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Le lunghissime primarie USA

Inizia la campagna elettorale per le primarie USA. Fra un anno si comincerà a votare per le primarie democratiche che decideranno lo sfidante di Trump alle presidenziali del 2020. Al momento ci sono ben 21 pretendenti!

Si va dal famosissimo e sostanzialmente centrista Joe Biden, ex-vicepresidente e al momento in cima ai sondaggi, a Pete Buttigieg che recentemente ha avuto importanti exploit in termini di gradimento e raccolta fondi; da Elizabeth Warren, marcatamente di sinistra, a Kamala Harris, figlia di immigrati e procuratore della California; dall’ambientalista Jay Inslee, al carismatico Beto O’Rourke, fino al celeberrimo Bernie Sanders, che, nonostante i suoi 77 anni, ci riprova come nel 2016.

I candidati sono molti, ma alcuni di loro partecipano, più o meno dichiaratamente, solamente per influenzare il dibattito o comunque con poche possibilità di vittoria. Molti sono quelli sostanzialmente di centro, pochi quelli di una sinistra più “consistente”. I rischi per i democratici sono almeno tre: che venga posta molta enfasi sulla competizione “intra-partitica” penalizzando poi quella presidenziale; che non venga sfruttata la presunta “voglia di sinistra”, che nel 2016 aveva portato Sanders a un passo dalla nomination prima di essere sostanzialmente boicottato dal suo stesso partito; e che non venga catalizzato l’entusiasmo dei giovani in caso di vittoria di un candidato troppo anziano o legato all’establishment.

Kim va in Russia. C’è stato il primo incontro tra Kim Jong-un e Vladimir Putin e si è tenuto in Russia a Vladivostok. Sembra essere andato abbastanza bene, anche se non si è firmato alcun accordo finale. L’obiettivo russo è probabilmente quello di inserirsi all’interno della diatriba nucleare internazionale nord-coreana con un ruolo da protagonista, e in “competizione” con gli Stati Uniti; mentre quello nord-coreano, probabilmente, di trovare un’altra sponda diplomatico-commerciale e di legittimarsi ulteriormente a livello internazionale.

Il voto spagnolo. Come da sondaggi vincono i socialisti del PSOE, altissima l’affluenza che si attesta intorno al 75%. I popolari della destra tradizionale ottengono invece il peggior risultato della loro storia, mentre l’estrema destra di Vox con il suo 10% (per la verità leggermente sotto le aspettative) entra per la prima volta in Parlamento. Resta comunque complicata la formazione di una maggioranza parlamentare per il PSOE: le possibilità sono una coalizione a sinistra, una coalizione con il centro-destra di Ciudadanos, o il tentativo del governare da solo.

Il nuovo video dell’ISIS. È stato diffuso il nuovo video di Abu Bakr al Baghdadi, leader dell’Isis che non compariva dal 2014. Il Califfato è territorialmente sconfitto, e l’apparizione di al Baghdadi è probabilmente da leggersi come un tentativo di riaffermare la propria leadership all’interno di ciò che resta dell’organizzazione, ancora drammaticamente attiva come testimoniano i fatti dello Sri Lanka.

Nuove tensioni tra Gaza ed Israele. Nelle ultime ore è scoppiata una nuova crisi tra Gaza ed Israele, con le solite dinamiche dell’escalation militare. I numeri sono però impressionanti: dalla Striscia sono stati lanciati più di 600 razzi (1/3 sono stati intercettati dal sistema Iron Dome), mentre Israele avrebbe effettuato numerosissimi raid colpendo più di 250 obiettivi di Hamas e della Jihad Islamica. Al momento si contano almeno 28 morti. Nella mattina del 6 maggio è stata fortunatamente siglata una tregua, ma l’esercito israeliano resta schierato al confine.

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