lunedì
17
Agosto
2020

Albisola, Giorgio Diritti racconta gli emarginati nel film “Volevo nascondermi”

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17
Agosto
2020

Albisola Superiore. Un film deve poter incontrare il pubblico per cui è stato realizzato, arrivare alla sala cinematografica ed essere condiviso. A “Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti è stato negato perché l’emergenza sanitaria ha portato alla chiusura dei cinema. In questo Ferragosto gli viene data una nuova possibilità, per alcune zone d’Italia, la prima per incontrare gli spettatori e l’Arena Leone sarà una di queste sale che lunedì 17 agosto alle 21:30 lo mostrerà in prima visione sul grande schermo allestito in piazza san Pietro (biglietto: 6 €).

La proiezione sarà preceduta dall’introduzione del critico Giovanna Barreca dell’Associazione culturale Kinoglaz, che al termine dialogherà con il pubblico per condividerne la visione e le riflessioni sull’opera. Un film che finalmente consacra il grande talento di un uomo fragile e forte allo stesso tempo: Antonio Ligabue.

Elio Germano a Berlino dedicò il prestigioso premio, non a caso: “A tutti gli storti, gli sbagliati, gli emarginati e i fuori casta del mondo. E ad Antonio Ligabue che ci ha insegnato che ciò che facciamo in vita resta”. Un Elio Germano che sa raccontare lo spirito dell’uomo prima ancora dell’artista grazie anche al lavoro giornalistico di preparazione del personaggio iniziato andando a cercare chi realmente conobbe profondamente l’artista.

“Diversità” è la parola chiave per interpretare al meglio quest’opera, a tratti anche giocosa e non solo tormentata. Non a caso il regista Giorgio Diritti ha affermato: “Come per ogni uomo nella vita, è capitato anche a Toni di sentirsi inadeguato, sbagliato, sconfitto ed il primo istinto anche per lui in quei momenti è stato il desiderio di nascondersi, di uscire dal mondo”.

La sua diversità sarà la sua condanna e la sua più grande fonte di forza creativa della quale oggi godiamo tutti grazie alle sue opere che sono rimaste a testimonianza del suo genio.

Elio Germano sa raccontare la profonda sofferenza non tanto fisica ma soprattutto interiore di un personaggio così tormentato e sensibile che scappa ogni volta che nelle campagne o persino al cinema vede l’uccisione di un animale, che a ogni rifiuto reagisce fuggendo e rifugiandosi nel suo mondo di colori e forme. Un uomo che per i più è solo il “matto del villaggio” e che invece ricercava solo comprensione e amore.

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