Savona. Anche il savonese si prepara a dire addio alle cabine telefoniche stradali. Entro l’anno, infatti, Tim procederà a smantellare tutti e 225 impianti (dei quali 44 situati solo nel capoluogo di Savona) ancora presenti sul territorio.
L’operazione di progressiva rimozione delle cabine è iniziata già da qualche anno. Tutti noi, infatti, abbiamo ben presenti gli inviti, affissi sulle stesse cabine in procinto di essere eliminate, a segnalare la “necessità” di mantenere attiva questa o quella postazione. Un po’ per affetto nei confronti di quel particolare telefono pubblico, che magari è stato testimone, in altre epoche, di telefonate romantiche, un po’ per comodità degli stessi utenti, che magari dispongono solo del cellulare e pure risiedono in zone coperte non proprio alla perfezione.
Come spiega la stessa Tim in una nota, tuttavia, negli ultimi anni si è assistito “a un minore utilizzo delle postazioni di telefonia pubblica, dovuto sostanzialmente alla diffusione sempre più capillare dei telefoni cellulari, degli internet point e soprattutto dei phone center per i cittadini stranieri”.
Alla luce di questi nuovi modelli di comportamento e di utilizzo dei servizi di telefonia nel Paese, a maggio 2023 l’Autorità di settore, a conclusione della sua verifica, ha stabilito (con la delibera 98/23/CONS) che non è necessario continuare a garantire la disponibilità del servizio di telefonia pubblica stradale, nell’ambito degli obblighi del servizio universale. La delibera dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni seguito a quanto indicato dal Codice delle Comunicazioni elettroniche in recepimento alla direttiva europea 2018/1972.
A livello nazionale sono attive su strada circa 16mila postazioni di telefonia pubblica (cabine e cupole) oltre alle postazioni attive in luoghi pubblici e privati ad elevata frequentazione (come ospedali, caserme, centri di accoglienza, scuole eccetera) e alle linee gestite da esercizi commerciali (bar, ristoranti e altri locali).
In applicazione della nuova regolamentazione, Tim potrà dismettere gli impianti stradali e dovrà mantenere le postazioni presenti all’interno dei luoghi di rilevanza sociale, in particolare: negli ospedali e nelle strutture sanitarie equivalenti; nelle caserme ove non sia presente il segnale mobile; nelle carceri.
A Savona, come detto, sono oltre 200 le postazioni che, entro l’anno, saranno rimosse. Consultando questo link è possibile scoprire dove si trovano gli apparati di telefonia pubblica in Italia (per ogni città) contrassegnati per tipologia (impianti stradali, esercizi commerciali e altro).
Su ciascuna di esse è stato affisso un avviso che indica il giorno a partire dal quale il telefono potrebbe essere materialmente smantellato. Un’operazione complessa e capillare che richiederà una certa quantità di tempo e che, sicuramente, segnerà la fine di un’epoca: la telefonata in un luogo pubblico dove è quasi impossibile trovare privacy e nascondersi e contraddistinta dall’ansia che il credito non sia sufficiente per dire tutto ciò che bisogna dire.
Un’esperienza che un grande scrittore come Stefano Benni ha descritto con grande sagacia e umorismo in uno dei suoi libri di maggiore successo, cioè “Bar Sport”. Un’esperienza che tanti di noi hanno vissuto in gioventù e che, in futuro, diventerà semplicemente un ricordo.