In via Cantagalletto a Savona, rialzata da terra di alcuni metri, c’è una galleria chiusa da un pesante cancello in ferro. Questa è la galleria Bertani, costruita agli albori della seconda guerra mondiale dal Commendatore Cesare Bertani, già proprietario del castello limitrofo.
La galleria prosegue per circa quattrocento metri e termina in via Nazionale al Piemonte, oggi in corrispondenza di un distributore di benzina.
All’apparenza è un tunnel in pessime condizioni di conservazione, quasi interamente occultato da piante, la cui crescita procede assolutamente incontrollata. Anche quello in via Nazionale al Piemonte è solo il ricordo di un ingresso: i mattoni che dovevano bloccarne l’accesso stanno perdendo la loro battaglia contro il tempo.
La galleria larga quattro metri e alta sei, era dotata di una zona riservata alla famiglia del Commendatore ma le sue porte erano sempre aperte per tutti i lavagnolesi che non trovavano rifugio durante i bombardamenti aerei.
Cesare Bertani nasce nel 1899 a Montecchio Emilia, studia a Savona e partecipa alla prima guerra mondiale sul fronte Trentino. Ritornato a Savona acquista nel 1937 il castello Migliardi, già Imperiale; per molti anni ricopre la carica di presidente dell’asilo “A. Basso” di Lavagnola senza comunque trascurare il suo lavoro di importatore di materie prime e prodotti petroliferi. Benché uomo d’affari, Bertani è stato un grande amante delle arti, motivo per cui resterà legato al suo castello per il resto della vita – all’interno della villa è infatti possibile trovare un mirabile ciclo pittorico dell’artista Raffaello Resio.
Oggi la galleria è inaccessibile, ignorata e abbandonata, preda del tempo e dell’incuria che ne stanno facendo scempio.
Questo è il trattamento che stiamo riservando a una viva testimonianza della guerra nel savonese. Una targa commemorativa e un pannello informativo è tutto quello che si merita la galleria Bertani.
Perché tutto questo? Perché non possiamo recuperarla e renderla fruibile al pubblico e alle scuole in particolare? Grazie alla tecnologia e alla multimedialità si potrebbe allestire la galleria in modo da ricreare le condizioni in cui i nostri nonni, allora bambini, erano costretti a sopportare, ogni qualvolta quella tanto temuta sirena antiaereo si metteva a suonare.
Questo sarebbe un ottimo modo per far rivivere, in particolare alle nuove generazioni, un terribile capitolo della nostra storia che ormai è solo un vuoto susseguirsi di parole su un libro di testo. Ogni testimonianza diretta di una guerra dovrebbe essere tutelata al meglio e preservata come simbolo di ciò che è stato e di ciò che non dovrà mai più essere.
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