Albenga. Si è tenuta questa mattina la presentazione ufficiale della Casa di Comunità di Albenga, alla presenza dell’assessore alla salute Massimo Nicolò, della dirigenza strategica di Asl2, di numerosi consiglieri regionali, delle autorità del territorio, delle forze dell’ordine, del sindaco di Albenga Riccardo Tomatis e dei sindaci del comprensorio. Ha partecipato anche monsignor Bruno Scarpino, vicario generale della diocesi di Albenga-Imperia, che al termine di un breve discorso ha impartito la benedizione alla struttura subito prima del taglio del nastro.
La Casa di Comunità di Albenga fa parte del programma di riorganizzazione del sistema sanitario territoriale che prevede l’apertura di altre cinque Case di Comunità.
All’interno della Casa di Comunità sono attivi numerosi servizi pensati per rispondere, a livello territoriale, ai bisogni di cura e assistenza dei cittadini, con particolare attenzione alle persone con patologie croniche.
I servizi offerti includono:
– accoglienza e punto unico di accesso;
– ambulatori specialistici: cardiologia, neurologia, urologia, diabetologia, oculistica, odontoiatria, salute mentale;
– infermieristica: infermieri per la cura domiciliare, infermieri di famiglia e comunità;
– medico di distretto;
– continuità assistenziale (guardia medica);
– ambulatorio cronicità;
– area terzo settore;
– centro prelievi (condiviso con l’ospedale);
– radiologia (condivisa con l’ospedale);
– piastra ambulatoriale (condivisa con l’ospedale).
All’interno della struttura opererà un’équipe multidisciplinare composta da professionisti della salute, che prenderanno in carico i pazienti con patologie croniche attraverso percorsi strutturati. I professionisti della Casa di Comunità lavoreranno in sinergia con i Comuni e con la rete delle farmacie per garantire l’aderenza terapeutica nella gestione del paziente cronico.
Secondo il piano operativo della rete territoriale per la fragilità e la cronicità, in Asl2 sono previste sei Case di Comunità (Albenga, Pietra Ligure, Finale Ligure, Savona, Vado Ligure e Cairo Montenotte) e due Ospedali di Comunità (Albenga e Cairo Montenotte), affiancati dagli ambulatori di prossimità già operativi nei piccoli Comuni dell’entroterra.
Dichiara Monica Cirone, direttore sociosanitario di Asl2: “L’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede una rivisitazione dell’assistenza sanitaria territoriale, che troverà principale sbocco nella creazione degli Ospedali di Comunità e delle Case di Comunità, come quella che abbiamo inaugurato oggi ad Albenga. La Casa di Comunità è un nuovo modello organizzativo dei servizi, che intende rispondere ai bisogni di salute delle persone in maniera integrata e strutturata. Grazie alla partecipazione dei professionisti e operatori sanitari, ma anche di altri attori del territorio, vogliamo garantire un’assistenza completa, con particolare attenzione ai soggetti più fragili e ai malati cronici.”
Aggiunge Michele Orlando, direttore generale di Asl2: “La Casa di Comunità rappresenta un passo fondamentale per il potenziamento e la riorganizzazione dell’offerta socio-sanitaria sul territorio. Grazie a questa struttura, puntiamo a migliorare sia l’accessibilità ai diversi servizi, sia la qualità complessiva dell’assistenza offerta. Si tratta di un tassello strategico nella costruzione di una rete integrata di servizi, in linea con le direttive del Sistema Sanitario regionale. Le sei Case hanno ricevuto un finanziamento di 8 milioni di euro nell’ambito del Pnrr. La seconda Casa di Comunità ad essere inaugurata sarà quella di Finale Ligure, nel mese di maggio/giugno. Altri 3 milioni di euro di finanziamento serviranno per i due ospedali di Comunità. Il primo sarà aperto ad Albenga nel mese di settembre/ottobre”.
Conclude l’assessore alla sanità Massimo Nicolò: “Oggi inauguriamo la prima Casa di Comunità in Asl2 che rientra in una riorganizzazione dell’intero sistema territoriale che vedrà l’apertura di altre cinque strutture entro la fine del 2025. Le Case di Comunità costituiscono un nuovo riferimento per la popolazione, in grado di garantire capillarità assistenziale sul territorio e costituendo un punto unico di accesso a diversi servizi sanitari e sociali. Per questo oggi in Liguria ci troviamo davanti ad una svolta per la nostra sanità, con il potenziamento dell’offerta territoriale che renderà l’assistenza di prossimità maggiormente diffusa e capillare, con conseguenti effetti positivi anche nella riduzione della pressione sui reparti per acuti. Questo modello garantirà quindi una maggiore appropriatezza delle cure, determinando una sostanziale riduzione degli accessi impropri negli ospedali e nei pronto soccorso, dove oggi le persone accedono anche senza patologie gravi o tempo dipendenti, ma non trovando risposte territoriali adeguate”.
Il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis: “Quello di oggi è un momento molto importante, che noi accogliamo con grande entusiasmo. La Casa di Comunità è una risorsa in più per l’assistenza sanitaria dei pazienti di tutto il distretto. Una presa in carico corretta e adeguata del paziente è l’elemento principale per la costituzione del giusto percorso assistenziale e per fornire e ottimizzare i servizi e le risorse sanitarie. E’ importante che l’ospedale sia poi valorizzato per i suoi aspetti più peculiari e che il comprensorio sia poi dotato di altri presidi in modo che gli utenti possano avere assistenza sul territorio della città di Albenga”.
