Fabio Bacchi, uno degli esponenti più importanti della Bar Industry e una figura leggendaria nel mondo dell’Hospitality.
1) Hai lavorato in 40 Paesi in 4 Continenti, hai collaborato nelle e con le più importanti strutture alberghiere e nei bar più iconici: solo a titolo di esempio la catena CIGA Hotels, Sheraton-Starwood, Dorchester Group, Cipriani, TUI, Seiler’s Hotel, and CIA, ma partiamo dagli inizi: come hai cominciato? e cosa ti ha spinto in giro per il Mondo?
R: Tutto è iniziato per una folgorazione per nulla preventivata. Siamo nel ’78 e sto frequentando la III media. Momenti di visite ai vari licei e istituti tecnici: sia le maestre che la famiglia sono certi che frequenterò un liceo – ero già un secchione anche a quell’epoca-. Andiamo in visita all’Istituto Alberghiero e appena entrati vedo dietro a un bancone bar uno dei professori: bello, elegante, professionale e carismatico quindi differente dagli altri professori incontrati in altri istituti e lì mi innamoro di questa professione. L’università, comunque, l’ho frequentata ma per mia cultura personale.
Sono una persona molto ambiziosa e mi sono sempre impegnato a costruire un percorso di alto profilo professionale. Mi fu da subito chiara una cosa: le cose importanti succedono in posti importanti, quindi la scelta di girare il Mondo è stata voluta per poter respirare, apprendere e comprendere il mondo dell’hospitality ai suoi massimi livelli e per questo ho sempre ritenuto che lavorare ai piani alti di Saint Moritz o Zermatt fosse più costruttivo che lavorare solo in provincia.
I: Come sta cambiando questo mondo?
Nelle grandi catene di alberghi, oggi, c’è una assoluta formazione manageriale perché ricordiamo sempre che un bar di un grande albergo deve lavorare come un outlet di una azienda, rispettando parametri di economicità e redditività dell’impresa, cosa che molti miei colleghi tendono a trascurare troppo spesso.
Il mondo del cocktail si è democraticizzato, oggi, se vuoi, puoi imparare al meglio dei giusti maestri, e le nuove leve tendono a scegliere realtà che, prima di tutto, abbiano solidità economica come impresa commerciale.
2) Fabio Bacchi imprenditore e editore: andiamo per ordine: parlaci della Rivista Bartales.
Bartales nasce nel primo decennio di questo secolo perché ci eravamo resi conto che mancava un mezzo di informazione alla portata di tutti e che esprimesse cultura professionale come già avevano gli chef e i pasticceri.
Nel nostro mondo, prima di mischiavano ingredienti senza realmente conoscerli, con molti approfondimenti sulla chimica e trasformazione dei singoli elementi, io ho voluto far conoscere la miscelazione attraverso la conoscenza delle materie prime. Oggi Bartales è tradotta in 5 lingue e letta in tutto il Mondo e questo suo successo permane grazie a rigore editoriale e uno stretto decalogo di assoluta indipendenza dalle aziende sponsor.
3) Roma Bar Show, una tua scommessa vinta: origine dell’idea e tua visione per il futuro di questo evento nazionale.
Roma Bar Show nasce in seguito a un evento che noi preparammo per gli amici del Merano Wine Festival.
Visto il grande successo dell’iniziativa, con Andrea Fofi, Giuseppe Gallo, Leonardo Leuci ci dicemmo: perché non ci facciamo un evento dedicato al mondo spirits e della mixology? E così è nato.
Vedo un futuro roseo per questo evento e per altre iniziative che hanno il pregio di riunire tutte le massime professionalità di questo settore, in un ambiente ove si riesce a fare al meglio formazione e informazione.
4) Quanto conta la formazione continua in un lavoro come quello del barman?
Fondamentale, essenziale e come detto prima, fortunatamente oggi ci sono realtà serie che possono garantirla di qualità e con una visione globale su questa professione.
5) Un pregio e un difetto.
Pregio: determinazione nel raggiungere gli obiettivi che mi prefiggo
Difetto: essere io stesso vittima della mia ricerca della perfezione.
6) Il tuo cocktail preferito da realizzare e il tuo preferito da bere.
Da realizzare: Gin Fizz come dai miei primi esami dell’alberghiero.
Da bere: Americano, un cocktail che si può bere durante tutto l’arco della giornata. E chi mi conosce bene, sa che ritengo l’acqua gassata alla stregua dello champagne, quindi un invito ai miei colleghi a sceglierla con la stessa attenzione con la quale scelgono i vari distillati e liquori.
7) L’altra tua grandissima passione, le due ruote
Con il mio primo stipendio, acquistai una moto da motocross e anche in questo caso, fu un colpo di fulmine e una passione che mi accompagna ad oggi. La scuderia Bartales Racing Team l’ho fondata per dare a giovani promettenti, le opportunità e gli strumenti per portare avanti la loro di passione. Dare a chi non può permetterseli, ma se li merita, gli strumenti per andare avanti: un mio modo di ringraziare la vita e restituire qualcosa alla società e ai giovani che la vita la hanno tutta davanti.