Conseguenze

Chiusura A10, nuovo allarme dell’autotrasporto: “Impatto devastante fino a Ferragosto”

Dal 9 al 23 agosto stop al traffico tra Aeroporto e Pra' in direzione Ponente, le aziende: "Scelta estemporanea, fuori luogo e imbarazzante"

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Liguria. Un impatto “devastante” fino a Ferragosto, con centinaia di mezzi pesanti che si riverseranno inevitabilmente sull’Aurelia e il rischio di un mix esplosivo coi turisti diretti agli imbarchi dei traghetti. È la previsione delle aziende dell’autotrasporto sugli effetti generati dalla chiusura totale della A10 tra i caselli di Genova Aeroporto e Genova Pra’, in direzione Savona, dal 6 al 23 agosto. La decisione è stata comunicata ieri durante il tavolo tecnico tra Autostrade, ministero, Regione e Anci che ha modificato i piani per l’estate.

“Sicuramente è l’ennesima scelta estemporanea e non programmata. Qui continuiamo a fare riunioni ma Migliorino e compagnia decidono quello che vogliono – spiega Giuseppe Tagnochetti, coordinatore ligure di Trasportounito -. L’impatto sarà importante sicuramente fino al 14 agosto perché saremo ancora in peak season e avremo volumi importanti fino a quella data. La chiusura della A10 sarà un grandissimo problema soprattutto per gli scambi orizzontali tra i due bacini”.

Secondo il comunicato della Regione, “la proposta è stata formulata anche sulla base della previsione di un crollo del traffico pesante di oltre il 20% e alla riduzione significativa dei volumi del casello di Genova Ovest che diventerebbe prioritaria per la città”. Ma secondo le aziende dell’autotrasporto non sarà così, almeno nella prima settimana di chiusura.

“Le ripercussioni saranno altissime fino a Ferragosto perché la logistica in quei giorni spedisce e la concomitanza coi traghetti rischia di essere devastante – conferma Franco D’Artizio, segretario genovese della Fai Conftrasporto -. Per l’arrivo dei container nei bacini di Pra’ e Sampierdarena saranno disponibili la A26 e la A7, quindi non ci saranno problemi. Ma per il traffico interno e quello orizzontale verso la Francia non ci saranno alternative: percorreremo tutti la Aurelia“.

Impensabile, infatti, aggirare la chiusura percorrendo la A7 in salita, la diramazione Predosa-Bettole e quindi la A26 in discesa. “Vorrebbe dire allungare di 180 chilometri e per gli scambi di container tra Pra’ e Sampierdarena la situazione sarà critica”, osserva Tagnochetti. In direzione Levante non dovrebbero esserci particolari ostacoli perché Autostrade ha garantito la percorribilità di due corsie, ma verso Ponente il disagio sarà inevitabile. Dopo Ferragosto, il calo dei traffici dovrebbe risolvere in parte il problema.

Per i trasportatori, insomma, è l’ennesima tegola. “È stata una decisione affrettata perché il 4 agosto avremmo avuto il tavolo tecnico con Aspi e il Governo, la riteniamo fuori luogo e imbarazzante“, attacca D’Artizio. “Ci sono tre punti preoccupanti: continua a non esserci alcuna pianificazione dei cantieri, inoltre nessuno si occupa della sicurezza stradale e della continuità economica – aggiunge Tagnochetti -. Sui ristori non abbiamo ancora alcuna risposta. Quando vogliono allestire cantieri mobili per facilitare il turismo le concessionarie lo fanno. Certo, hanno un costo, ma il Governo deve investire per ridurre al minimo i disagi. In gioco c’è l’economia di Genova, della Liguria e dell’intero Nord Italia”.

E oggi il consigliere regionale Armando Sanna (Pd-Articolo Uno) ha presentato un’interrogazione, sottoscritta dai colleghi del gruppo, in cui ha chiesto alla giunta di intervenire affinché la situazione dei cantieri autostradali svolti positivamente a favore di lavoratori, aziende e fruitori abituali della rete ligure. Sanna ha ricordato la protesta del primo luglio scorso quando molti camionisti, esasperati dai ripetuti blocchi stradali, sono scesi dai tir inscenando una clamorosa protesta.

L’assessore allo sviluppo economico Andrea Benveduti ha ricordato che la giunta da mesi ha istituito, limitatamente alle proprie competenze, tavoli di lavoro con concessionarie autostradali e ministero concedente: “Con le categorie e Camera di Commercio di Genova abbiamo predisposto un dossier a sostegno – ha detto – di una misura compensativa per le categorie colpite”.

“La Camera di Commercio – ha aggiunto – ha chiesto il 28 giugno alla vice ministro Bellanova 300 milioni di euro sul quinquennio 2021-2025, misurata sulla seconda annualità dei ristori concessi sulla base del Decreto Genova”.

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