Il recap delle varie tappe

Calcio, Savona in Promozione: dal fallimento alla rinascita, il racconto di cinque anni di calvario

Storia di tentativi claudicanti, innumerevoli presidenti e incredibili peripezie: Vecchio Delfino, ora puoi davvero tornare a sorridere

Presidenti ultimi anni Savona

Savona. Un calvario durato cinque lunghi anni. Il Savona può tornare a sorridere: la vittoria ottenuta contro la Letimbro vale la Promozione. Un risultato frutto di una stagione ai limiti dello straordinario, una cavalcata trionfale che vede i biancoblù festeggiare grazie ad un’incredibile striscia aperta di 16 vittorie consecutive.

È la Promozione di Emanuele Cola, discepolo di mister Monteforte diventato re accettando l’incarico forse più difficile possibile alla suo esordio come primo allenatore di una squadra maggiore: traghettare il Savona ad un salto di categoria tanto ambito quanto agognato.

Ci sono voluti cinque anni, innumerevoli presidenti e tante, tantissime partite di Prima Categoria al Vecchio Delfino per riuscire a salpare verso l’esplorazione di nuovi lidi: dal fallimento targato Sana Sport & Management alla rifondazione con Enzo Grenno presidente, questo per arrivare prima al Savona ambizioso ma inconcludente di Simone Marinelli, poi all’interregno di Leonardo Mordeglia succeduto dalla traumatica esperienza del Savona del duo Cannella-Cittadino. Infine il Città di Savona (in seguito nuovamente Savona Fbc), nuovo soggetto sportivo nato per ridare lustro ad una società martoriata che, prima con Enrico Santucci e ora con Alain Milani, sta effettivamente riuscendo nel proprio intento.

Dal fallimento al Pro Savona Calcio

L’avvicendamento tra Cristiano Cavaliere e la cordata di imprenditori milanesi rappresentata da Roberto Patrassi avvenuta nell’estate del 2019 aveva generato euforia e nuove speranze in città, ma nessuno poteva sapere che quell’entusiasmo si sarebbe presto trasformato in un vero e proprio incubo: il 24 luglio 2020 infatti, dopo una stagione travagliata e conclusa probabilmente soltanto grazie allo stop dei campionati a causa della pandemia da Covid-19, il Savona non formalizzerà la propria iscrizione alla Serie D.

Il primo tentativo di non fare scomparire il Vecchio Delfino viene dunque attuato da Enzo Grenno che, con il supporto di un gruppo di savonesi appassionati e facoltosi (tra cui Simone Marinelli e Leonardo Mordeglia) torna presidente della squadra di calcio di riferimento del capoluogo di provincia come già accaduto a cavallo tra gli anni ’80 e ’90.

Immediatamente però iniziano a presentarsi le prime difficoltà: senza la storica casa rappresentata dallo stadio “Valerio Bacigalupo” il Savona si trova a giocare al “Ferruccio Chittolina” di Vado Ligure, ma i risultati sul campo nonostante le premesse stentano ad arrivare e, come se non bastasse, i campionati vengono nuovamente sospesi a causa dell’aumento dei contagi da Covid.

Da Grenno a Marinelli, un’annata all’insegna della sregolatezza

La stagione successiva il Savona passa di mano. Il vicepresidente Simone Marinelli eredita da Enzo Grenno la guida del club e fa immediatamente chiarezza sull’unico obiettivo possibile per la sua squadra: vincere il campionato per riportare il club dove merita.

La stagione 2021/2022 per il Vecchio Delfino sarà caratterizzata da svariati scossoni: una falsa partenza porta infatti il nuovo numero uno degli Striscioni ad optare per una vera e propria rivoluzione. Salutano dunque mister Cattardico e gran parte dei senatori dello spogliatoio scelti dalla gestione precedente, dentro altri nomi di assoluto spessore per il panorama dilettanti locale guidati da David Balleri.

Nel frattempo la federazione, dal girone “A” totalmente in salsa savonese, opta per un cambiamento radicale: viene istituito un raggruppamento di Prima Categoria interprovinciale che coinvolge squadre di Savona e genovesi, ovvero l’attuale girone “B”.

Per il Savona, a inizio stagione ancora inconsapevole di ciò, questo cambio di paradigma si rivelerà traumatico. I biancoblù infatti si troveranno a faticare tremendamente contro le formazioni provenienti dal capoluogo regionale, una situazione che porterà la dirigenza a scegliere di sollevare dall’incarico David Balleri affidando la squadra a Maurizio Podestà.

