Maxi operazione

Ponente Forever: “riunioni di ‘ndrangheta a Borghetto”, tra gli indagati un 25enne di Boissano

Operazione dell’Arma contro la ‘ndrangheta: 13 ordinanze di custodia cautelare in Liguria

Foto d'archivio

Liguria. C’è anche un 25enne residente a Boissano, Jacopo Vargiu, tra gli indagati nell’ambito dell’operazione “Ponente Forever” contro la ‘ndrangheta, che ha visto protagonisti i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Imperia, che hanno lavorato insieme ai colleghi della Gendarmerie Nationale di Marsiglia e Parigi. 

Per gli indagati italiani, come si legge su Riviera24.it, è scattata l’accusa a vario titolo e in concorso di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di stupefacenti e armi e favoreggiamento mentre i francesi sono accusati di banda armata, traffico di armi e stupefacenti e rapina. L’operazione ha portato anche a 13 ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettanti soggetti in Italia, 33 arresti in Francia.

Tra i destinatari dell’ordinanza cautelare in Italia, c’è anche Carmelo Sgrò, 38enne calabrese della piana di Palmi ma da anni residente a Sanremo, legato anche da vincoli di parentela alla cosca Gallico, in carcere da maggio: da quando, cioè, era stato arrestato dalla polizia di Imperia per spaccio di droga. 

Sgrò è considerato spacciatore “di livello superiore” a contatto con fonti primarie di approvvigionamento. Un vero e proprio “broker” in grado di recuperare grandi quantitativi di droga che poi, distribuiti alle altre persone arrestate oggi, servivano per rifornire i pusher dell’Imperiese e non solo.

E ad incastrarlo ci sono numerose intercettazioni in cui viene menzionato, in più di un’occasione, anche il territorio savonese. Sgrò è accusato di aver aiutato Filippo Morgante, 50 anni, esponente di spicco della cosca Gallico tanto da far parte del ‘braccio armato’, a fuggire a una condanna a 18 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso, minaccia, detenzione di armi clandestine e associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Sgrò, in particolare, è accusato di aver accolto Morgante ad Arma di Taggia e di avergli poi procurato un’abitazione in una località in Francia rimasta sconosciuta. Qui il latitante si è nascosto per una ventina di giorni prima di trasferirsi in un comune di provincia di Bergamo. Successivamente, in un periodo compreso tra il 17 ottobre 2017 e il 21 ottobre 2018, Carmelo Sgrò ha aiutato Morgante a spostarsi in un’altra abitazione in una località non ancora accertata. Per rendere più facile la sua latitanza, gli ha anche procurato documenti d’identità falsi formati all’estero.

E non è tutto, da quanto emerge nelle carte dell’indagine Ponente Forever, durante la latitanza, Sgrò ha accompagnato Morgante a riunioni segrete che si svolgevano nel comune di Borghetto Santo Spirito.

Sono inoltre state arrestate in flagranza di reato altre cinque persone interessate alla movimentazione delle droghe e a censire i canali di distribuzione dello stupefacente sul territorio ligure. Individuato, anche, un gruppo di albanesi che riforniva il circuito criminale di ingenti quantitativi di cocaina.