La sostenibilità sta diventando, giorno dopo giorno, un concetto sempre più ricorrente all’interno delle nostre vite.
Ne sentiamo parlare negli spot pubblicitari non appena accendiamo la televisione, ne udiamo gli echi nei servizi al telegiornale quando ci comunicano alluvioni o disastri climatici, sui social, o più semplicemente quando ci muoviamo nel mondo e, tra un mozzicone di sigaretta ed una bottiglietta di plastica, raggiungiamo il mare, facendo la gincana tra i rifiuti che troviamo sulle spiagge.
La sostenibilità, però, non è soltanto ambientale, ma anche sociale; ed anche questo aspetto lo possiamo toccare con mano nella nostra quotidianità, di fronte alle discriminazioni, o quando ci rechiamo ad un appuntamento di lavoro in una grande azienda e troviamo soltanto uomini in giacca e cravatta ad accoglierci, poiché sono loro quelli che hanno potere decisionale.
Purtroppo, e per fortuna, è diventata un’argomentazione alla portata del giorno e, per quanto forse sarebbe stato più opportuno partire con un po’ di anticipo ed iniziare con calma, meticolosità e dedizione a dare il via al cambiamento, non si sarà mai in ritardo per fare del bene e per impegnarsi concretamente in un progetto comune.
Chiunque voglia unirsi a questa causa, impegnarsi nei confronti dell’ambiente che ci ospita e delle persone che lo vivono, deve avere la piena consapevolezza che sì, forse avrebbe potuto fare qualcosa un po’ prima, ma che il suo impegno, oggi, è fondamentale, poiché ciascuno di noi è responsabile della situazione in cui ci troviamo e ciascuno di noi ha il potere di fare qualcosa per migliorarla; e non importa se ci si sente troppo poco influenti, perché è da queste piccole azioni e da queste grandi volontà che ci si avvia verso un cambiamento vero, radicato e concreto.
Ci sono miliardi di persone al mondo, ma la nostra persona, il nostro potere e la nostra forza, possono avere un impatto molto più grande di quanto si possa pensare.
Ancor di più quando questa scelta di avviarsi verso una svolta sostenibile non viene condivisa esclusivamente da una persona, dai propri amici o dal proprio nucleo familiare: se è l’azienda in cui si lavora a voler operare concretamente in questo settore, allora i risultati andrebbero ben oltre le quattro pareti di un ufficio.
Basti pensare che, per quanto un’azienda sia caratterizzata da pochi collaboratori, ciascuno di essi avrà un proprio cerchio di influenza, dei contatti con cui condividere le proprie azioni e quelle della propria realtà, garantendo un raggio di contaminazione molto più ampio e che non si esaurisce all’interno della propria cerchia di dipendenti.
È proprio per questo che le aziende, piccole o grandi che siano, dovrebbero avviare dei progetti interni/esterni di sostenibilità: non soltanto per poter agire concretamente, migliorare una piccola realtà ed il mondo che la circonda; ma anche per poter essere d’esempio e per essere portavoce di valori condivisi e condivisibili.
Sulla base di queste considerazioni, Happily srl, Società Benefit genovese che opera nel mondo del Welfare e del Benessere Organizzativo dal 2017, ha avviato, prima internamente e poi condividendolo all’esterno un percorso di sostenibilità, che prende il nome di Bee Happily.
Nasce nel 2020 a seguito di uno studio meticoloso sulla materia, ma soprattutto da una presa di consapevolezza derivante dal core business dell’azienda madre Happily srl, ovvero il welfare aziendale.
Dopo essersi resa conto di operare già non soltanto in maniera positiva nei confronti dei lavoratori, ma anche dell’ambiente e del territorio, privilegiando le realtà locali, Happily ha deciso di concretizzare il suo impegno nei confronti della sostenibilità, diventando così a giugno 2021 una Società Benefit e dando inizio al percorso aziendale Bee Happily.
Si tratta di un vero e proprio viaggio, costituito da varie tappe da fare insieme alle aziende, il cui fine è quello di “renderle più sostenibili di quanto non lo fossero all’inizio”.
