e la completa assoluzione, tante vittorie imprenditoriali e – oggi – ancora più voglia di insegnare ai giovani, rappresentanti, manager, imprenditori a fare business intelligente, rispettando regole e ottenendo il massimo del successo. A tu per tu con Antonino Ubaldo Caltagirone. Un uomo a tutto tondo: imprenditore, formatore, businessman, leader, amante della sartorialità, dei sigari e del buon gusto in ogni suo campo di applicazione.

Antonino Ubaldo Caltagirone. Un cognome molto noto e potente in Italia e non solo. Lei fa parte della famiglia Caltagirone di Roma?
“Assolutamente no! Nessun legame. I miei genitori erano persone normali, borghesi. Mio padre funzionario del Ministero della Difesa, mia madre insegnante. Sono mancati entrambi da molti anni”.

Come e quando ha iniziato la sua carriera?
“Sono andato via di casa giovanissimo, a seguito anche di contrasti molto forti con mio padre. Avevamo una diversa visione della vita e ho scelto di affrancarmi dal denaro paterno per coerenza e dignità: non si può “sputare nel piatto dove si mangia” e anche se doloroso e difficile ho preferito prendere una mia strada.
Ho lavorato e studiato allo stesso tempo, non ero l’unico a quei tempi, facendo di tutto: dal commesso all’indossatore, dal cameriere alle ripetizioni private agli studenti più giovani. Qualunque cosa, insomma, che mi permettesse di proseguire gli studi e la mia vita con dignità senza non chiedere nulla ai miei genitori”.

Ha mai lavorato per Silvio Berlusconi ?
“No, non ho mai lavorato per Berlusconi! Ho ceduto al Gruppo Fininvest un ambizioso progetto, Pagine Utili Mondadori, ma parliamo del lontano 1995, periodo nel quale regnava il monopolio delle Pagine Gialle, ricorda? Comunque, una volta decollato il famoso progetto, la gestione è passata al Gruppo Fininvest con risultati certamente al di sotto delle aspettative”.

Di questa vicenda si è parlato molto, se ne sono occupati anche i grandi giornali, come il Sole 24 ore, e ha suscitato grande interesse nel mondo della comunicazione e della raccolta pubblicitaria. Lei ha avuto incarichi nel progetto...
“Sì, sono stato Amministratore Delegato di Pagine Italia spa Gruppo Fininvest, ma una volta superate tutte le fasi delicate dell’avvio, per le quali avevo ricevuto carta bianca dal Dottore, nella gestione sono subentrati uomini del Gruppo. Purtroppo i risultati si sono visti e francamente mi dispiacque solo per il Dottore. Allora lo chiamavamo così il Presidente Berlusconi: è tra le pochissime persone che stimavo e che professionalmente stimo in quel Gruppo!”.

È stata un “divorzio” polemico?
“No, al contrario. Ricordo che sono stati molto gentili, mi hanno offerto valide alternative, compresa una carica politica, che allora contava forse più di oggi, ma ho preferito continuare per la mia strada, ” libero “, mantenendo sempre la massima riservatezza. Credo sia la prima volta che esprimo un commento in proposito, ma sono passati ormai vent’anni…”.

Se non sbagliamo negli anni successivi ha condotto varie attività di successo nell’ambito dell’edilizia con la Holding Gruppo Caltagirone Costruzioni; nelleditoria con il rilancio dell’Opinione, storica testata fondata da Cavour; nella sanità privata con le cliniche private.
“Il successo, come lo chiama lei, per me ha un significato diverso. E lo stesso il termine business.
Francamente non sono mai corso dietro i profitti anzi, al contrario, il denaro è arrivato da solo. Nel senso che per me è stato importante creare opportunità di lavoro e di crescita,
credendoci fino in fondo. All’imprenditore serve la visione. Posta quella, il resto viene di conseguenza. Inoltre ho sempre cercato di educare i giovani al rispetto delle regole e a sviluppare il gioco di squadra”.

Meritocrazia, sacrificio, dedizione… In Italia sono concetti un po’ difficili da applicare no?
“Atri paesi come USA e Gran Bretagna hanno per i giovani college e campus dove possono crescere, studiare e vivere giorno e notte insieme ai loro coetanei, sviluppando così, per forza o quantomeno con molta più naturalezza, , le caratteristiche necessarie al rispetto delle regole e al gioco di squadra. Quasi tutti noi in Italia, invece, venivamo coccolati da tate, nonni, genitori e dalla stessa società, come se fossimo esemplari unici, cioè come se esistessimo solo noi prima degli altri. Ed è proprio così che molti sono cresciuti, individualisti e poco disponibili a rispettare le regole.
Naturalmente, quando dico “noi” mi riferisco ai quarantenni di oggi”.

Difficoltà o meno, il suo è un successo su tanti fronti…
“Non si è rivelato tutto un completo successo. Nella sanità privata, ad esempio, ho avuto molte difficoltà e sono stato persino indagato. Allora era quasi di moda o forse è stata “colpa” del fatto che mi chiami Caltagirone. Poi, fortunatamente, le cose si sono alleggerite e chiarite come doveva essere. È recentissima la notizia che sono stato assolto in Appello (dopo sei anni di tribolazioni). Comunque le responsabilità e i pericoli sono fanno parte della vita del leader, un privilegio che mi ha sempre accompagnato nel bene e nel male”.

Anni fa all’Hotel Regina Baglioni di Milano, in occasione del lancio in Italia dei prodotti antiaging del guru delle star di Hollywood il dottor Nicholas Perricone, c’era anche lei…
“Nicholas è un grande scienziato e un amico. Dopo aver lavorato al posizionamento dei suoi magici prodotti nelle più esclusive farmacie e profumerie italiane, il brand è stato ceduto ad una multinazionale Americana che oggi lo distribuisce anche in Italia. Forse con un posizionamento meno prestigioso, ma certamente più redditizio: del resto la politica dei grandi fondi è “utili subito””.

Oggi si occupa anche di formazione, come mai ?
“Veramente mi ci sono trovato quasi per caso. Tutto è iniziato rispondendo alle richieste che mi arrivavamo, sia grazie alle mie relazioni, sia dal mio sito e dai social network, da parte di molti giovani che mi chiedevano consigli. Come gestire un progetto di start-up, come si conduce una trattativa e come si chiude un contratto, come affrontare un colloquio di assunzione, come presentarsi, come vestirsi, cosa dire e come dirlo. Ma, devo confessare, il mio stupore più grande è stato nel constatare che anche i meno giovani, quarantenni e cinquantenni, hanno voglia di reinventarsi, hanno sogni nel cassetto da realizzare e hanno bisogno di consigli, di certezze, di incoraggiamento, di indicazioni. Insomma, di incontrare un amico di cui fidarsi, uno che ci è riuscito, che ce l’ha fatta e che sa fare “gioco di squadra”.

Ma la maggior parte delle persone che si rivolgono a me sono titolari di azienda con reti di vendita o direttori commerciali, che vogliono migliorare le performance, in un momento come questo fa la differenza avere agenti capaci di chiudere al meglio i contratti. Con queste premesse ho cominciato a rispondere e a incontrarne alcuni, poi il numero cresceva e allora li ho riuniti in un hotel. Ora mi occupo di formazione comportamentale, tecniche di vendita e marketing. Non ci sono libri, nulla da studiare, ma un percorso personalizzato, prove pratiche, simulazioni sul campo. Ecco cosa succede ora e mi piace moltissimo!”.

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