Rincari

Inflazione, per Istat carrello della spesa salito del 10,9%. Coldiretti: “Aumento di 650 euro solo per gli alimenti”

E la stima è persino prevista al ribasso rispetto a quanto atteso

ladro supermercato

Liguria. Per un rincaro in questi termini bisogna tornare indietro a quasi 40 anni fa. Il carrello della spesa in Italia, secondo l’Istat, è aumentato a settembre del 10,9% su base annua. Era dall’agosto 1983, quando l’incremento fu dell’11%, che non si registrava una crescita così sostenuta.

A trainare i rincari soprattutto i beni alimentari (da +9,6% a +10,9%) seguiti dai servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona. L’indice nazionale dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, registra un +0,3% su base mensile e un +8,9% su base annua. Stime sostanzialmente confermate e anzi, per quanto riguarda, il carrello della spesa persino leggermente inferiori alle attese.

Gli effetti della crescita dell’inflazione si fanno sentire di più sul portafoglio delle famiglie meno abbienti (+11,6%) mentre per chi ha maggiore capacità di spesa continua si limita a un +7,6%, con una forbice che si amplia di più di mese in mese.

Continuano a crescere, anche se con una lieve frenata, i prezzi dei beni energetici (da +44,9% di agosto a +44,5%); mentre decelerano solo i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +8,4% a +7,2%).

“L’inflazione all’8,9% su base annua determina una stangata per gli italiani, considerata la totalità dei consumi di una famiglia tipo, pari a +2.734 euro annui, conto che sale a +3.551 euro per una famiglia con due figli anziché uno”, stimano dal Codacons.

Per Coldiretti, i rincari della spesa alimentare costeranno alle famiglie italiane 650 euro in più solo che per gli alimenti.

In cima alla classifica dei rincari, stando a un’analisi dell’organizzazione, con un +60,5% ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole, che risente della guerra in Ucraina che è uno dei principali produttori, mentre al secondo posto c’è il burro in crescita del 38,1% e al terzo la margarina (+26,5%).

Seguono il riso con un +26,4%, spinto anche dal crollo della produzione nazionale a causa della siccità, e il latte uht (+24,5%), davanti a farina (+24,2%) e pasta (+21,6%) mentre nelle campagne il prezzo del grano non copre i costi di produzione degli agricoltori.

I vegetali freschi – continua la Coldiretti – aumentano del 16,7% e la frutta del 7,9% con effetti negativi sui consumi. A causa dei rincari più di un italiano su due (51%) taglia la spesa nel carrello, mentre un altro 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre un 31% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa.

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