Savona. “Abbiamo riaperto da una settimana e vi possiamo garantire che siamo stati invasi da un affetto indescrivibile. C’è stato un boom di richieste, abbiamo lavorato tantissimo anche con persone che non ci conoscevano, grazie ad un passaparola incredibile. Grazie Savona”.
Sono queste le parole emozionate di Antonio Di Santo che, insieme alla moglie Marisa Nadia Poggi, è titolare dello storico negozio “Fette Panissa” situato in Vico dei Crema (una traversa di via Pia).
L’attività ha riaperto i battenti dopo oltre sei mesi di chiusura causa problemi di salute da parte dei titolari: “Prima sono stato male io, mi sono dovuto operare alla gamba all’ospedale di Pietra Ligure – afferma Antonio – anzi, se posso ringraziare pubblicamente il reparto di ortopedia del Santa Corona mi fa un favore. Poi è stata male mia moglie e, così siamo stati a riposo parecchi mesi”.
I coniugi sono sposati da 57 anni, e lavorano insieme da sempre. Hanno ereditato la bottega dalla famiglia di Marisa (savonese doc), i quali sono stati pionieri della panissa. “Grazie alla mia bisnonna è partita la produzione, poi e continuata con i miei zii e poi sono subentrata io con mio marito – ci spiega Marisa – il successo di un lungo matrimonio che ha portato ottimi frutti anche nel lavoro? Litigare almeno tre volte al giorno (ridono entrambi)”.
Antonio e Marisa hanno tre figli maschi, Maurizio Giuseppe ed Enrico ma nessuno dei tre, sembrerebbe al momento, voler continuare l’attività di famiglia: “Due abitano in Toscana, dove sono nati – affermano – solo Giuseppe ci viene un po’ ad aiutare la mattina ma poi va a lavorare per conto suo”.
Il negozio storico ha servito generazioni di savonesi e non solo. La panissa (preparata secondo la vera tradizione) è il punto di forza ma Antonio e Marisa servono anche diversi prodotti tipici: come focaccette, frittelle con il baccalà e la boragine, il castagnaccio, patatine fritte e nel periodo di Carnevale anche le classiche bugie.

“Vengono da noi anche tanti turisti, ma i savonesi sono il nostro punto di forza – spiegano – in questi lunghi mesi ci sono mancati molto, con molti c’è proprio un rapporto di affetto. Pensa che noi abbiamo aperto mercoledì 12 marzo, il giorno prima ero qua a pulire, quando è passata una cliente con il nipote e quando ha scoperto che avrei riaperto si è commossa. Per noi non c’è regalo più grande che l’affetto di chi serviamo. Siamo stati inondati da clienti che ci chiedevano spesso quando avemmo riaperto, che onore”, spiega Antonio.
“In questi 41 anni di attività il periodo più difficile è stato dopo la pandemia, noi eravamo chiusi non abbiamo potuto aprire. Poi ci è stato dato il permesso di aprire, i primi giorni sono andati benissimo poi c’è stato un calo delle vendite ma non ci possiamo lamentare”, aggiungono.
La storica bottega è stata meta anche di personaggi famosi come il critico d’arte, Vittorio Sgarbi, l’attore Michele Placido e il giornalista, Enrico Lucci. “Siamo orgogliosi che ci hanno apprezzato in tanti, anche diversi politici come l’ex presidente della regione, Claudio Burlando. Veniva spesso a trovarci e mangiava la panissa con un bel bicchiere di vino. In questi giorni è venuto a farci visita anche il sindaco, Marco Russo. Una gioia per noi”, afferma Antonio.
Il locale, nel 2015, è stato insignito del Certificato d’eccellenza da TripAdvisor ma è da ricordare anche lo storico riconoscimento della “fetta d’oro” donato dalla Campanassa.
“Se abbiamo intenzione di andare in pensione? Ma se siamo due giovanotti”, concludono ridendo.