Pietra L./Finale L. Se da una parte c’è chi spegne gli autovelox in via precauzionale (vedi il caso di Varigotti), dall’altra c’è chi continua a utilizzarli e a emettere multe (vedi il dispositivo di rilevazione di velocità di Pietra Ligure). Il risultato? Caos totale, cittadini confusi e una serie di battaglie legali che si giocano tra ricorsi, sentenze e circolari ministeriali.
Gli autovelox sono sempre stati al centro di contenziosi tra cittadini e pubbliche amministrazioni. Da un lato, servono a garantire maggiore sicurezza sulle strade, dall’altro, non di rado, diventano strumenti per fare cassa.
Ma cerchiamo di fare ordine. Tutto nasce da una sentenza della Cassazione di aprile 2024 che ha stabilito che gli autovelox privi di omologazione sono illegittimi. La Corte ha chiarito che l’approvazione ministeriale non basta: senza omologazione, le multe non sono valide. Ma c’è un “piccolo problema”: nessun autovelox in Italia ha ottenuto l’omologazione (anche perché, ad oggi, non esiste un ente omologatore).
Anche in provincia di Savona, le amministrazioni locali si stanno muovendo in ordine sparso. I rilevatori di velocità sparsi per il territorio sono (quasi) tutti operativi: basti pensare all’autovelox di Borgio (20 sanzioni al giorno nel 2023), così come quello provinciale a Toirano. Come detto, a Finale, a Varigotti nello specifico, l’autovelox sulla via Aurelia è stato spento in via precauzionale. A Pietra Ligure, proprio come negli altri comuni savonesi, il dispositivo continua a funzionare e a produrre multe, forte di una circolare ministeriale che, dal punto di vista amministrativo, ne legittima l’uso.
Ma chi riceve una multa, cosa può fare? Il problema è che molti automobilisti, scoraggiati dai costi e dalla burocrazia, preferiscono pagare piuttosto che fare ricorso. Basti pensare che solo per depositare un ricorso servono 43 euro, e se ci si rivolge a un avvocato il costo aumenta inevitabilmente.
C’è chi, però, ha scelto di non arrendersi. Lo sa bene l’avvocato finalese Umberto Luzi, che di ricorsi negli ultimi mesi ne ha visti (e vinti) molti. Un caso emblematico è quello di un automobilista che, percorrendo la via Aurelia a Pietra Ligure nelle prime due settimane di maggio 2023, ha accumulato dieci multe per un totale di 1200 euro: “In quel caso il termine per il ricorso era scaduto – ricorda l’avvocato Luzi -, quindi siamo andati dal Prefetto, che non solo ha respinto l’istanza ma ha anche raddoppiato le sanzioni. A quel punto ci siamo rivolti al Giudice di Pace, che ha annullato tutti i verbali”.
Il caso non è isolato. Infatti Luzi sinora ha vinto tutti i ricorsi contro le multe fatte con l’autovelox di Pietra Ligure (circa 16, al momento).
A “complicare le cose” ci ha pensato il Ministero dell’Interno, che ha provato a mettere una pezza con una circolare che equipara l’approvazione all’omologazione: “Il problema – sottolinea l’avvocato finaelse – è che si tratta di una norma interna alla pubblica amministrazione, che non ha valore per i cittadini. E infatti, il Giudice di Pace ha dato ragione ai ricorrenti”.
Ma attenzione: a febbraio 2025 una nuova sentenza della Cassazione sembra ribaltare tutto, affermando che approvazione e omologazione sono equivalenti. Un orientamento, quest’ultimo, che, ovviamente, piace all’amministrazione pietrese: “Alla luce dell’ultima sentenza della Cassazione (Febbraio 2025, ndr) – spiega il sindaco di Pietra Ligure, Luigi De Vincenzi, a IVG -, ricorreremo in appello. In quel tratto, dove ci sono stati episodi anche gravi, non si sono verificati più incidenti sulle strisce pedonali. C’è chi sostiene che queste misure siano fatte per fare cassa, ma per noi è stato un problema di sicurezza. Le statistiche sugli incidenti dal 2017 in avanti parlano chiaro”.
Di segno opposto il parere sulla sentenza di febbraio 2025 dell’avvocato Luzi: “Quella decisione parte da un presupposto errato – aggiunge Luzi -, il giudice di primo grado aveva ritenuto che l’autovelox fosse effettivamente omologato, cosa che non è vera”.
E ora? L’orientamento giurisprudenziale maggioritario (con l’eccezione della Cassazione di febbraio 2025 vista sopra) è favorevole ai cittadini, ma senza un intervento del Governo – che con la recente riforma Salvini del Codice della Strada ha perso una preziosa occasione per fare chiarezza – la confusione resta alta.
“Oggi nessuno si sognerebbe di andare in giro con un casco non omologato. Eppure gli autovelox non hanno questo tipo di certificazione. Essere ‘approvati’ non basta,” conclude Luzi.
Infine, un consiglio per tutti gli automobilisti che si trovano con una multa in mano: chi paga, non può più chiedere il rimborso. Il pagamento, infatti, equivale a un’ammissione di responsabilità.