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Finalborgo ospita la personale di Bruno Munari

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Il Complesso Monumentale di Santa Caterina, nelle suggestive sale dell’Oratorio dè Disciplinanti, apre le porte a un maestro indiscusso dell’astrazione italiana, Bruno Munari. La mostra personale dedicata al poliedrico artista milanese, attivo sulla scena nazionale e internazionale per settant’anni, si inaugurerà sabato 19 gennaio alle ore 18 nella sede di P.za Santa Caterina, Finalborgo.

La mostra, curata da Riccardo Zelatore, con il patrocinio del Comune di Finale Ligure e in collaborazione con Casaperlarte fondazione paolo minoli e l’associazione culturale Traumfabrik, sarà visitabile fino al 9 marzo, dalle 15 alle 20 (lunedì chiuso) e offrirà al pubblico una campionatura dei principali periodi dell’attività di Munari.

Per l’occasione Riccardo Zelatore ha selezionato un nucleo importante di lavori di Bruno Munari provenienti soprattutto da collezioni private che evidenziano il particolarissimo metodo progettuale, vero denominatore comune della sua multiforme attività. L’esposizione sottolinea alcuni aspetti peculiari dell’opera di Munari, tra cui il rapporto con il mondo della didattica e la sua collaborazione praticamente ininterrotta con molte delle riviste italiane dedicate al progetto, alla comunicazione e all’arte. Il percorso espositivo, mette in relazione settori disciplinari diversi, che per Munari rappresentano fasi distinte di un’unica attività progettuale. La mostra è accompagnata da un catalogo a colori con testi di Riccardo Zelatore.

Bruno Munari (Milano, 24 ottobre 1907 – Milano, 30 settembre 1998) è stato un artista e designer italiano. È stato uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo, dando contributi fondamentali in diversi campi dell’espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, design industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) con una ricerca poliedrica sul tema del movimento, della luce e dello sviluppo della creatività e della fantasia nell’infanzia attraverso il gioco.

Bruno Munari è figura leonardesca tra le più importanti del novecento italiano. Assieme allo spaziale Lucio Fontana, Bruno Munari il perfettissimo domina la scena milanese degli anni cinquanta-sessanta; sono gli anni del boom economico in cui nasce la figura dell’artista operatore-visivo che diventa consulente aziendale e che contribuisce attivamente alla rinascita industriale italiana del dopoguerra. Munari partecipa giovanissimo al futurismo, dal quale si distacca con senso di levità ed umorismo, inventando la macchina aerea (1930), primo mobile nella storia dell’arte, e le macchine inutili (1933).

Verso la fine degli anni ‘40 fonda il MAC (Movimento Arte Concreta) che funge da catalizzatore delle istanze astrattiste italiane prospettando una sintesi delle arti, in grado di affiancare alla pittura tradizionale nuovi strumenti di comunicazione ed in grado di dimostrare agli industriali la possibilità di una convergenza tra arte e tecnica.

Nel 1947 realizza Concavo-convesso, una delle prime installazioni nella storia dell’arte, quasi coeva, benché precedente, all’ambiente nero che Lucio Fontana presenta nel 1949 alla Galleria Naviglio di Milano. È il segno evidente che la problematica di un’arte che si fa ambiente e in cui il fruitore è sollecitato, non solo mentalmente, ma in modo ormai multi-sensoriale, è ormai matura. Nel 1950 realizza la pittura proiettata attraverso composizioni astratte racchiuse tra i vetrini delle diapositive e scompone la luce grazie all’uso del filtro Polaroid realizzando nel 1952 la pittura polarizzata, che presenta al MoMA nel 1954 con la mostra Munari’s Slides. È considerato uno dei protagonisti dell’arte programmata e cinetica, ma sfugge per la molteplicità delle sue attività e per la sua grande e intensa creatività a ogni definizione e a ogni catalogazione.

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