Cinema

Giovane e Bella – la recensione

Un film che lascia molti interrogativi

Generica

 

In questo film francese presente su Netflix viene narrata una storia abbastanza strana, dove il perché e le motivazioni non esistono, le azioni e le decisioni avvengono senza una ragione precisa e la vita va avanti in questa strada senza asfalto.

La giovane protagonista, detta Lea, ha un profilo su un sito di appuntamenti e, per 300 o 500 euro, va a letto con uomini più grandi di lei. Ha diciassette anni ma dice di averne 20. Inizialmente è una normalissima ragazza, tanto che scappa di casa per andare a una festa col ragazzo che vuole, ma dopo questa avventura estiva diventa una prostituta che guadagna molto bene.

Tutto questo continua finché un suo cliente muore di infarto a causa del viagra e lei fugge, ma naturalmente la polizia la rintraccia, la famiglia scopre tutto e lei ritorna alla vita normale di una diciassettenne, se non che la vecchia Sim è ancora in suo possesso: difatti si incontra, ma solo per parlare, con la moglie del cliente morto. Se avrà poi altri appuntamenti con costei o con altri clienti, non si sa.

La storia è abbastanza semplice da seguire, molto erotica e piena di scene sessuali, ma alla fine non sarebbe comunque un brutto prodotto, tanto che alla fine viene pure lasciato il mistero: continuerà a svolgere quel lavoro oppure no?

Anche i personaggi sono ben caratterizzati, hanno le loro particolarità e i loro segreti: la stessa madre ha una relazione extraconiugale.

Il problema di questo film è la mancanza di fondamento, l’assenza di logica, l’inesistenza di un perché alle scelte, alle azioni, alle decisioni che vengono prese.

La protagonista, abbastanza inespressiva (si poteva fare una scelta migliore) di viso, non mostra mai segni di eccitamento, al contrario di ogni altro personaggio che mostra benissimo ciò che sente. Quando si confida con lo psicologo, ella ammette che il sesso su appuntamento non le piace, non le provoca piacere erotico. Chiunque adesso può pensare: “Eh grazie, critico, lo fa per soldi, per le scarpe e le borse, per i vizi” e invece no. I soldi che guadagna, davvero tanti tra l’altro, sono relegati in un astuccio nascosto nel suo armadio, che viene aperto solo per essere riempito e mai svuotato. Non solo è ricca di famiglia e viziata con tutti i beni materiali che desidera, ma ciò che guadagna non lo spende. Quindi perché fa la prostituta se non ha bisogno di soldi e non si diverte?

Non si sa. A detta sua le piace ripensarci, o meglio sente il desiderio di rifarlo il giorno successivo. Una motivazione astratta: rifare cosa esattamente? Incontrare un nuovo uomo?

Il vero dramma della trama è questo. Non si capisce perché lei fa quello che fa, a quale scopo; si sa che se ne vergogna, che usa precauzioni, che lo nasconde al mondo e che inventa addirittura una vita per questa Lea con grande attenzione ai dettagli, ma perché continua non si capisce. Non per soldi, non per divertimento, questo viene esplicato, ma il resto no.

Un film sconsigliato ai massimi livelli, da evitare non per contenuti immorali, non per trama e non per personaggi, ma per una sceneggiatura che durante la stesura ha dimenticato la parte più importante della storia: la spiegazione del motivo o dei motivi che spingono la ragazza ad agire in quel modo.

commenta

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.