Dialogo religioso

Chi è l’uomo che ha baciato in bocca Papa Francesco?

Durante l'incontro interreligioso ad Abu Dhabi segnali di apertura tra i due leader religiosi

Chi è l\'uomo che ha baciato in bocca papa Francesco?

Durante la visita di papa Francesco ad Abu Dhabi, dove si è recato in occasione dell’incontro interreligioso, il pontefice è stato fotografato mentre sembra “baciare” l’imam Al Azhar. L’immagine, subito riproposta da molti giornali, impazza anche su Facebook, suscitando non poche polemiche, soprattutto tra chi ritiene che un uomo di fede non possa baciare in bocca un altro uomo. Immagine che è risultato poi essere “truccata”, il pontefice infatti, non bacia realmente l’imam in bocca, ma sulla guancia. Solo quindi un gioco di inquadrature e tempistiche perfette, ma che dà come risultato un segnale senza dubbio significativo e di apertura.

Altro dato importante è la celebrazione di papa Francesco della prima messa pubblica nel golfo, alla quale hanno partecipato 120 mila fedeli tra cui 4 mila musulmani. La stessa Abu Dhabi, culla dell’islam, capitale di un paese in cui le chiese non possono esporre la croce sui tetti e in cui per la prima volta nella storia è stata esposta una grande croce nel più grande stadio del paese.

Ma chi è veramente l’uomo baciato dal pontefice? È Ahmad Al-Tayyib, grande imam dell’universita islamica di Al Azhar che nel 2002, in riferimento ad Israele aveva detto “la soluzione al terrore israeliano risiede nella proliferazione degli attacchi suicidi che diffondono terrore nel cuore dei nemici di Allah. I paesi, governanti e sovrani islamici, devono sostenere questi attacchi”. E ancora nel 2015 in riferimento alle atrocità compiute dai miliziani dell’ISIS, si era pronunciato così: “Devono essere uccisi, crocifissi e bisogna tagliare loro le mani e i piedi.”

L’imam ha firmato in questi giorni insieme a papa Francesco il documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune. Documento che, rivolto ai leader del mondo e agli artefici della politica internazionale, chiede che “si impegnino a difendere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace comune ed intervenire quanto prima per fermare lo spargimento di sangue”.

Le premesse sembrano quindi quelle giuste, e benchè in passato vi siano state lotte e ingerenze soprattutto dalla sponda islamaica, sembra veramente che si sia raggiunto un compromesso per permettere le basi di un prolifico dialogo interreligioso, cominciato già nel 2017 a Il Cairo dove era stato messo a tema il ruolo dei leader religiosi nel contrasto al terrorissmo, considerando che l’imam Al Azhar è considerato uno tra i teologi sunniti più moderati d’Egitto.

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