Richieste

Vendita Secolo XIX, Associazione, Gruppo Cronisti e Ordine Giornalisti: “Subito garanzie su occupazione, livelli retributivi e futuro del giornale”

Slc-Cgil e Fistel-Cisl: "Chiesto un incontro chiarificatore con l'azienda"

il secoloxix

Liguria. Associazione Ligure dei Giornale, Gruppo Cronisti Liguri e Ordine dei Giornalisti della Liguria esprimono “pieno e totale sostegno ai giornalisti del Secolo XIX dopo che il gruppo Gedi e il gruppo Msc hanno comunicato, in una nota congiunta, di aver raggiunto un’intesa preliminare per la cessione del Secolo XIX a una società interamente controllata dal gruppo Msc”.

“Le parti entreranno ora in negoziazioni in esclusiva per consentire lo svolgimento della due diligence e, parallelamente, procederanno alla predisposizione e discussione dei documenti contrattuali che disciplineranno l’operazione. Operazione (si legge ancora nel comunicato) che include anche le attività digitali e di raccolta pubblicitaria relative al Secolo XIX, nonché quattro testate ad esso collegate quali The MediTelegraph, L’Avvisatore Marittimo, Il Giornale del Ponente Ligure e TTM-Tecnologie Trasporti Mare”.

Associazione, Gruppo Cronisti e Ordine sono “al fianco della redazione del Decimonono e chiedono con forza che vengano date immediate garanzie su occupazione, livelli retributivi e futuro del giornale”.

Le segreterie territoriali di Slc-Cgil e Fistel-Cisl: “Apprendiamo dalla stampa che è stata raggiunta l’intesa preliminare tra Gedi e Msc finalizzata alla cessione del Secolo XIX: risultano pertanto fondate le notizie delle ultime settimane circa la vendita imminente della testata, notizie che il gruppo Gedi, nonostante le reiterate richieste, non aveva voluto smentire e su cui non ha voluto coinvolgere le organizzazioni sindacali. Al momento non si conoscono i dettagli della cessione ma una cosa è certa: non tollereremo manovre volte a ridefinire il perimetro occupazionale dell’attuale GNN”.

“Ancora una volta le preoccupazioni evidenziate dai lavoratori e dalle rappresentanze sindacali si sono rivelate più che legittime e fondate, mentre non ci risulta allo stato comprensibile la decisione del gruppo Gedi di dismettere una testata così importante. E’ evidente tuttavia che non potrà trattarsi di una mera operazione di mercato, ma sarà necessario chiarire quanto prima gli obiettivi e gli investimenti che la nuova dirigenza intende compiere. Per questi motivi le scriventi organizzazioni sindacali richiedono da subito un incontro allo scopo di conoscere quanto prima i dettagli dell’operazione, avvertendo che in mancanza di riscontri certi, saranno costrette ad intraprendere ogni azione necessaria per la tutela del futuro occupazionale dei lavoratori”.

“Il Gruppo Gedi, dopo numerose smentite sulla possibilità vendita del nostro giornale, ha dimostrato ancora una volta tutta la sua poca credibilità. Comportandosi come aveva già fatto in passato quando operazioni di cessione erano state negate per poi concretizzarsi subito dopo e portando allo smantellamento di quello che fino a poco fa era il primo gruppo editoriale italiano – si legge nel comunicato sindacale del Cdr del Secolo XIX – Siamo fortemente preoccupati, non tanto per una eventuale cessione ad un gruppo economicamente solido come Msc da cui siamo in attesa di conoscere piani e investimenti futuri, ma quanto per le modalità con cui la rappresentanza sindacale (e di conseguenza tutta la redazione) è stata informata dell’avvio della due diligence. Dare una comunicazione così importante con queste modalità improvvise e frammentarie è assolutamente inaccettabile e irrispettoso nei confronti di una testata che da quasi 140 anni è la voce di Genova e della Liguria intera. Ci saremmo aspettati che questa comunicazione arrivasse direttamente dall’amministratore delegato di Gedi Maurizio Scanavino che non ha presenziato all’incontro con il Cdr ma poi ha rilasciato dichiarazioni a mezzo stampa mancando di rispetto a tutta la redazione'”, prosegue il Cdr.

“Chiediamo subito a Gedi risposte concrete e chiare sul futuro del Secolo XIX, oltre che il piano di investimenti previsto all’interno dello stato di crisi già in atto al giornale. Ci auguriamo che il nuovo editore, qualora l’operazione si concluda positivamente, garantisca livelli occupazionali e retributivi partendo dal rispetto del contratto di lavoro. Ma che attui anche una serie di azioni per il rilancio della testata: investimenti che da Gedi non sono mai arrivati visto che si è preferito prendere la strada dei risparmi diffusi e volti ad un unico obiettivo, quello di disfarsi di una testata storica dell’editoria italiana”, termina il comitato di redazione.

 

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