Affondo

Rifiuti, PD: “In otto anni nessun impianto realizzato, è il fallimento della giunta Toti”

L'accusa dei dem in Regione: "L'agenzia nei fatti non esiste. Aprire un confronto con le regioni confinanti"

Toti in Valbormida per inaugurare il raddoppio del biodigestore

Liguria. “In otto anni di governo della giunta Toti il sistema impiantistico dei rifiuti è al punto di partenza: non è stato realizzato nessun impianto e gli annunci si scontrano con la realtà. L’unica cosa che sono riusciti a istituire è un’Agenzia regionale dei rifiuti che nei fatti non esiste: c’è il commissario, ma non c’è il personale necessario per farla funzionare. Inoltre, una sentenza del Consiglio di Stato dando ragione a un privato ricorrente demanda al ministero dell’Ambiente l’individuazione degli impianti minimi per la gestione del ciclo dei rifiuti, sottraendola alle Regioni”.

È l’accusa lanciata dal Partito Democratico in Regione.

“A Genova da anni si parla della realizzazione di un impianto Tmb (trattamento meccanico biologico) da 110mila tonnellate, ma per quanto riguarda la realizzazione non c’è nessuna certezza: a causa del cedimento del terreno dove dovrebbe sorgere l’impianto la probabilità che non si realizzi più lì è ormai evidente, è quasi una certezza. La pianificazione prevede la realizzazione di un biodigestore da 60mila tonnellate sempre a Scarpino. Di questo non c’è nessun progetto, neanche uno schizzo. Ma la notizia sensazionale è che l’amministrazione comunale vuole realizzare a Scarpino un impianto di chiusura del ciclo dei rifiuti. Su questo la Regione tace, ma è possibile realizzare tutto questo a Scarpino quando questo centrodestra non riesce neanche a costruirvi un Tmb? Vista la quantità di rifiuti da trattare, 160mila tonnellate come previsto dal Piano regionale dei rifiuti, è economico per i cittadini liguri la realizzazione di un impianto di così modeste dimensioni, oppure come prevede la normativa nazionale, non è il caso di instaurare un rapporto con le regioni limitrofe per capire come si possa gestire in maniera sinergica questo tipo di problema?”, si domanda e propone il consigliere regionale e vicepresidente della Commissione Ambiente Davide Natale.

E da quanto sarà fatto nel genovese in tema di ciclo dei rifiuti e nuovi impianti dipende l’asset di conferimento e smaltimento in discarica a livello ligure, e quindi per la stessa provincia di Savona.

“A questa Giunta – osserva il consigliere regionale Pd Enrico Ioculano – non interessa risolvere i problemi, ma nasconderli, camuffarli, distraendo i cittadini con annunci sempre nuovi e diversi e promettendo scenari che puntualmente non si realizzano. L’unica idea a cui hanno dato gambe è l’Agenzia regionale dei rifiuti che per ancora due anni rimarrà commissariata e che non ha nessuna funzione in quanto è una scatola vuota. Il tutto a spese dei contribuenti. Infatti, l’unica figura attiva è quella del commissario a cui viene riconosciuto uno stipendio assolutamente scollegato con le funzioni che deve svolgere”.

È di questi giorni, inoltre, una sentenza del Consiglio di Stato che dando ragione a un privato ricorrente fa crollare tutti gli atti di pianificazione adottati dalle Regioni in applicazione del meccanismo degli ‘impianti minimi’, quegli impianti previsti dalla pianificazione regionale, a cui viene garantita un’adeguata quantità di rifiuti da smaltire a una tariffa prestabilita. Demandando al ministero dell’Ambiente l’individuazione degli impianti minimi per la gestione del ciclo dei rifiuti, sottraendolo alle Regioni.

“Questo – spiega Natale – fa venire meno il vincolo di pianificazione nella realizzazione di impianti da parte della Regione: per fare un esempio pratico delle conseguenze che avrà sulla Liguria, il biodigestore di Saliceti che è sovradimensionato non potrà usufruire dell’obbligo della pianificazione regionale di ricevere i rifiuti dai territori, ma dovrà stare sul mercato anche per il bacino di riferimento. Questo, inoltre, rende ancora più superflua e inutile la funzione dell’agenzia dei rifiuti che aveva tra i suoi compiti anche quello di organizzare i flussi dei rifiuti verso gli impianti. Ma nel frattempo i cittadini pagano un commissario che costa oltre centomila euro l’anno”.

“In Liguria – aggiunge il consigliere regionale Pd Armando Sanna – è necessario avviare un ragionamento su come chiudere il ciclo dei rifiuti, anche aprendo un confronto con le regioni limitrofe”. Le soluzioni per far funzionare la macchina senza extra costi inutili ci sono, secondo i dem: “La normativa prevede che si possono fare accordi tra le Regioni e allora, perché non fare una verifica della disponibilità dei diversi impianti già in funzione nelle Regioni limitrofe e fare un calcolo di costi e benefici scegliendo il sistema più utile e conveniente per i liguri? Sono tante le azioni che si possono mettere in campo per la gestione del ciclo dei rifiuti virtuoso che valuti bisogni e ricadute su impatto ambientale e sui costi per i cittadini”, osserva il consigliere regionale Pd Roberto Arboscello.

“Quello che abbiamo di fronte è un Piano che non prevede comportamenti virtuosi e non promuove azioni ecosostenibili come il compostaggio di comunità, che permetterebbe a molti comuni decentrati di avere il loro impianto locale, più piccolo e sul territorio, riducendo l’impatto ambientale e risparmiando sul trasporto dei rifiuti, lasciando la Liguria indietro anche su questo” conclude il capogruppo del Partito Democratico in Regione Luca Garibaldi.

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