“Se spacchi il seme in due, e trovi un coltello, l’inverno sarà secco”
Se non c’è carne, e carne in tavola non se ne vede mai, la nonna le allunga un caco.
A volte la carne compare anche, ma è roba per il fratello, o per il padre. Perché per zappare questa terra salata ci vuole forza, e per la forza ci vuole la carne.
Ester ne intuisce il sapore sul pane. Raccoglie ogni alone di olio e sugo, mastica piano, lascia che la lingua immagini di scivolare tra la sugna e il burro, e che i denti si figurino le fibre da strappare. Ma è solo pane. E per Ester c’è solo un caco.
Nonna la spediva a raccoglierli dall’albero del vicino. Lui è in guerra. Dicono sia morto. E i cachi si sprecano. Sarebbe peccato.
Sceglie i più acerbi, perché quelli maturi le macchiano il grembiule, e a lavarlo le vengono le dita blu dal freddo. Anche se quel grembiule logoro le si allaccia ormai più a malapena ,e la nonna lo ha dovuto allungare con una corda di fortuna.
Le foglie del caco sono belle. Sembrano di carta pregiata. La carta che scarseggia, e che le servirebbe per scrivere una lettera a lui.
Non hai scelta. Quando aspetti un uomo che ami e che non sai se mai tornerà da te. Non hai scelta. Puoi solo aspettare.
Fidarti.
Aspettare e fidarti.
“Se spacchi il seme in due, e trovi una forchetta, l’inverno sarà mite.”
Sotto a quel caco si era insudiciata gli abiti di terra, erba , sangue e foglie. Lo avevano guardato a pancia all’aria, nudi, col sole potente di agosto che ne trafiggeva i rami ,e disegnava ombre sulla pelle bianca di lei, e quella ambrata di lui.
Sotto a quel caco l’amore era stato una prima volta di pesche mature e risate affamate e mandorle amare. E la guerra distante. Lontana dal corpo nervoso del suo giovane uomo e dai suoi baffi da zingaro impudente.
Non hai scelta. Quando aspetti un uomo che ami e che ti ha promesso che tornerà da te. Non hai scelta. Puoi solo aspettare.
Sotto a quel caco, con il capo ricciuto abbandonato sul suo ombelico bianco, lui le aveva promesso un regno grande, e un futuro piccolo, come piccoli erano loro, ma zeppo di amore e carne sempre in tavola.
E invece la guerra se lo era preso. E le lettere non arrivano mai. E lei non ha carta per scrivere. I cachi cadono dai rami e si spappolano tra le lumache e le lucertole prima che lei possa coglierli sani. E la guerra se lo era preso.
“Se spacchi il seme in due, e trovi un cucchiaio, l’inverno sarà duro.”
Non hai scelta. Quando aspetti un uomo che ami e che ti ha promesso tornerà da te. Non hai scelta. Puoi solo fidarti. Anche se dentro di te ha messo un seme, e la tua pancia è sempre più grande, e hai solo cachi da mangiare e sai, con certezza sai, che l’inverno sarà duro.
“Rosso Pistacchio” è la rubrica di Marzia Pistacchio, che ama definirsi “una truccatrice struccata”. Ogni martedì uno spazio dal taglio volutamente “leggero” con i suoi racconti, nati su IVG e poi diventati un libro. Clicca qui per leggere tutti gli articoli