Cronaca

Don Luciano nel carcere di La Spezia: giornate da “bibliotecario” in attesa di nuove mosse contro la sentenza di condanna

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La Spezia. Il carcere di La Spezia è una struttura nuova e, per quanto possibile, confortevole. Sicuramente di più di quella di Chiavari, dove don Luciano Massaferro era detenuto fino all’agosto scorso.

Oggi, il sacerdote alassino condannato a sette anni e otto mesi di reclusione per abusi su una ragazzina che frequentava la sua parrocchia (condanna confermata in terzo grado), condivide la cella con altri cinque detenuti nella sezione protetta del carcere spezzino, che ospita condannati per reati sessuali, di stampo mafioso e omicidi.

Ogni giorno riceve decine di lettere di solidarietà e ogni lunedì vengono in visita amici e parrocchiani (tre alla volta). Gli stessi che, in questi anni, hanno lottato al suo fianco gridando la sua innocenza e creando un gruppo ad hoc su Facebook (“Don Luciano Libero”) oltre a d un blog in cui si possono trovare tutti i documenti relativi all’iter giudiziario che lo vede coinvolto.

In questi mesi, don Luciano si è occupato della biblioteca interna al carcere, ricatalogando e mettendo in ordine tutti i volumi. Legge molto e studia, in particolare testi biblici. Inoltre si tiene aggiornato sulle vicende interne alla propria parrocchia, dando consigli e confortando i suoi fedelissimi. Anche attraverso lettere che vengono pubblicate sul blog, l’ultima in occasione della festività dei Santi.

Il parroco della città del muretto si è sempre proclamato innocente respingendo al mittente l’accusa infamante di abusi sessuali su una minore (undicenne all’epoca dei fatti). Per dicembre sono attese le motivazioni della sentenza della Cassazione, poi don Luciano dovrà affrontare il processo ecclesiasico. Nel frattempo i suoi legali (Mauro Ronco, Franco Coppi e Alessandro Chirivì) starebbero lavorando all’ipotesi di un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Se il suo caso arrivasse a Strasburgo i tempi del nuovo processo non sarebbero comunque brevi: si parla di almeno sei-sette mesi prima che possa essere analizzato dalla Corte. Tempistiche che, anche in caso di un pronunciamento favorevole, non servirebbero a Don Luciano per accorciare il suo periodo di detenzione. Salvo sorprese infatti il parroco avrà la possibilità di lasciare la cella, grazie all’affidamento in prova, già ad agosto prossimo.

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