Noli. Sabato 12 settembre alle ore 21 in piazza Chiappella Saulo Lucci presenta “Hell o’ Dante – XXVI. Ulisse e Diomede, i cattivi consiglieri”. Nell’ottava bolgia dell’ottavo cerchio dell’Inferno dantesco lingue di fuoco avvolgono i dannati ma una in particolare attrae l’attenzione di Dante: la fiamma a doppia punta che rapisce insieme le due anime dannate di Ulisse e Diomede. Di quest’ultimo chiaramente nessuno si preoccupa perché a tenere banco è il racconto dell’ultimo fatidico viaggio del re di Itaca.
“Hell o’ Dante” è un progetto che affronta l’Inferno in 34 spettacoli di narrazione, ognuno dedicato ad un diverso canto. Attraverso una rigorosa ricerca Lucci sviscera le terzine e i personaggi in esse racchiusi, la situazione storica e le pene tanto mirabilmente dipinte, così come il pensiero dell’autore, dando nuova vita a tutto ciò, per riconsegnare agli spettatori la bellezza di una commedia che merita più di ogni altra mai scritta l’attributo di “Divina”.
In ogni serata il pubblico è invitato a votare un canto dell’Inferno e in seguito ad un’estrazione si scopre quale sarà affrontato in quella sede. Per rendere più colorito il tutto un volontario sceglie dal canto estratto un verso qualunque: da qui l’attore cita a memoria la terzina cui appartiene il verso e dà il via allo spettacolo incentrato sul canto estratto.
Per ogni canto si mettono in luce le fonti letterarie e storiche, le cronache dell’epoca e i pettegolezzi da cui Dante ha tratto ispirazione: non solo si scoprirà che l’incontro con Ulisse deriva dalla storia del viaggio dei fratelli Vivaldi e del loro rapimento per opera del Prete Gianni ma anche che dietro la commozione e la pietà provate per la triste storia di Paolo e Francesca si nasconde una famiglia orribile e un matrimonio combinato con l’inganno e che solo grazie ai paleodietologi abbiamo la conferma che il conte Ugolino non mangiò carne nei suoi ultimi giorni di vita.
Ogni canto è accompagnato da alcuni brani musicali eseguiti dal vivo (voce e chitarra) appartenenti al repertorio pop e rock italiano e internazionale. Lo scopo non è solo alleggerire la mole d’informazioni che il pubblico riceve ma soprattutto giocare con due epoche così lontane (il Medioevo e l’età contemporanea) avvicinandole grazie ad un’idea, una parola, un’immagine, un personaggio che uscirà dalla “Divina Commedia” per rivivere in una canzone di settecento anni dopo. Infine il canto è recitato a memoria per suggerire, attraverso la scoperta del suono delle parole, che la poesia non è solo contenuto ma anche musica e ritmo.
Nell’approssimarsi dell’Anno Dantesco lo spettacolo è un’iniziativa del Comune in collaborazione con la Libreria Il Ponte sulla Dora di Torino.