Borgio Verezzi. “Una vicenda davvero surreale e che non tiene conto di diversi aspetti, siamo noi ad essere stati minacciati dalla signora pronta ad andare in televisione a tutti i costi pur di mantenere l’alloggio al prezzo che voleva lei…”.
Così don Giancarlo Cuneo, parroco di Pietra Ligure, ma in questo nel ruolo di presidente dell’Istituto per il Sostentamento del Clero, proprietario dell’immobile oggetto della disputa, precisa in merito al caso sollevato dalla trasmissione “Le Iene” sull’anziana 80enne, Caterina, che ha ricevuto lo sfratto in seguito al mancato pagamento del canone di locazione, che è stato aggiornato per ragioni economico-gestionali, passando da 230 a 400 euro mensili (e non 500 euro).
“Tra l’altro si tratta di un adeguamento che non è neppure ai valori di mercato se pensiamo che si tratta di una abitazione di ben 70 metri quadri con giardino e ingresso indipendente. Voglio sottolineare che con il pacchetto di costi per la casa, l’Istituto, anche con la cifra di 400 euro mensili, sarebbe comunque in perdita, ad esempio”.
“Inoltre, – aggiunge ancora don Giancarlo – la Curia non c’entra nulla, in quanto si tratta di un Istituto alle dipendenze dirette della sede centrale romana, oltre al fatto che la stessa proprietà immobiliare dovrebbe essere propedeutica anche al mantenimento dei sacerdoti. Abbiamo diverse situazioni del genere, ma gli inquilini non hanno certo sollevato un polverone come la signora“.
In merito ai contatti con i familiari della donna, che vive nell’alloggio a Borgio Verezzi da 33 anni: “Altra cosa da evidenziare è che il sottoscritto ha più volte provato a parlare con la figlia, senza mai aver risposta o riscontro per cercare di trovare una soluzione. Ci risulta che la signora, fermo restando le sue condizioni di salute o possibili patologie, percepisca oltre 1.200 euro di pensione, con le possibilità, quindi, di sostenere un affitto rinnovato dopo tanti tanti anni”.
“L’impressione è stata quella di voler creare un can-can mediatico, studiato a tavolino, anche per alcune registrazioni effettuate e messe in onda in situazioni che in realtà erano state concordate a telecamere e microfoni spenti, invece…Forme e modi alquanto discutibili e fuori luogo, a mio modesto avviso, che hanno alimentato un contrasto che poteva trovare un percorso diverso, nell’interesse di tutti”, aggiunge, con riferimento all’accordo che era stato trovato per arrivare a 300 euro mensili: “Essendo un accordo tra le rispettive parti, abbiamo chiesto di non mandare in onda il servizio, come nostra legittima richiesta per venire incontro alle esigenze della donna, ma alla fine ha prevalso la volontà di creare un caso e avere così visibilità su tv e giornali“.
“Lei dice che vuole andare avanti? Beh anche noi come Istituto e continueremo il procedimento giudiziale in atto. La signora Caterina dovrà trovarsi un altro alloggio” conclude don Giancarlo.