domenica
15
Luglio
2018

I festival di Borgio e Cervo insieme ne “La leggenda di Moby Dick”

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teatro moby dick
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Sono gemellati da molti anni ma non avevano mai avuto modo di presentare qualcosa insieme: l’occasione è arrivata e il 15 luglio il Festival Teatrale di Borgio Verezzi e il Festival Internazionale di Musica da Camera di Cervo (Imperia) proporranno “La leggenda di Moby Dick”, uno spettacolo ispirato al celebre romanzo di Melville in cui felicemente si intrecciano parole, note e percussioni.

Un fiore all’occhiello per queste due eccellenze culturali, tra le manifestazioni più longeve della Liguria: 52 edizioni Borgio Verezzi, 55 Cervo, località accomunate anche dal fatto di essere entrambe tra i Borghi più Belli d’Italia.

Questa particolare versione del “Moby Dick” sarà rappresentata la sera del 15 luglio in piazza sant’Agostino a Verezzi e del 3 agosto sul Sagrato dei Corallini a Cervo.

teatro moby dick

Riadattato in forma di monologo da Igor Chierici, che ne è anche regista con Luca Cicolella (entrambi in scena, rispettivamente nei ruoli di Ismaele, unico superstite della baleniera Pequod, guidata dal capitano Achab, e del ramponiere Queequeg), ha come elemento centrale la musica. Accanto ai due attori sono infatti il gruppo Kyoshindo Taiko, che rappresenta l’equipaggio impegnato nella caccia alla grande balena bianca e suona i tamburi giapponesi, e due strumenti classici: l’arpa celtica di Federica Magliano e il violoncello di Giacomo Bigi.

Moby Dick è un miraggio costante del carismatico Achab, così presente da convincere tutto il suo equipaggio a sposare l’unica vera causa per la quale valga la pena combattere per mare: annientare quello che il Capitano definisce un vero e proprio mostro. Ogni singolo membro dell’imbarcazione è deciso – anche Ismaele – ma le notti sono lunghe e le traversate per gli oceani di tutto il mondo alla ricerca del grande capodoglio sono altrettanto stancanti. Sul ponte di coperta, inchiodato all’albero maestro, splende costantemente il doblone d’oro che Achab ha promesso al marinaio che per primo avvisterà Moby Dick. I giorni passano e il comandante diventa sempre più ombroso, sempre più chiuso in se stesso. Ismaele e l’intera ciurma non attendono altro che il grande momento che ben presto arriverà a segnare la morte di tutto l’equipaggio fedele e di Achab. E Ismaele dice, concludendo la narrazione: “Io solo mi sono salvato: per potervelo raccontare”.
Igor Chierici

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