Non benissimo

Priamar botanico: quando le erbacce (e non i chinotti) finiscono per ricoprire il monumento fotogallery

Il Priamar dovrebbe essere un fiore all'occhiello dell'arte e della storia savonese, ma l'incuria e una scarsa cultura della conservazione rischiano di farne una meta non del tutto gradita a turisti e visitatori locali

Uno dei monumenti sicuramente più significativi di Savona e di cui dovremmo andare orgogliosi è il Priamar, l’imponente fortezza, culla di storia e cultura a pochi metri dalla darsena e dal centro. Numerosi sono gli incontri, le conferenze, gli eventi che hanno luogo in questo sito storico, ma molti sono anche gli aspetti su cui bisogna soffermarsi.

Con l’occhio di un visitatore…

Fingendomi una visitatrice qualunque, ho percorso il monumento del Priamar in ogni parte aperta al pubblico ed ecco cosa ho notato.

Per prima cosa ho scoperto che le zone da cui si potrebbe godere di una suggestiva visione panoramica della città sono transennate, “adornate” da una distesa longilinea di pannelli e cavalletti metallici che inquinano la vista con le loro grate; che i protagonisti indiscussi della fortezza sono le piante di fico, con le rispettive compagne erbacce, e che ad accompagnare il percorso storico vi sono alcuni cassonetti per la spazzatura un po’ troppo appariscenti.

priamar vegetazione

All’interno del Priamar sono inoltre presenti numerose scritte sui muri, realizzate da individui irrispettosi che non comprendono il reale valore di un monumento storico; ma ciò che sicuramente fa più indignare è l’incuria del luogo da parte dei responsabili dell’edificio.

Visitare la fortezza significa affrontare un vero e proprio percorso botanico, fatto non di chinotti e altri agrumi – come si pensava di realizzare – ma di erbacce e piante spontanee, soprattutto fichi. A cielo aperto, infatti, attraverso le grate, dai lucernai, tra i mattoni dei muri, dalle fessure della pavimentazione, spuntano rigogliosi cespugli di erbe selvatiche, che sicuramente non passano inosservati, né all’occhio critico dei turisti, né a quello di un qualunque savonese. Una simile florida vegetazione si può ammirare nell’area dedicata ai più piccini, dove, tra i dondoli e lo scivolo, l’erba alta “serve ad attutire” le cadute dei bimbi.

priamar vegetazione

Un ruolo rilevante all’interno della fortezza sembra spettare anche ai cassonetti della spazzatura, recipienti vistosi che i responsabili del monumento non si preoccupano affatto di mimetizzare (ricorrendo, ad esempio, a strutture in legno), ma, anzi, hanno collocato in più punti del percorso nella loro versione più tradizionale, e, quindi, poco elegante. Anche là dove si è tentato di ridurre l’impatto ambientale facendo uso di cassonetti in plastica colorata, il risultato ottenuto non è del tutto soddisfacente.

priamar vegetazione

Non è soltanto una questione di gusto, ma anche di cultura, nel senso che manca la capacità di saper adattare, al contesto che li ospita, qualsiasi elemento la cui presenza, pur scomoda o infelice, è tuttavia necessaria. Così, sporgendosi dal ponte che si affaccia su uno dei fossati della fortezza, la serie di cassonetti bianchi e blu, in base alla finalità, non aiuta certo il turista a calarsi con la fantasia nell’epoca storica del monumento che sta visitando.

Un altro aspetto che merita sicuramente attenzione riguarda alcune zone della fortezza che appaiono abbandonate a se stesse, danneggiate, anche in maniera significativa da smottamenti (come nel caso della piccola terrazza, ormai inagibile, in prossimità dell’ingresso del monumento lato mare), o ridotte a depositi di cartaccia e rifiuti (come l’area accanto alle cellette ora occupate dal progetto P.articelle, una delle poche note positive legate alla volontà di recupero del Priamar).

priamar vegetazione

Per concludere, quasi un dispetto per i turisti sono gli orari di apertura del Museo Archeologico del Priamar, visitabile solo 3 giorni su 7, e quelli della Fortezza stessa, che spesso “imprigiona” gruppi di visitatori a causa degli orari ridotti dei pomeriggi invernali (chiusura prevista per le ore 18.30).

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