79% dei comuni a rischio frane: Legambiente lancia il “Patto per il territorio”

Frana

[thumb:10898:l]Liguria. Spesso basta qualche millimetro di pioggia per mandare in tilt la nostra regione, e non solo. Frane e rocce che si sgretolano sotto i temporali, sono fenomeni di certo non sconosciuti, e il maltempo di queste ultime settimane ha messo a dura prova la capacità di reagire alle emergenze.

Ecco perchè Legambiente ha stilato una sorta di vademecum volto alla tutela del territorio da rischi di questo tipo, lanciando anche un appello per un “Patto con il Territorio” . “Soprattutto a fronte della verifica – sottolinea l’associazione ambientalista – che questi rischi vedono coinvolto il 79% dei comuni italiani”.

Per rendere piu’ ecosostenibile la gestione del territorio in condizioni meteo sempre piu’ estreme, Legambiente propone, quindi, di delocalizzare i beni esposti a frane e alluvioni se legali, adeguare lo sviluppo territoriale alle mappe del rischio. Ma non solo. Bisogna, aggiunge Legambiente, ridare anche spazio alla natura, considerare torrenti e fiumare sorvegliati speciali, avere cura del territorio, puntare alla prevenzione degli incendi, imparare a convivere con il rischio attraverso sistemi di allerta, rafforzare la lotta agli illeciti ambientali, gestire le piogge in citta’ e investire nella difesa del suolo.

In particolare, afferma la Legambiente, per una concreta azione di mitigazione del rischio, e’ necessario innazitutto attuare interventi di delocalizzazione degli edifici, delle strutture e delle attivita’ presenti nelle aree a rischio. Questa attivita’, dice l’associazione, “rappresenta una delle soluzioni apparentemente piu’ difficili da percorrere, ma risolutive ed economicamente convenienti”.

Inoltre per il gruppo ambientalista serve adeguare lo sviluppo territoriale alle mappe del rischio. Si tratta, spiega, di un intervento necessario per evitare la costruzione nelle aree a rischio di strutture, residenziali o produttive, e per garantire che le modalita’ di costruzione degli edifici tengano conto del livello e della tipologia di rischio presente sul territorio. E ancora.

Frane e smottamenti si evitano anche secondo Legambiente, ridando spazio alla natura, avendo cura del terrotorio e combattendo gli illeciti ambientali.

Secondo Ecosistema rischio 2009 di Legambiente e Protezione Civile, il 79% dei comuni coinvolti sono presenti abitazioni in aree esposte al pericolo di frane e alluvioni, nel 28% dei casi sono presenti in tali aree interi quartieri e nel 54% fabbricati e insediamenti industriali. Inoltre, nel 20% dei comuni campione d’indagine sono presenti strutture sensibili o strutture ricettive turistiche nelle aree classificate a rischio idrogeologico, mentre nel 36% dei comuni non viene ancora realizzata una corretta manutenzione del territorio.

“Nonostante sia cosi’ pesante l’urbanizzazione delle zone a rischio, appena il 7% delle amministrazioni comunali ha provveduto a delocalizzare abitazioni e solo nel 3% dei casi sono stati avviati interventi di delocalizzazione dei fabbricati industriali” lancia l’allarme l’associazione ambientalista. Che, mentre le piogge rendono sempre piu’ insostenibile la gestione dei territori, lancia l’appello perche’ si concretizzi finalmente un reale “Patto con il Territorio”.

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