La frenesia dell’annata inoltre porterà gli Striscioni, ancora orfani del “Bacigalupo”, a disputare le proprie gare casalinghe su tre campi da gioco differenti: il “Picasso” di Quiliano dal principio, poi il “Ruffinengo” di Legino prima del ritorno al Picasso per arrivare infine al “Carlo Mazzucco” di Voze.

Lo psicodramma definitivo in casa Savona si concretizza in quel di Sampierdarena: nello scontro diretto decisivo per la promozione i biancoblù rimediano una sconfitta con il risultato di 2-0 mandando a monte i piani societari.

Marinelli lascia, tocca a Mordeglia

La delusione causata dal mancato salto di categoria provoca un terremoto in casa biancoblù: Simone Marinelli, fino a quel momento assoluto protagonista e principale fonte di sostentamento del club, sceglie di lasciare anche a causa delle costanti frizioni con l’amministrazione comunale.

All’ex presidente subentra Leonardo Mordeglia, imprenditore savonese che inizialmente sembra voler seguire le orme del suo predecessore, ma poi lascia all’improvviso facendo precipitare la società nel caos.

L’arrivo di Sebastiano Cannella e Massimo Cittadino: una storia di promesse disattese

Nel giro di pochi mesi il Savona si trova così addirittura in pericolo di cessare nuovamente la propria attività, ma in soccorso del Vecchio Delfino si verifica un intervento direttamente dalla capitale: il terzo presidente biancoblù del 2022 corrisponde al nome di Sebastiano Cannella.

Quest’ultimo rappresenta una cordata romana che, nella conferenza stampa di presentazione, promette di riportare la società agli antichi fasti: concerti al Bacigalupo, obiettivo promozione e un settore giovanile ambizioso.

I primi segnali che qualcosa potesse nuovamente incrinarsi tuttavia si presentano quasi subito: Alessandro Grandoni infatti, allora responsabile del settore giovanile del club, lascia e come lui moltissimi giocatori di spicco scelgono di fare lo stesso.

Ecco dunque la discesa in campo di Ermanno Frumento, allenatore che grazie alla sua tenacia e caparbietà, supportato da un gruppo di giocatori destinato a rimanere per lunghi anni nell’immaginario collettivo cittadino, condurrà in porto una stagione vissuta in delle condizioni ai limiti dell’assurdo.

Nel frattempo infatti Cannella opterà per defilarsi con l’avvocato Massimo Cittadino che, tra promesse mirabolanti (tra tutte l’arrivo di due giocatori camerunesi che avrebbero dovuto fare la differenza, i quali però sono riusciti a raggiungere la città della Torretta soltanto in occasione dell’ultima giornata di campionato, ndr) e provocazioni, costringerà la compagine biancoblù praticamente ad autogestirsi.

La nascita del Città di Savona: savonesi ed ex tifosi riportano in alto la nomea dei colori biancoblù

Arriviamo dunque ai giorni nostri. Mentre la tempesta infuria sul fronte Savona Fbc, la determinazione di un gruppo di volenterosi capitanato da Claudio Aonzo conduce alla nascita di un progetto alternativo: nasce il Città di Savona, nuovo sodalizio che si prefigge l’obiettivo di cogliere l’eredità del martoriato Vecchio Delfino.

Presto ad assumere la presidenza del soggetto biancoblù animato dalla passione di svariati savonesi e numerosi ex tifosi sarà Enrico Santucci, già numero uno del club quando si trovava a militare in categorie superiori. Il primo anno di attività vedrà il Città di Savona non solo centrare i playoff del proprio girone vincendoli, ma anche riportare sotto la Torretta l’amato marchio “Savona F.B.C. 1907”.

Il resto è storia estremamente recente: il mancato salto di categoria a causa di una serie di partite da dimenticare disputate in occasione della fase regionale dei playoff porta Fabrizio Monte a sedere sulla panchina dei biancoblù al posto di Roberto Biffi.

Nel frattempo, l’imprenditore Alain Milani sceglie di investire nel Savona diventandone il nuovo presidente. Infine, un inizio poco convincente condurrà la società a scegliere di sollevare dall’incarico mister Monte per affidare la panchina della squadra a Emanuele Cola, allenatore mai sconfitto (se non alla prima gara stagionale) e autentico eroe insieme ad i suoi giocatori della Promozione dei biancoblù.

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