La protesta

Cooperative sociali in sciopero, presidio regionale: “Internalizzare i servizi e fermare il precariato”

L'agitazione promossa dal sindacato Usb: "Pronti a nuove mobilitazioni"

Liguria. Un centinaio di lavoratori e lavoratrici delle cooperative sociali liguri questa mattina hanno dato vita ad un presidio di protesta regionale sotto il palazzo della prefettura di Genova, in occasione dello sciopero nazionale del settore indetto dal sindacato Usb e in contemporanea con la manifestazione svoltasi nella capitale.

Le vertenze portate al governo sono essenzialmente due: da un lato la richiesta di invertire la rotta riguarda l’affidamento dei servizi socio educativa, oggi esternalizzati con sistema di appalti e accreditamenti, e dall’altro la necessità diventata prioritaria di arginare la deriva della precarietà contrattuale e della “povertà” salariale.

“Non è accettabile che i lavoratori e le lavoratrici delle Cooperative Sociali e del Privato Sociale non abbiano garanzie di reddito e diritti, senza il riconoscimento del ruolo svolto per la collettività e per il servizio del pubblico – è stato ricordato durante il presidio – Il rinnovo del contratto collettivo nazionale, firmato da Cgil, Cisl e Uil con le centrali cooperative, dimostra la crisi di questo sistema: salari da fame e precarietà si confermano caratteristica principale del lavoro sociale mentre i tagli al welfare stanno portando al collasso i servizi”.

Lo sciopero nazionale quindi ha portato le richieste di “aumenti salariali che garantiscano il recupero dell’inflazione; la necessità di fermare il meccanismo degli appalti e affidamenti pubblici al massimo ribasso; la revisione dei sistemi di accreditamento dei servizi per garantire il diritto alla salute e all’integrazione dei soggetti fragili; la tutela della salute e sicurezza sul lavoro; per il riconoscimento del lavoro di cura, educativo e assistenziale, come lavoro usurante” Oltre a questo la richiesta è quella di fermare la riduzione dei fondi per i servizi di welfare e la privatizzazione dello stato sociale, oltre al blocco delle spese militari e dell’intervento nei teatri di guerra.

“Dobbiamo cercare di rivendicare nei singoli posti di lavoro e nei confronti delle istituzioni salari e diritti – ha ricordato Maurizio Rimassa, coordinatore provinciale Usb Genova – i diritti salariali e contrattuali, facendoci trovare pronti per nuove mobilitazioni. Non dobbiamo farci prendere e intrappolare nella rete che è stata costruita per far pagare ai lavoratori tutti gli errori e gli orrori fatti dalle istituzioni in questi anni in ambito sociale, ai quali purtroppo si è prestata larga parte della cooperazione sociale che ha cercato di trasformarsi in impresa prendendo il peggio delle imprese”.

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