E’ proprio questo che fa Bee Happily: in seguito ad un’analisi iniziale rispetto allo stato dell’azienda in cui si opera, porta il concetto di sostenibilità all’interno delle realtà, specialmente delle piccole medie imprese, poiché è proprio da qui che si può dare il via al cambiamento.
Le PMI erano terreno conosciuto da Happily, che vi operava già in ambito di Welfare e, proprio per questo motivo lo si è reputato un buon campo da gioco.
Sono realtà più ristrette, dove le persone si conoscono spesso e volentieri per nome, e non per ruolo, e dove i valori hanno più modo di essere esplicitati e condivisi.
Proprio per questo, il percorso Bee Happily vuole introdurre, specialmente in queste imprese, i concetti dell’Agenda 2030, ed operare affinchè si possano trovare delle azioni concrete per il raggiungimento dei 17 Goals prefissati dall’ONU.
Il percorso dura due anni ed è questo il tempo in cui un’azienda sceglie di impegnarsi, di fidarsi ed affidarsi alla competenza e all’attenzione del team di Bee Happily, il cui fine è quello di portare un cambiamento che sia radicato e voluto nella mente delle persone e che non venga perseguito solamente poiché lo ha scelto l’azienda.
Attraverso questionari, formazioni, consigli, suggerimenti ed insegnamenti, lo scopo è quello di rendere un’azienda più sostenibile e più consapevole, quindi più pronta per poter proseguire sulla via della sostenibilità, anche una volta terminato il percorso. Vengono dati tutti gli strumenti necessari per poter prendere parte al cambiamento e per poter agire attraverso azioni concrete all’interno della propria realtà.
Bee Happily, inoltre, ha anche recentemente creato la nuova piattaforma Bee U, un vero e proprio e-commerce dove le aziende possono impegnarsi nei confronti della sostenibilità adottando un’arnia, agendo non soltanto nei confronti delle api per la loro salvaguardia, ma aiutando anche le attività di piccoli apicoltori locali.
Le aziende hanno diversi motivi per iniziare un viaggio verso la sostenibilità, specialmente poiché questo sta diventando un requisito molto richiesto dai vari clienti, e garantisce una migliore immagine aziendale, un aumento della brand reputation ed una maggiore competitività sul mercato; oltre a ridurre internamente sprechi e costi, e a migliorare il clima aziendale.
Quello che però è il vero valore dell’intraprendere un percorso di sostenibilità da parte di un’azienda, è il suo potere a livello di influenza sul territorio.
Da un qualcosa che inizialmente potrebbe sembrare come “imposto” e scelto dai superiori, può scaturire un forte valore, un nuovo atteggiamento ed un nuovo comportamento dei singoli nei confronti delle società e dell’ambiente, che ha la forza di poter essere condiviso e che rappresenta il primo anello di una lunga e possibile catena di contaminazione.
Cosa si può fare, quindi? Partire dalle cose più semplici, senza fare il passo più lungo della gamba, iniziare per step affinchè questo avviamento verso la sostenibilità aziendale non preveda degli arresti o dei cambiamenti di direzione; e per questo uno strumento fondamentale da prendere in considerazione prima di avviare tutto ciò, è il tempo.
Prima di scalare una montagna, per quanto una persona sia allenata, si deve domandare per quanto tempo dovrà faticare e se c’è il rischio che non porti a termine la sua missione.
Allo stesso modo va affrontata la scelta delle azioni da perseguire all’interno di un’azienda nei confronti della sostenibilità.
Si può cominciare dalle cose più semplici, introducendo i bidoni per la differenziata, evitando di stampare ogni slide o ogni email, dando più importanza ai lavoratori introducendo strumenti come il welfare aziendale, oppure iniziando a contare quante donne e quanti uomini siano presenti in azienda.
Per scoprire cosa puoi fare anche tu per essere parte al cambiamento, contatta lo staff di Bee Happily tramite l’e-mail commerciale@happily-welfare.it oppure visita il sito www.beehappily.it
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