C’è stato un tempo in cui Talli, Zacconi, gli scenografi della Scala e gli English Players di Edward Stirling erano di casa ad Alassio. Il Casinò Municipale era il loro palcoscenico, il tavolo verde quello che lo finanziava. Spettacolo, loisir e scelte di politica culturale s’incontrano in un mito problematico di cui oggi non resta più traccia: l’emblema di un’epoca inimitabile a cui la ricostruzione storica non toglie fascino né ispirazione.
Il ricercatore universitario Matteo Paoletti in questa storia è capitato un po’ per fiuto, un po’ per caso e ha voluto dipanare la matassa dei ricordi, dei documenti e delle leggende. Ne è nato “Il Casinò Municipale di Alassio. Una storia spettacolare”, che sarà presentato sabato 18 dicembre alle ore 18 nell’ex Chiesa Anglicana.
“La storia è spesso fatta di miti inaffidabili e il Casinò Municipale di Alassio ne è un esempio perfetto – spiega – Nulla è rimasto dell’elegante struttura ritratta nelle cartoline Belle Époque, se non la nostalgia per un passato genericamente favoloso, popolato da giocatori, fiche, cocotte, fortune sperperate, musica, danze, noia, lusso e villeggianti internazionali dalle tasche gonfie e dal molto tempo libero. Immagini vaghe, specchio di un’età aurea perduta per sempre. Colpevolmente!”.
“Ancor oggi in città si mormora che qualcuno svendette a Sanremo la licenza del Casinò: davvero andò così? La disponibilità presso gli archivi di un gran numero di fonti di prima mano, come progetti e atti amministrativi, notarili, finanziari e giudiziari, ci consente di rimettere ordine in una materia complessa e quanto mai entusiasmante”, conclude l’autore.
“Non è un caso che questo libro venga presentato nell’ambito del Festival della Cultura e della mostra “Love from Alassio”, una raccolta di immagini e oggetti di un’epoca che non c’è più, un tuffo nell’eleganza e nella grazia dei primi del Novecento alassino e della Riviera Ligure di Ponente, meta tra le più ricercate del jet set internazionale – commenta Paola Cassarino, consigliera comunale incaricata alla Cultura – Chissà che rispolverare il lustro di un tempo possa essere il mezzo per ritrovare quella grazia, gentilezza ed eleganza nei modi di cui oggi si sente forte la mancanza”.