Impegno

Giovani e impegno ambientale: non sarebbe meglio sensibilizzare a partire dalle scuole?

Appuntamento il 24 maggio per il secondo sciopero mondiale per il Futuro

Fortunatamente non è finito tutto il 15 marzo. Ancora oggi vale la pena parlare dell’associazione che si è occupata di organizzare l’evento ambientalista sulla scia dei valori di Greta Thunberg: “FridaysForFuture Savona”, che continua ad aggiornare anche la pagina Facebook dedicata.

Al momento, il movimento locale conta (almeno sul social sopracitato) 493 iscritti; tuttavia essi potrebbero essere molti di più! I suoi membri continuano a occuparsi delle tematiche ambientali, a protestare contro i provvedimenti della Regione riguardo alla riduzione delle aree dei parchi liguri, a organizzare molte iniziative, come le riunioni che si tengono ogni venerdì in piazza Sisto IV. A breve, inoltre, è in progetto un secondo sciopero mondiale per il clima, in data 24 Maggio, che si terrà anche a Savona.

Nonostante le problematiche ambientali siano un tema molto serio, la consapevolezza del pericolo che corriamo sembra essere davvero poca. Anche per questo, con una lettera pubblicata il 27 marzo, un gruppo di scienziati italiani esperti in discipline che vanno dalla fisica all’ingegneria ambientale, dalla biologia all’urbanistica e alla meteorologia hanno espresso sostegno e appoggio al movimento giovanile che si sta organizzando intorno ai temi del cambiamento climatico.

Gli studenti hanno risposto invitando gli scienziati all’assemblea nazionale di “Fridays for Future Italia” che si è tenuta il 12 e 13 aprile a Milano. L’obiettivo dichiarato era quello di riuscire a creare un movimento d’opinione tale da riuscire a condizionare la classe politica.
In effetti, l’urgenza di prendere provvedimenti contro i problemi ambientali fa fatica a diventare un concetto chiaro a tutti: coloro che negano il cambiamento climatico e le polemiche sulla strumentalizzazione dei movimenti ambientalisti confondono e frenano il diffondersi della consapevolezza su queste tematiche.

Mi chiedo però se questo basti a giustificare l’indifferenza: il problema si trova nella difficoltà di accettare i cambiamenti climatici come un pericolo imminente, che va fermato il prima possibile, e non come qualcosa che accadrà in un lontano futuro. A Savona, se da una parte ci sono (come dimostra “Fridays For Future Savona”) giovani molto attivi e impegnati su queste tematiche, dall’altra, c’è un gran numero di ragazzi abbastanza lontano e indifferente.

La scuola non può da sola avere la responsabilità di sensibilizzare i ragazzi sulle tematiche ambientali, però, confrontandomi con i miei amici, ho scoperto che sono pochi gli istituti dove questi temi si affrontano e si discutono; anzi, in alcuni non se ne parla proprio.
Eppure gli effetti dell’inquinamento riguarderanno (e già cominciano a farlo) molti aspetti pratici della vita di tutti i giorni comportando cambiamenti in materie di studio come il diritto, la biologia e la geografia.

E siccome i cambiamenti da qualche parte devono iniziare, perché non cominciare dalle piccole cose? Per esempio, siamo sicuri che in tutte le scuole si faccia la raccolta differenziata?

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