Savona. Un vero e proprio giallo, tra l’ombra del petrolio russo, quella del terrorismo internazionale e il silenzio degli investigatori. E’ quello che si sta consumando in queste ore a Savona, dove nella notte tra venerdì e sabato la petroliera “Seajewel”, attualmente ancorata nel campo boe Sarpom a pochi chilometri dalla costa di Savona, sarebbe stata danneggiata da due esplosioni. La nave presenta una falla nello scafo sotto la linea di galleggiamento. Fortunatamente le lamiere della camera di sicurezza hanno tenuto, evitando lo sversamento del petrolio in mare ed evitando un disastro ambientale.
Ancora non è chiara la causa. Non è escluso possa essersi trattato di un semplice guasto tecnico durante le operazioni di scarico del greggio, ma il personale di bordo ha riferito di aver udito due forti boati, e le lamiere dello scafo sono ripiegate verso l’interno: due particolari che hanno fatto pensare alla possibilità di due ordigni posizionati all’esterno dello scafo.
Sul posto stanno indagando i militari della Guardia Costiera di Savona, insieme ai sommozzatori arrivati da La Spezia per individuare le cause e il movente. Al momento il riserbo degli investigatori sulla vicenda è massimo e nessuno rilascia ulteriori informazioni.
COSA E’ SUCCESSO: gli indizi che suggeriscono un attentato
La Capitaneria di Porto in giornata ha diffuso una nota ricostruendo così l’accaduto: “Durante le operazioni di scarico di crude oil il personale specializzato, che sovrintendeva tali operazioni, ha constatato alcune anomalie – da accertare – nelle procedure di discarica decidendo, di concerto con questa Capitaneria di porto, per motivi precauzionali, l’interruzione delle stesse. Questa Capitaneria attuava, nell’immediatezza, le procedure previste dai Piani antinquinamento e antincendio portuali. Non sono stati registrati sversamenti né danni a persone. Sono attualmente in corso accertamenti tecnici a bordo dell’unità in questione volti a verificare l’origine di tali anomalie e ad eliminare le stesse per il prosieguo delle operazioni in sicurezza“. Nessun pericolo, dunque: la nave non rischia di affondare, non ci sono feriti né danni ambientali.
In ogni caso la Procura di Savona ha aperto un fascicolo per chiarire l’accaduto, e al momento gli inquirenti non escludono nessuna pista: nemmeno quella di un attentato terroristico, dato che la Procura savonese si è messa in contatto con quella di Genova, che ha la competenza in materia, e con la Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo.
Tre gli elementi che, con il passare delle ore, stanno dando corpo alla tesi di un ordigno posizionato all’esterno della chiglia. Il primo è il fatto che lo squarcio si trovi sotto la linea di galleggiamento, particolare che depone a favore di una “causa esterna” più che di un inconveniente tecnico. Il secondo elemento è legato alla conformazione del danno, vale a dire le lamiere piegate verso l’interno. Terzo e ultimo, importante, indizio: la moria di pesci riscontrata nell’area dai sommozzatori.
Ma, se fosse vero, chi avrebbe cercato di far saltare in aria la petroliera? E’ presto per dirlo, ma gli inquirenti starebbero iniziando a prendendo in considerazione la tesi della cosiddetta “flotta fantasma”, vale a dire il fatto che – secondo alcuni media – la petroliera avrebbe ripetutamente trasportato petrolio russo, nonostante le sanzioni.
LA SEAJEWEL: per Ukrainska Pravda trasporterebbe petrolio russo in Europa
La Seajewel, lunga 245 metri e larga 42, è stata costruita nel 2009 e naviga attualmente sotto bandiera di Malta. E’ arrivata venerdì 14 febbraio dall’Algeria. In un articolo di Euractiv la Seajewel è citata tra le navi che continuerebbero a trasportare petrolio russo nell’Unione Europea nonostante le sanzioni legate alla guerra in Ucraina.
Lo scorso dicembre la petroliera è partita dal porto di Ceyhan (Turchia) raggiungendo il 24 dicembre 2024 quello di Constanta, in Romania: secondo un’indagine di Ukrainska Pravda in quell’occasione sarebbe stata vista scaricare. I porti della Turchia, però, non hanno capacità di raffinazione, e l’Ufficio europeo per la lotta antifrode sta attualmente conducendo un’indagine proprio sulle consegne di petrolio russo attraverso gli scali turchi, che farebbero quindi da “cavallo di Troia” per l’ingresso in UE.
Anche i profili di RussianTankerTracker (bot automatizzato di GreenPeace UK) e RussianOilTracker hanno più volte, dal 2022 ad oggi, documentato partenze della Seajewel dal porto russo di Novorossiysk alla volta di scali turchi oppure sconosciuti.
I SINDACI: “Siamo in costante contatto”
“Siamo in costante contatto con le Autorità preposte – commentano il sindaco di Savona Marco Russo e quello di Vado Ligure Fabio Gilardi – Sappiamo che la situazione è monitorata e presidiata sotto ogni aspetto. Al momento non diciamo altro per rispetto delle attività in corso”.