Savona. Era finito nei guai nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento Finpor. Per il commercialista albisolese Alessandro Porro nel luglio del 2012 era scattato l’arresto da parte della Guardia di Finanza per le accuse di bancarotta fraudolenta per distrazione, frode fiscale e falso ideologico e materiale. Questa mattina il procedimento è arrivato davanti al giudice Emilio Fois e si sarebbe dovuto definire con un patteggiamento. A causa di un problema di incompatibilità del gip l’udienza è stata rinviata e fissata davanti ad un altro giudice.
Il commercialista, considerato l’amministratore di fatto della società albisolese, in sede di interrogatorio aveva fornito la sua versione dei fatti, ma non era bastato a fare cadere le accuse. Al centro dell’inchiesta giudiziaria condotta dal sostituto procuratore della Repubblica Giovanni Battista Ferro c’era la compravendita dell’hotel Marina e di Villa Adele nelle quali, secondo la Procura, venivano interposte fittiziamente alcune società create ad hoc tra i proprietari degli immobili e le società di leasing acquirenti finali dei beni, al solo scopo di assoggettare le operazioni di compravendita ad Iva anziché ad Imposta di Registro, per poi ometterne il conseguente versamento del tributo ed appropriarsene. Un meccanismo grazie al quale, nell’ipotesi del pm, il professionista si sarebbe appropriato di oltre 3 milioni di euro a danno dell’erario.
Ad Alessandro Porro, assistito dagli avvocati Enrico Nan e Antonino Ardagna, venivano poi contestati anche il resto di falsità materiale ed ideologica perché, ingannando un notaio savonese incaricato della stesura di due atti, avrebbe falsificato scritture societarie, alterato documenti contabili nonché occultato la propria regia tramite l’interposizione di finti amministratori. Inoltre, dagli accertamenti di natura fiscale che erano scaturiti dall’inchiesta, sarebbero state accertate numerose violazioni tributarie di Iva ed imposte dirette per oltre 23 milioni di euro.