No privacy

Ospedale Savona, la denuncia di due figlie: “Nostra madre disabile ricoverata in un reparto senza servizi igienici dedicati”. Asl2 “Ci stiamo adoperando”

La settantenne è disabile al 100%, amputata e dializzata. E' ricoverata nel reparto che l'ha presa in carico da anni. Asl2: "Assicuriamo che l’umanizzazione delle cure e l’attenzione al rispetto della dignità dei pazienti sono valori fondamentali per il nostro ospedale"

ospedale generica

Savona. “Presso l’Ospedale San Paolo di Savona, le degenze recentemente ristrutturate sono dotate di bagno e doccia per disabili, e gli stessi sono già presenti in diverse altre degenze; per le rimanenti, tra le quali anche la Nefrologia ove si è già individuato il locale idoneo, si sta provvedendo all’adeguamento“. Con queste parole l’Asl2 savonese fa chiarezza sulla questione che riguarda la problematica dei servizi igienici dedicate alle persone portatori di handicap e alla conseguente eliminazione della barriere architettoniche. Come sottolineato dalla stessa azienda alcuni reparti, quelli ristrutturati recentemente, possiedono questa tipologia di servizi, quelli più vecchi invece ancora non ne sono dotati.

La segnalazione è partita da due sorelle Sabrina e Manuela la cui mamma settantenne è ricoverata, ormai da 17 giorni, presso il reparto di Nefrologia, Dialisi e Trapianto dell’Ospedale San Paolo di Savona che ha come Direttore la dottoressa Monica Repetto.

“Nostra madre è una signora disabile al 100% poiché è dializzata ed amputata, ed è ricoverata da oltre due settimane presso il reparto della dottoressa Repetto che la ha in cura da diverso tempo. La domanda che ci siamo poste e che vorremmo, di conseguenza, porre al sistema sanitario è la seguente: nostra mamma (come tutte le altre persone disabili) non ha diritto a servizi igienici per disabili?”, si legge nella segnalazione giunta alla nostra redazione.

Le figlie mettono sul piatto della bilancia anche il tema legato al diritto della privacy dei pazienti, altro argomento critico e scottante per la sanità nazionale: “In oltre 15 giorni di ricovero non ha potuto fare i suoi bisogni con l’adeguata privacy, ma cosa ancor più grave, è che ha dovuto farli davanti agli altri pazienti in camera con lei – chiosano le sorelle – ma non solo, davanti a uomini e donne visto che la stanza è mista e quindi ospita pazienti di entrami i sessi. Tale situazione (oltre ad essere sgradevole per il paziente perché è motivo di disagio dover fare i propri bisogni davanti a tutti) è motivo di disagio per chi è ricoverato. La camera si trasforma in un gabinetto pubblico con pazienti e parenti, con odori che sarebbero sgradevoli a chiunque”.

Le due sorelle tengono a precisare che non vogliono puntare il dito contro il reparto e contro la dottoressa Repetto, che da anni assiste la loro mamma. La loro critica vuole smuovere coscienze e cercare una sensibilizzazione maggiore da parte di chi “governa” la macchina della sanità.

La signora nonostante le grosse difficoltà di deambulazione vive in casa da sola e, come riferito dalle figlie, è autosufficiente ma ciò nonostante (per chiare norme di sicurezza) in reparto non le è stato consentito di raggiungere i servizi autonomamente.

“In 15 giorni di ricovero nostra mamma non ha potuto fare una doccia nonostante le nostre insistenti richieste – affermano – il personale ci ha riferito che il bagno a norma per disabili non è presente su nessun piano e in nessun reparto quindi abbiamo dovuto lavarla a pezzi“.

Ma se da una parte la questione dell’assenza dei servizi igienici per persone disabili è confermata dall’Asl2, ed è una problematica seria che dovrebbe essere affrontata con più urgenza, dall’altra bisogna sottolineare che questa paziente è stata presa in carico dalla dottoressa Repetto (anche se per questa problematica di salute necessitava la degenza in un altro reparto) perché, vista la complessità del caso, potesse essere ricoverata in un luogo a lei conosciuto.

“E’ comprensibile la preoccupazione da parte delle figlie riguardo le condizioni di ricovero della mamma, ma Asl2 intende rassicurare circa l’attuale gestione della degenza. Sicuramente la Struttura di Nefrologia opera con attenzione e ascolto attivo delle preoccupazioni dei pazienti e dei loro familiari al fine di migliorare non solo la loro esperienza, ma anche la percezione generale della cura ricevuta”, fanno sapere dall’azienda.

“Riguardo alla possibilità per i pazienti di utilizzare i servizi igienici in modo dignitoso, comprendiamo pienamente la criticità del problema, e segnaliamo che ogni camera di degenza del reparto è provvista di bagno, ad uso esclusivo dei degenti della stanza, dove, comunque, può essere accompagnato il paziente che necessita di espletare i propri bisogni fisiologici, sia in autonomia che con il supporto degli operatori formati – afferma Asl2 – per quanto riguarda l’igiene personale, sia infermieri che OSS sono formati nella tecnica del bagno a letto del paziente, che viene effettuato di routine nell’ambito del ricovero lungo, al bisogno per casi di ricoveri brevi e comunque da personale formato nella gestione del paziente”.

“Assicuriamo che l’umanizzazione delle cure e l’attenzione al rispetto della dignità dei pazienti sono valori fondamentali per il nostro ospedale. Siamo impegnati quotidianamente a garantire che ogni persona riceva un trattamento rispettoso compatibilmente con le esigenze di cure, logistiche e organizzative”, aggiungono da Asl2.

L’azienda sanitaria vuole anche chiarire la questione legata al ricovero della signora in stanza mista: ” La situazione di un paziente in una stanza mista, che necessita di un isolamento per la presenza di un batterio multi resistente, è una circostanza delicata e complessa che richiede una comprensione profonda delle esigenze di salute del paziente e delle disposizioni organizzative della struttura il rispetto delle Procedure organizzative aziendali. È fondamentale ricordare che l’isolamento non è solo una misura di sicurezza, ma anche un modo per proteggere la salute e il benessere di tutti i pazienti presenti nella struttura.

“In tale contesto la prevenzione della diffusione è essenziale e ogni decisione viene presa con la massima attenzione. La scelta di una stanza mista potrebbe generare inoltre ansia e disagio, sia per il paziente isolato che per gli altri che condividono lo stesso spazio, ma viene gestita con professionalità dal personale sanitario della struttura”, fanno sapere da Asl2.

 

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