Il presidio

Università, protesta contro gli accordi con l’industria delle armi: contestato il rettore Delfino

Il governatore Toti: "Lette parole inqualificabili, protesta non deve mai scadere nell'insulto"

Liguria. Protesta questa mattina in via Balbi, nella sede dell’Ateneo genovese dove alcuni studenti hanno organizzato un presidio con tanto di striscioni, banchetti e mostra fotografica, per condannare gli accordi economici e accademici dell’Università degli Studi di Genova con aziende coinvolte nella filiera bellica, italiane e israeliane.

Il presidio, lanciato da “Cambiare rotta” e per il quale diverse altre associazioni hanno aderito, è stato organizzato in occasione del Senato accademico, e mette sotto accusa il rettore Federico Delfino di essere indifferenze rispetto alla tragedia di Gaza. Gli studenti, alcune decine, dopo aver tappezzato di striscioni l’atrio del rettorato hanno deciso di posizionarsi fuori dall’aula dove si tiene la riunione del Senato urlando slogan come “Fuori la Nato dall’Università” al suono di tamburi. Il momento di maggiore tensione si è registrato poco prima dell’inizio della riunione quando alcuni autonomi si sono presentati nell’ufficio del rettore, Federico Delfino, e dopo avergli presentato i motivi della loro protesta, non avendo ottenute le risposte attese, hanno iniziato a rivolgergli insulti tra cui “mostro, genocida, assassino”. La protesta è presidiata da alcuni funzionari della Digos.

“Mentre finora si è rifiutato di interfacciarsi con il dissenso che la sua politica universitaria sta suscitando – si legge nel comunicato del movimento – attuando una censura che nasconde pacificamente dietro a delle vuote accuse di violenza, a Bari il rettore si è dimesso dalla MedOr (Leonardo S.p.a.) e a Torino gli studenti sono potuti intervenire nel senato ottenendo la vittoria del non-rinnovo degli accordi del bando MAECI”.

“I risvolti brutali di queste collaborazioni sono evidenti anche agli occhi dei docenti che non sottostanno al dictat del sistema università-azienda, tanto che in duemila hanno firmato una lettera aperta per boicottare questi progetti – si legge nel volantino dell’iniziativa – 14 di questi sono professori in UniGe. Gli studenti, poi, si mobilitano senza sosta dallo scorso ottobre in Università per vedersi solo criminalizzare dal rettorato che li tratta come fastidiosi insetti piuttosto che ascoltare le volontà di chi rende l’Università tale”

“Le richieste degli studenti e dei professori non interessano minimamente al rettore Delfino che, con le sue posizioni reazionarie – hanno commentato i ragazzi – continua a spingere dalla parte opposta dichiarando che gli accordi vanno assolutamente mantenuti e prestandosi al servizio della Leonardo S.p.a., dimostrando ancora una volta che le aziende belliche la fanno da padrone all’interno di un luogo in cui la guerra non dovrebbe entrare mai.

“A nome della Giunta e di tutta la Regione desidero esprimere la mia solidarietà al Rettore dell’Università di Genova Federico Delfino, che è stato fatto oggetto di insulti e attacchi inqualificabili nel corso della protesta di questa mattina in via Balbi. Si tratta di parole inqualificabili e inaccettabili, cariche di violenza: la protesta non deve mai degenerare negli insulti e nelle aggressioni verbali”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che aggiunge: “Mantenere le relazioni culturali con Israele costituisce uno strumento fondamentale per traguardare la pace, che dev’essere l’obiettivo comune da perseguire”.

“Solidarietà al rettore dell’Università di Genova, professor Federico Delfino, in seguito alle minacce e agli insulti ricevuti. Riteniamo inaccettabile qualsiasi forma di intimidazione e di violenza verbale o fisica, un atto grave che colpisce l’intera comunità. Le università sono luoghi di confronto aperto e democratico, dove le diverse idee e opinioni devono essere liberamente espresse e discusse. Le ingiurie e le intimidazioni non possono trovare spazio in tali contesti, i violenti devono essere allontanati dalle aule. Invitiamo tutte le persone di buona volontà a condannare questo atto vile e a stringersi attorno all’Università di Genova”. Lo dice in una nota il deputato e vice ministro al Mit Edoardo Rixi.

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