Le chiacchiere sportive

Immenso Fognini a Montecarlo, Lajovic battuto e trionfo super per il ligure; Ajax, ecco i segreti della squadra che sta stupendo tutti

Per la prima volta un italiano è riuscito a trionfare in un Masters 1000, mentre l’eliminazione della Juventus ha fatto scoprire al mondo intero la forza della compagine allenata da Erik ten Hag

Immenso Fognini a Montecarlo, Lajovic battuto e trionfo super; Ajax, ecco i segreti della squadra che sta stupendo tutti

Spettacolo nel Principato.Il tennis non si fermanemmeno a Pasquagiorno di festa per i fedeli e di tensione per gli appassionati di tennis italiani

Fabio Fognini, talentuoso tennista ligure (originario di Arma di Taggia), aveva infatti raggiunto la finale nel Masters 1000 di Montecarlo contro Dušan Lajović, giocatore serbo protagonista di un’incredibile exploit proprio in questo torneo. L’occasione sembrava troppo ghiotta per lasciarsela scappare, ma con il taggiasco si sa, niente può essere dato per scontato.

Andiamo però con ordine, raccontando tutti gli ostacoli superati dall’attuale numero uno del tennis italiano. La settimana magica è iniziata lunedì con un 4-6, 7-5, 6-4 ai danni dell’ostico Andrej Rublëv, ed è proseguita con la vittoria nei sedicesimi di finale grazie al ritiro dell’avversario Gilles Simon.

L’attenzione mediatica è salita quando il “Fogna” si è trovato davanti al numero 3 del ranking Atp, quell’Alexander Zverev battuto con un roboante 7-6, 6-1 che ha fatto impazzire i tifosi presenti al Court Rainier III.

Quarti raggiunti e Borna Ćorić come ostacolo tra Fabio e le semifinali, abilmente ottenute con un’altra ottima prestazione. Ecco, a questo punto si è presentato l’avversario più temibile sulla terra: tra lui e la finale c’era infatti Rafael Nadal, il numero 2 del mondo più volte affrontato e raramente battuto dal taggiasco.

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Il richiamo della finale però è stato troppo forte e neanche lo spagnolo è riuscito a fermare Fognini che, imponendo il suo gioco, lo ha sbaragliato per 6-4, 6-2.

L’ultimo scalino da affrontare per far gioire un’intera nazione portava il nome di Dušan Lajović, giustiziere tra gli altri di Thiem e dell’altro azzurro Lorenzo Sonego (complimenti anche a lui per aver raggiunto i quarti di finale).

Il risultato? Una partita stupenda ed un verdetto meraviglioso per Fabio e per tutta l’Italia in generale. Un 6-3, 6-4 storico e ricco di emozioni, che è valso per il tennista ligure anche il best ranking in carriera, arrivando ad occupare la posizione numero 12.

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Un’ascesa straordinaria ed un palmares arricchito con il primo Masters 1000 in carriera, andato ad aggiungersi ai titoli vinti negli Atp 500 e 250.
Grazie ad i suoi risultati e a quelli di Cecchinato lo scorso anno, ma anche per merito delle ottime prestazioni di Sonego e Berrettini (solo per citarne alcuni), il movimento tennistico italiano sta tornando a dire la sua anche nei tornei più importanti, per la felicità di tutti gli appassionati della nostra penisola.
Genio e sregolatezza, Fabio Fognini ha fatto trovare quindi una grande sorpresa nelle uova dei suoi tifosi, con l’augurio che questa, possa essere solo la prima di una serie di vittorie. La stagione sulla terra infatti, sua superficie preferita, sarà ancora lunga: Madrid, Roma e Parigi sono alle porte e l’obiettivo, sarà quello di stupire ancora.

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Super squadra. “Hanno ampiamente meritato di passare il turno”. “Dobbiamo avere la cultura sportiva di fare i complimenti agli avversari e riconoscer loro i grandi meriti”. Andrea Agnelli e Massimiliano Allegri hanno commentato così l’eliminazione della Juventus dalla Uefa Champions League.

