Uniti

“Basta progetti calati dall’alto”, sabato 11 maggio comitati da tutta la Liguria in piazza a Genova

Gli attivisti uniscono le forze e lanciano la chiamata per un grande corteo di protesta in difesa del territorio: "Pretendiamo partecipazione, giù le mani dalle nostre vite"

Generico aprile 2024

Liguria. Dallo Skymetro agli ampliamenti portuali a Ponente, dalla funivia del Lagaccio al secondo forno crematorio di Staglieno, dalla Valpolcevera assediata dai cantieri al fronte mare di Sampierdarena, dal rigassificatore di Savona-Vado al masterplan dell’isola Palmaria fino alle centrali idroelettriche dell’entroterra imperiese. Comitati e associazioni liguri mettono insieme le forze e chiamano tutti a una grande manifestazione a Genova per dire “basta ai progetti calati dall’alto”. L’appuntamento è per sabato 11 maggio alle 14.00, con concentramento in via Fanti d’Italia davanti alla stazione della metropolitana a Principe: da lì partirà un corteo che raggiungerà la sede della Regione in piazza De Ferrari con una tappa intermedia in prefettura.

“Non siamo quelli del no alle opere – chiariscono subito gli organizzatori -. Noi siamo per il sì a proposte alternative, ma chiediamo più partecipazione: non possiamo subire tutto senza avere mai nessuna informazione. Ci stiamo dando da fare sul territorio per portare in piazza più persone possibile. Stiamo contattando associazioni, circoli, gruppi vari, anche i sindacati: ci aspettiamo che vengano anche loro con le bandiere in rappresentanza dei lavoratori. Abbiamo chiamato anche gli studenti, come il collettivo Osa, che dovrebbe partecipare”. Nessuna connotazione politica, assicurano: “Siamo semplici cittadini”.

In un certo senso, però, la mobilitazione include una sorta di manifesto programmatico: “Pensiamo a un territorio a misura di chi ci vive e lavora, dove sia bello e facile stare per chi pensa di arrivare e per chi vuole restare”, si legge nel testo che inizia a circolare nelle chat degli attivisti. Il contrario, secondo i comitati, della politica che stanno portando avanti Regione, enti locali e vari commissari straordinari: “Miope, senza un orizzonte che vada oltre la svendita del territorio al guadagno di pochi“. Per dirla in uno slogan: “Difendiamo il territorio, giù le mani dalle nostre vite“.

I comitati mettono in fila i punti critici: “Periferie ridotte a basi logistiche, servitù di opere urbanistiche ed infrastrutturali gravemente impattanti mentre vengono progressivamente deprivate di servizi essenziali. Luoghi-vetrina dedicati al turismo di massa, quello mordi e fuggi delle crociere e degli eventi, con città in vendita a interessi privati, territori da usare, consumare abbandonare quando non servono più. Con l’assalto ai fondi del Pnrr e governativi, la popolazione è ostaggio di progetti infrastrutturali e imprenditoriali che vogliono cambiare il volto della regione senza alcun tipo di partecipazione democratica alle scelte e alla progettazione delle città”.

Diciamo no a progetti infrastrutturali che avranno ripercussioni negative su ambiente, salute, qualità della vita, istruzione pubblica, cioè sulle condizioni socio-economiche dei territori, senza ricadute positive per la collettività neanche in termini occupazionali, in considerazione del grande impiego della catena dei subappalti, che sfrutta i lavoratori per ottimizzare i profitti, con effetti negativi anche per la sicurezza sul lavoro”, si legge ancora.

Tra le richieste – anzi, le “pretese” – per le amministrazioni attuali e future ci sono “processi partecipativi e dibattiti pubblici per la progettazione di opere pubbliche e infrastrutture e per interventi di riqualificazione funzionali al benessere collettivo”, “l’attuazione e l’adozione da parte di tutti i consigli comunali di strumenti partecipativi come quelli previsti dalle delibere di iniziativa popolare approvate a Genova da giunte precedenti per realizzare protocolli che considerino prioritarie la qualità della vita della popolazione, la tutela della salute e dell’ambiente, la sicurezza dei territori“, “un modello di sviluppo sostenibile, investimenti per istruzione, sanità, trasporti pubblici accessibili e di qualità, manutenzione del territorio e del verde, politiche di contrasto al cambiamento climatico e stop alla cementificazione”.

Tra gli organizzatori, oltre a Rete Genovese e coordinamento dei comitati del Ponente cittadino, figurano per la provincia di Savona il coordinamento dei comitati No al Rigassificatore, Fermiamo il mostro Quelli della catena, per La Spezia il comitato Posidonia e la rete Ambiente Altro Turismo, per Imperia Attac. 

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