Aggiornamento 10 dicembre: il bilancio definitivo del disastro è di 5 morti e 26 feriti.
Italia. Due morti, tre dispersi e nove feriti. Questo il primo bilancio del drammatico incidente industriale avvenuto questa mattina presso il deposito Eni di Calenzano, vicino a Firenze, dove si è verificata una forte esplosione presso gli impianti di carico a cui ha fatto seguito un incendio.
Come riportano le agenzie di stampa nazionali, nel giro di pochi minuti sono arrivati i vigili del fuoco della zona che hanno domato le fiamme prima che aggredissero altre strutture dell’impianto. In tutto nove squadre, con rinforzi da tutte le province toscane. Attivato il piano di emergenza esterno, mentre il vicino casello della A1 è rimasto chiuso per tutto l’intervento in termini precauzionali.
Secondo le testimonianze l’esplosione è stata fortissima: è stata udita in praticamente tutte le città della zona, mentre le finestre degli edifici limitrofi all’impianto sono andati in frantumi. Dopo una densa colonna di fumo si è alzata nel cielo, visibile a chilometri di dista. Nei minuti successivi grandissima preoccupazione per la popolazione del centro abitato, distante solamente 400 metri dal luogo dell’incidente.
E mentre l’emergenza è ancora in corso, e il bilancio purtroppo non ancora chiuso, l’episodio porta in Liguria una nuova polemica politica sugli impianti a rischio di incidente rilevante della nostra regione, rigassificatore su tutti. “Non conosciamo ancora le dinamiche precise di questo incidente, ma una cosa è chiara: quando infrastrutture pericolose come depositi di gas, rigassificatori o altre installazioni energetiche vengono realizzate a ridosso dei centri abitati, si espongono le persone a rischi inaccettabili – ha commentato il consigliere regionale Gianni Pastorino – L’esplosione di Calenzano è avvenuta vicino a un centro commerciale, dimostrando quanto possa essere devastante portare strutture di questo tipo a ridosso delle case, delle attività produttive e dei luoghi di vita quotidiana”
“Chi difende il rigassificatore di Vado Ligure dirà che è distante dalla costa, ma non racconta la verità sull’enorme impatto che avrà sull’entroterra, sulle attività produttive e sull’ambiente – aggiunge – La Liguria e Genova hanno già pagato un prezzo altissimo in termini di disastri industriali: dal disastro di Fegino con lo sversamento di petrolio del 2016, alle molteplici situazioni critiche che continuano a mettere in pericolo persone e territori.Se le giunte di centrodestra decidessero di fare un passo indietro sulla questione del rigassificatore, sarebbe merito delle migliaia di cittadine e cittadini che, non solo nel savonese, si sono opposti con forza e determinazione a un progetto pericoloso e fallimentare. Dobbiamo smettere di pensare che queste infrastrutture possano convivere con i territori abitati. I fatti di Firenze sono un monito: la tutela della sicurezza delle cittadine e dei cittadini e dell’ambiente deve venire prima di tutto. La Liguria non può permettersi ulteriori rischi e devastazioni“.
“apprendiamo dell’esplosione nella raffineria eni di calenzano con un bilancio drammatico di morti, feriti e dispersi. il sindaco ha diramato l’obbligo di chiudere le finestre e condizionatori e di non uscire da casa. Ricordiamo che la direttiva seveso 3, che va applicata in questo disastro rilevante, prevede di non consumare prodotti agricoli e frutta fresca della zona, oltre a molte altre precauzioni. Ancora non abbiamo dati ufficiali Arpal sulla situazione reale delle emissioni e sulla diossina liberata dall’esplosione. siamo con la popolazione tutta e va tutto il nostro rammarico e vicinanza alle famiglie delle vittime e dei feriti. tutto questo ci ricorda il dramma di napoli est del 1985, che ancora oggi ha ripercussioni sulla salute pubblica e per il quale non sono state fatte bonifiche. Ricordiamo che questi eventi portano conseguenze sulla salute pubblica e sul suolo per anni e anni, e vediamo inadeguate le norme di sicurezza di impianti come questo. ricordiamo che, per ironia, a ravenna giorni fa hanno fatto una esercitazione di ‘attacco di ambientalisti’ a una centrale Enel… ma a Calenzano hanno fatto esercitazioni di incidente e sicurezza per la popolazione? chiediamo che vengano sanate da subito le zone colpite dall’esplosione e vengano attuati controlli del territorio e della salute pubblica. siamo ancora una volta a chiedere di fare una seria transizione energetica con una seria decarbonizzazione e demetanizzazione. Basta energia fossile”. Lo fa sapere, in una nota, il gruppo Rete No RIgassificatore – No Gnl.
“Il primo nostro pensiero – scrivono in un comunicato congiunto il gruppo ReteNoRigasNoGnl e Campagna per il clima fuori dal fossile – non può che essere di profondo cordoglio per le persone che hanno perso la vita e di grande affetto e vicinanza a chi ha subito danni, fisici, materiali e psicologici. La stessa vicinanza esprimiamo a tutte le lavoratrici e lavoratori dell’impianto e del settore, che si trovano esposti a drammatici eventi come questo. Non dimentichiamo che le conseguenze per il territorio circostante e la salute delle persone che ci vivono, con la dispersione nell’aria di diossine, idrocarburi e loro derivati, rimarranno per un lungo periodo e non sono al momento quantificabili, ma indubbiamente rivestono un concreto pericolo, tanto che il Sindaco ha diramato l’ordine alla popolazione di non uscire di casa e non aprire le finestre. Per altro, la legge (Direttiva Seveso 3), che va applicata in tutti i casi come questo impone norme tassative, fra le quali persino il divieto di consumare prodotti agricoli della zona, e tanto altro ancora. Eventi come questo mettono in luce l’altissimo livello di pericolosità di tutte le strutture deputate al trasporto, lo stoccaggio e la lavorazione degli idrocarburi”.
“Ovviamente chiediamo che si inizi subito l’opera di bonifica delle zone colpite, ma anche di tutte le aree che presentano elementi di rischio d’incidente, di pericolo per la salute e di distruzione dell’ambiente; pretendiamo che si investa molto e molto di più sulla sicurezza e ci si decida a varare un vero piano per la prevenzione degli incidenti nei posti di lavoro, che ogni anno sono causa di una vera e propria strage continuata; e soprattutto ribadiamo la convinzione che vada imboccata subito la strada di una vera transizione ecologica, a partire dall’abbattimento (e non la mistificazione delle “compensazioni”) delle emissioni inquinanti e climalteranti, che significa innanzi tutto stabilire una moratoria su tutti i progetti di espansione delle opere al servizio delle fonti fossili, e viceversa accelerare (senza mettere continui bastoni fra le ruote, come oggi avviene) i processi di riconversione verso un sistema basato sulle fonti rinnovabili e soprattutto sul risparmio energetico, l’efficientamento, la produzione diffusa e decentrata. D’altronde, il consumo dei fossili, del gas in particolare, da anni sta diminuendo, ed è assurdo insistere dell’implementazione di strutture che vanno a vantaggio solamente del profitto dei colossi dell’estrattivismo. La vita delle persone, la salute delle popolazioni, la tutela dell’ambiente, il futuro delle giovani generazioni, sono molto più importanti dei lauti profitti dei padroni del fossile”, concludono.