Le uniche affermazioni possibili da rilasciare dopo il doppio confronto nei quarti di finale dominato dall’Ajax. Una vera e propria lezione di calcio quella degli olandesi, che nei 180 minuti sono riusciti a domare e a sopraffare una squadra molto più attrezzata sulla carta. Un calcio spettacolare, veloce e tecnico che ha messo in grande difficoltà la Juventus. Sia all’andata (finita 1 – 1) che al ritorno, dove la squadra olandese si è dimostrata superiore alla Vecchia Signora: un tiro al bersaglio, senza che la Juventus riuscisse minimamente a reagire. Gol di De Ligt, 2 – 1 per i lancieri e bianconeri a casa.

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L’Ajax non raggiungeva le semifinali di Champions League dalla stagione 1996/1997. Un’impresa quella compiuta dal club di Amsterdam, in corsa anche per il campionato olandese. Una squadra composta da molti ragazzi giovani (De Ligt, Mazraoui, De Jong, Van De Beek e Neres, tra gli altri), tanto che la media età risulta essere di 23,9 anni (quella della Juve 28,7). Una squadra con un valore di mercato che risulta essere quasi la metà rispetto a quello dei bianconeri (419 milioni contro i 782 della Juventus).

Una squadra allenata da un mister relativamente giovane, 49 anni per Erik Ten Hag, arrivato a calcare il grande palcoscenico dopo diversi anni di gavetta come allenatore delle giovanili e poi come vice tecnico. La svolta per lui sono stati i due anni da tecnico della squadra B del Bayer Monaco, dove ha potuto lavorare con Pep Guardiola. E da come fa giocare la sua squadra sembra aver fatti suoi parecchi concetti del calcio del maestro spagnolo: pressing altissimo che ha fatto sì che la Juve perdesse molti palloni ad inizio azione; nessun punto di riferimento in fase offensiva, con tanta mobilità da parte dei giocatori; una grande capacità di far partire l’azione palla a terra dai difensori per arrivare attraverso il fraseggio nell’area avversaria, con pochi tocchi e grande tecnica; una fase difensiva non sempre impeccabile che beneficia del grande pressing alto e della generosità degli attaccanti, ma che va in difficoltà se la pressione salta. Guardare sempre avanti insomma. Un po’ i concetti del calcio totale del grande maestro olandese Johann Cruijff. Sfortunatamente non l’ho potuto osservare né da giocatore né da allenatore. Tuttavia chi ha avuto la fortuna di visionare il suo modo di giocare e poi di allenare afferma che i principi dell’Ajax di oggi sono quelli del mito con la maglia numero 14.

Un pensiero e una filosofia che contraddistinguono questa società da molti anni ormai. Un’idea di calcio precisa, grande sviluppo e potenziamento costante dei settori giovanili (la squadra che nel 1994/1995 vinse la Champions era composta da nove giocatori del vivaio), crescita di talenti (olandesi e stranieri) poi venduti a cifre elevate, un bilancio sempre in utile che permette alla società di continuare a investire e migliorare le strutture sportive e lo staff per l’academy. Lo stadio è un assoluto gioiello, con 4.200 pannelli solari che immagazzinano energia pulita, accumulata grazie a batterie elettriche riciclate dalle automobili e poi utilizzata per coprire il fabbisogno energetico dello stadio e del quartiere circostante.

Immenso Fognini a Montecarlo, Lajovic battuto e trionfo super; Ajax, ecco i segreti della squadra che sta stupendo tutti

Il progetto dell’Ajax è a lungo termine, rivolto sempre al futuro. Un progetto e un’idea completa a 360° sullo sviluppo della società. Un pensiero vincente che le permette di restare costantemente al vertice del calcio olandese, senza spendere cifre assurde. Anzi il ricavo è positivo. E pazienza se ogni anno non si riesce a partecipare alla Champions League o a essere protagonisti in Europa League. In Olanda si sa aspettare e lavorare sui giovani per ottenere successi futuri. La mentalità e la filosofia di gioco che contraddistinguono questa squadra dall’era Cruijff non sono cambiate.

La visione a lungo termine dei lancieri ha prevalso su quella del tutto e subito della Juventus, che aveva lavorato per vincere la Champions già in questa stagione. Forse da questa sfida dovremmo imparare qualcosa in Italia, guardando e osservando con attenzione il metodo di lavoro e le idee di una società come quella dell’Ajax. Che, attenzione, non sono per forza migliori dei nostri, ma sono il risultato di uno sguardo proiettato sempre verso il futuro

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