Savona. Quando arriviamo lassù, Savona è una manciata di tetti e strade sparpagliate qua e là. Il mare ne colora lo sfondo di un azzurro così carico che, a guardarlo da vicino, non te ne rendi conto. In cima a via alla Strà, tutto cambia. C’è una striscia di sterrato, con un primo ingresso. Poi la strada continua e arrivi al secondo: il portale è aperto. Si entra. Ma in un luogo dove il tempo si è fermato, dove ti imbatti nella storia, quella non troppo lontana. Dove sentimento e rispetto procedono insieme. Eh si, perché se il forte della Madonna degli Angeli potesse parlare, ne avrebbe di storie umane da raccontare: di guerra, sacrificio, paura, ideali, speranze, ingegneria. Storie di militari, di gente che qui ha combattuto e perso anche la vita. Partigiani uccisi dai nazifascisti. Un muro ne parla, con i colpi di proiettile. Traiettoria di morte. I buchi li conti. E ti si gela il sangue.
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