Proposta

Celiachia, l’appello di Valentina al Ministero della Salute: “Chiedo che venga fatta una normativa a nostra tutela”

"I celiaci in Italia sono più di 225.000. Sono molto amareggiata dal fatto che continui a esserci ignoranza in materia da anni"

valentina leporati

Valentina Leporati, pasticcera celiaca, titolare della pagina web ‘Valentina Gluten Free’ continua a lottare a nome del popolo di celiaci in aumento, questa volta la petizione per ottenere una normativa a tutela dei celiaci. “Mi rivolgo al Ministero della Salute e al Ministro della Salute Speranza per chiedere una regolamentazione seria ed efficace per quanto riguarda la celiachia – esordisce Valentina -. I celiaci in Italia sono più di 225.000, siamo tanti. Io, in quanto celiaca da trentadue anni, sono molto amareggiata dal fatto che la stessa ignoranza che trovavano i miei genitori quando io ero piccola nel dover spiegare cosa fosse davvero la celiachia, io, oggi, da trentatreenne la ritrovo identica”.

Ci sono ristoratori che si impegnano e che creano opzioni senza glutine sicure e fatte con coscienza – continua -. Ci sono invece fin troppi locali che espongono fuori dalla loro porta cartelloni con le scritte ‘pizze per celiaci’, ‘alimenti per celiaci’, ‘opzioni senza glutine’, e quando gli si fa qualche domanda più specifica, si scopre che di celiachia non sanno nulla e che quindi per un celiaco mangiare in quel locale potrebbe essere seriamente pericoloso”.

La nostra malattia non spaventa perché la nostra reazione immediata non è uno shock anafilattico, non prevede una corsa immediata in ospedale, non c’è qualcosa di evidente che possa mettere paura ai ristoratori poco attenti – prosegue Valentina -. I danni che noi abbiamo sono interni e sono a lungo termine, sono molto gravi a lungo termine. Io mi occupo di informazione sulla celiachia e la parte dei rischi è la parte a cui tengo particolarmente perché è la parte che si conosce meno. Addirittura, ancora oggi, i ristoratori chiedono ai celiaci ‘quanto sono celiaci’, allora io mi chiedo, come è possibile che nel nostro paese, in cui i casi di celiachia sono così tanti e continuano a crescere, noi non siamo per nulla tutelati e che ognuno può fare un po’ quello che gli pare?”

“Mi sembra molto strano dover affrontare questo discorso perché io non sono nient’altro che una pasticcera, ma sono una pasticcera celiaca che fin dal primo momento ci ha messo la faccia e quindi credo sia arrivato il momento di mettercela del tutto per portare avanti una battaglia che io ho fatto mia ma credo sia importante per tutti: per le mamme che scoprono di avere un figlio celiaco e non sanno come comportarsi e non si sentono sicure ad andare a cena fuori, per i ragazzini che si imbarazzano a dover dire di essere celiaci e davanti ad una domanda molto ignorante come ‘quanto sei celiaco?‘ non sanno cosa rispondere. Mi sento di portare avanti questa battaglia per i ristoratori che fanno bene il loro lavoro e che lo fanno con coscienza, attenzione ed empatia verso una problematica quasi invisibile come la nostra” aggiunge.

“Io chiedo seriamente al Ministero della salute che venga fatta una normativa che ci tuteli e che offra ai ristoratori che vogliono seriamente dare un’opzione senza glutine nei loro locali, gli strumenti per farlo. Se dovesse servire un aiuto da parte mia, in quanto facente parte del settore, io ovviamente sarò disponibilissima a darlo. Credo che serva tanta informazione, corsi specifici e controlli seri e non fatti ogni sei mesi. Serve sostegno ai ristoratori che scelgono di avere un’opzione in più, che scelgono di aprire le loro porte anche a chi ha particolari esigenze alimentari”.

“Io sono imbarazzata a dover parlare di questo ma spero che la mia voce vi arrivi, spero che si possa fare qualcosa e spero che un domani la scritta Gluten Free davanti ad un locale rispecchi davvero ciò che troveremo dentro perché vi assicuro che andare a cena fuori e mangiare con l’ansia, con l’occhio sempre attento a quello che ci passa di fronte, con la preoccupazione di ciò che sta accadendo in cucina, è qualcosa che diventa un’invalidante sociale, e non è bello, specie in un paese come il nostro dove il cibo è socialità, cultura, bellezza. Tutti dovrebbero mangiare in tranquillità. Anche se la celiachia è una malattia che non si vede e porta problemi a volte invisibili, merita la stessa tutela delle altre” conclude Valentina Leporati.

La petizione di Valentina è presente qui.

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