Borgio Verezzi. La storia di Caterina, 79 anni, invalida al cento per cento, sfrattata dalla Curia è finita alla nota trasmissione “Le Iene”, che nella puntata di ieri hanno mandato in onda il servizio. L’anziana vive nell’alloggio a Borgio Verezzi da 33 anni, con un affitto agevolato, ma con numerosi lavori di manutenzione effettuati nel corso del tempo, adeguando di volta in volta l’abitazione.
Per l’Istituto per il Sostentamento del Clero, proprietario dell’immobile si tratta di un adeguamento ai valori di mercato, ricordando come la gestione dell’immobile ha finalità di mantenimento degli stessi sacerdoti. Inoltre, la Curia ha contestato gli stessi interventi fatti dalla donna nell’abitazione.
La Curia ha quindi proceduto con lo sfratto e la procedura giudiziale in quanto economicamente insostenibile per la signora, visto che l’affitto le è stato più che raddoppiato: “Per lei è stata davvero una mazzata, passare da 200 euro mensili e ben 500, un aumento che certamente non può sostenere” ha detto il genero della signora, impegnato nella battaglia per non far andar via la suocera. Proprio lei, Caterina, con diverse patologie, è uscita oggi dall’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, dove è stata ricoverata per un paio di settimane.
Il malore è avvenuto proprio al termine delle registrazioni del servizio de “Le Iene”, con l’80enne che ha accusato lo stress emotivo per la situazione. Anche perché, grazie anche un tentativo di mediazione con don Giancarlo, l’economo diocesano, portato avanti dall’inviato Agresti e in seguito dal sindaco di Borgio Verezzi Renato Dacquino, si era arrivati ad un compromesso, un pseudo accordo per un canone mensile a 300 euro, ma con una clausola che non è andata proprio giù alla stessa Caterina, ovvero “se mandate in onda il servizio salta tutto…“.
“Da lì la decisione di andare avanti” ha evidenziato ancora il genero. “E tra l’altro Caterina è stata male successivamente all’ultimo incontro con il parroco della Curia…”.
“E’ chiaro che da parte nostra i commenti e le reazioni per tutta la vicenda non possono che essere negativi e di preoccupazione, siamo molto amareggiati in quanto si è dimostrato che comunque una soluzione era possibile, anche per le condizioni complessive di mia suocera, che altrimenti non saprebbe dove andare a vivere” conclude.
(QUI il servizio completo)