L’obiettivo finale della Casa di Comunità, definito dalla Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), secondo cui essa rappresenta “il luogo fisico, di prossimità e di facile individuazione al quale l’assistito può accedere per entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria“, è quindi quello di diventare un punto di riferimento continuativo per i cittadini, garantendo l’accesso ai servizi sanitari erogati.
I commenti
Rocco Invernizzi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione, spiega: “Le Case della Comunità (CdC) sono le nuove strutture socio-sanitarie che entreranno a far parte del Servizio Sanitario Nazionale. Le Case della Comunità, previste già dal PNRR del 2021, sono descritte successivamente nel DM 77 del 23 maggio 2022. Il progetto del Ministero della Salute si pone l’obiettivo di potenziare e sviluppare l’assistenza sanitaria territoriale nel Servizio sanitario nazionale implementando nuovi modelli organizzativi e ridefinendo le funzioni e il coordinamento delle realtà già presenti nel territorio. Tra i vari strumenti introdotti dal Ministero troviamo appunto le Case della Comunità, che dovranno essere attivate nella misura di 1.350 entro la metà del 2026, e per le quali si potranno utilizzare sia strutture già esistenti sia strutture di nuova gestione. Sono un luogo fisico al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria e socio-sanitaria non urgenti e rappresentano il modello organizzativo privilegiato per coordinare l’assistenza di prossimità e tutti i servizi offerti sul territorio. All’interno operano diversi professionisti tra i quali: infermieri, medici, fisioterapisti, ostetriche, assistenti sociali, operatori sociosanitari, psicologi, amministrativi, che lavorano in sinergia per affrontare in modo integrato i bisogni dei cittadini”.
“Già in campagna elettorale ho manifestato il mio impegno per far tornare il pronto soccorso ad Albenga h 24 e 7/7 e l’apertura di questa casa di comunità non è in contrasto con tale obiettivo, semplicemente i tempi di attuazione di quanto auspicato da tutti i cittadini (la realizzazione di un DEA di Secondo livello con santa corona di Pietra Ligure) sono fisiologicamente più dilatati, vista l’entità dell’intervento in programma. Ribadisco però che è ciò che questa amministrazione regionale vuole attuare”.
Il consigliere regionale del Partito Democratico Roberto Arboscello: “Questa mattina ho partecipato all’inaugurazione della Casa di Comunità di Albenga, un presidio sanitario territoriale finanziato con risorse del PNRR, che rappresenta un’opportunità per garantire servizi essenziali, soprattutto alle persone più fragili. Un’integrazione da accogliere con entusiasmo. Mi chiedo però se inserirla all’interno dell’Ospedale Santa Maria di Misericordia abbia un senso. Per essere realmente presidio di prossimità le Case di Comunità dovrebbero essere distribuite capillarmente e non dovrebbero essere concentrate esclusivamente all’interno di strutture ospedaliere. Questa inaugurazione pone anche un interrogativo fondamentale sul futuro dell’Ospedale di Albenga. Quale sarà la sua reale destinazione? È ancora un ospedale, come ci è stato detto fino ad oggi, o si sta trasformando in una struttura sanitaria con finalità diverse? La struttura di Albenga è un ospedale e come tale deve essere utilizzato al massimo delle sue potenzialità. Per questo, sarebbe necessario dopo l’inaugurazione della Casa di comunità riaprire un punto di primo intervento H24. Bene rafforzare la medicina territoriale che deve essere pubblica e accessibile ma sul PPI e sulle finalità del Santa Misericordia saremo vigili”.
Il consigliere regionale Jan Casella (AVS) esprime forti perplessità sull’utilità reale della Casa di comunità, inaugurata oggi ad Albenga: “Sono stati spesi dei soldi del Pnrr per attrezzare alcuni locali al piano terra dell’ospedale Santa Maria di Misericordia. In queste sale, andranno servizi già presenti sul territorio albenganese. In precedenza, alcuni di questi servizi erano dislocati sul territorio cittadino e più facili da raggiungere per i pazienti. Non condividiamo l’esultanza sull’inaugurazione di oggi, che nulla aggiunge al servizio pubblico, ma anzi lo rende più distante dall’utenza. Il principio delle case di comunità è condivisibile, ma solo quando sono realizzate nei centri cittadini: all’interno di un ospedale, non hanno senso”.
“L’ospedale di Albenga ha bisogno di un pronto soccorso, operativo 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno. Abbiamo proposto soluzioni graduali: si può cominciare estendendo a 24 ore al giorno l’orario di apertura del Punto di primo intervento”, ricorda il consigliere regionale di AVS, da sempre attivo per la riapertura del Pronto Soccorso e per la difesa della sanità pubblica.
“Purtroppo per i cittadini ingauni, nulla di tutto questo si intravede nelle strategie sanitarie per il Santa Maria di Misericordia. Anzi, sentiamo parlare con troppa insistenza di un ospedale di comunità, un ulteriore declassamento per il nosocomio albenganese. Col rischio incombente che l’ampliamento della Casa di comunità porti via spazi necessari per il Punto di primo intervento. Noi vigileremo per scongiurare questa eventualità. Nel frattempo, dobbiamo prendere atto che la giunta regionale sta solo spostando servizi da una parte all’altra, allontanando la medicina territoriale da chi ne ha davvero bisogno” conclude Jan Casella.