Le chiacchiere sportive

Kean, Barella, Zaniolo e la carica degli Under 21; calcio femminile, quanta passione domenica

La nazionale di Roberto Mancini sta iniziando a vincere e convincere grazie ai giovani, mentre grazie a Juventus-Fiorentina il calcio femminile italiano ha scritto un nuovo record

Chi lo ha detto che il calcio non è uno sport per femmine? Domenica si è giocato Juventus W–Fiorentina W, il big match del campionato di Serie A women. La squadra bianconera ha vinto 1 a 0, compiendo un passo decisivo verso la conquista dello scudetto, con 4 punti di vantaggio  sulle viola a tre partite dal termine.

Kean, Barella, Zaniolo e la carica degli Under 21; calcio femminile, quanta passione domenica

La particolarità dell’evento è stata però la cornice di pubblico: il bellissimo stadio della Juventus (l’Allianz Stadium) ha ospitato per la prima volta la sua squadra femminile. Solitamente infatti, le partite casalinghe della Juventus W, vengono disputate nell’impianto di Vinovo, contando qualche centinaia di spettatori. Questa domenica però allo Stadium di Torino ad assistere allo scontro al vertice tra bianconere e viola ci sono state quasi 40 mila persone. Il flusso è stato favorito dalla vendita di biglietti gratuiti, ma i tifosi hanno comunque risposto in massa ben oltre le aspettative.

Infatti è stato stabilito il record italiano di spettatori per una partita di calcio femminile. Anche su Sky, che trasmette i match della Serie A woman, gli ascolti sono stati un successo (più di 340 mila spettatori di media). Una settimana prima, allo stadio Wanda metropolitano di Madrid (in occasione di Atletico Madrid–Barcellona di football rosa), grazie ai quasi 61 mila presenti, era stato superato il primato mondiale di pubblico presente a una partita di calcio femminile. Un record che durava da quasi un secolo.

Tutto ciò testimonia la crescita del calcio rosa, una sezione del mondo del pallone rimasta per troppo tempo nell’ombra.

Già dagli inizi del XX secolo nacquero movimenti di calcio praticati da ragazze e donne in Italia e nel resto d’Europa (in particolare in Inghilterra), bloccati però sul nascere poiché questo sport era ritenuto inadatto per il gentil sesso. L’inizio vero del football femminile in Italia risale alla fine degli anni sessanta, con la formazione della Federazione Italiana Calcio Femminile e dei primi tornei. Squadre e campionati crescono fino al 1986 quando la Serie A e la Serie B vengono inserite nella Lega Nazionale Dilettanti. Nel 2018 le calciatrici iscritte alla FIGC risultano quasi 24 mila, con numeri però in forte e costante aumento (sebbene in Italia si sia ancora distanti dai paesi scandinavi e dagli Usa, pilastri del football femminile). Negli ultimi anni sono state introdotte diverse norme a livello nazionale ed europeo per sviluppare questo movimento. L’anno scorso la Federcalcio ha inglobato al suo interno Serie A e Serie B women, rendendo a tutti gli effetti il calcio femminile uno sport professionistico. L’Uefa ha introdotto invece nel 2016 l’obbligo per i top team maschili di tesserare un determinato numero di calciatrici.

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La Nazionale italiana nasce anch’essa tra gli anni sessanta e settanta, risultando inizialmente tra le migliori al mondo con diversi ottimi piazzamenti (in particolare agli Europei). Dall’inizio del ventunesimo secolo l’Italia femminile ha ottenuto risultati meno buoni, non partecipando a quattro edizioni dei Mondiali consecutive, riuscendo però a ottenere la qualificazione per quelli del 2019.

Proprio l’accesso ai Campionati del Mondo, che si terranno in Francia e nei suoi prestigiosi stadi tra giugno e luglio, è stata un’altra notizia che ha permesso la crescita di visibilità del calcio rosa in Italia. A differenza dei maschietti, le ragazze guidate dal CT Milena Bertolini sono riuscite a conquistare il pass per la manifestazione mondiale, dopo vent’anni di digiuno. La competizione, che si svolgerà tra giugno e luglio, sarà visibile interamente sui canali di Sky sport, ma anche su Rai sport, dove verranno trasmesse le partite più importanti della manifestazione, comprese quelle delle azzurre. Questo a testimonianza della maggior rilevanza che anche i media stanno riservando al calcio femminile.

Chi denigra l’inclinazione femminile del calcio dovrebbe pensare a questi due aspetti. L’Italia women in questo momento ha superato quella maschile, in quanto presente al Mondiale e 16esima nel ranking Fifa, contro il 18esimo posto della Nazionale di Mancini nella corrispondente classifica riservata alle nazionali di genere opposto.

Ma soprattutto il mondo del pallone rosa non rispecchia il pianeta calcio maschile. Fortunatamente. I veri seguaci del calcio femminile affermano un clima totalmente diverso in tutto quello che concerne questo mondo parallelo. Le calciatrici in campo sono molto più rispettose dell’avversario. Risse, insulti e brutti comportamenti sono eventi quasi sconosciuti. Le stesse protagoniste sono più serene e disponibili con i fan senza ostentare quella superiorità tipica del calciatore medio. Stesso discorso si può fare per il pubblico che assiste ai match. Il tifoso va a vedere una partita della serie A Woman per divertirsi e per incitare la propria squadra. Non si urla contro la prima ragazza che sbaglia, non si sbeffeggia un errore dell’avversaria. Solo cori tranquilli e divertenti, con i radi sfottò comunque sempre nel limite della sportività. I pochi tifosi ospiti presenti non vengono scortati dalla polizia, perché il pubblico a un match di calcio femminile si mischia senza nessun rischio di collusioni. Anzi, spesso i supporter della squadra in trasferta vengono accolti dai tifosi locali: si chiacchiera, si prende un caffè insieme e si assiste pacificamente a una semplice partita di pallone.

Un vero spettacolo. Non è un utopia. È solo quel mondo rosa da cui ci arriva un’altra lezione. Quel punto di vista femminile che troppo spesso è stato accantonato in nome di una stupida superiorità maschile. Abbiamo tanto da imparare da loro. Non sarebbe l’ora di iniziare a seguire di più il calcio femminile?

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