Savonese. Ha vissuto un vero e proprio incubo, durato oltre un anno, che per lui finalmente avrà fine oggi. Ma è per evitare che quanto subito dal figlio possa accadere a qualcun altro che una mamma del savonese ha contattato la redazione di IVG: “Non ce la fa più, ha deciso di scappare, di cambiare scuola. Ma il branco non può vincere perché semplicemente ora cercherà una nuova vittima”.
Mentre in tutta Italia si susseguono le iniziative di sensibilizzazione contro il bullismo scolastico, sulla scia del film da poco uscito al cinema “Il ragazzo dai pantaloni rosa” sulla storia di Andrea Spezzacatena, nella nostra provincia c’è qualcuno che sembra vivere una situazione simile. Quella che vi raccontiamo è infatti una storia di bullismo e discriminazione, condita da insulti e minacce, che si sarebbe consumata nell’ultimo anno e mezzo ai danni di un 14enne, che frequenta un istituto superiore del ponente savonese. Per la sua tutela, lo chiameremo Matteo (nome di fantasia) e ometteremo anche alcuni degli episodi più specifici, che potrebbero renderlo riconoscibile.
Nonostante abbia un alto quoziente intellettivo (certificato da un istituto), ha però problemi di apprendimento e concentrazione ed è dunque beneficiario della legge 104. Per comprendere la sua situazione, basti pensare che difficilmente potrà ricordarsi a memoria anche solo le prime due righe di una poesia ma, allo stesso tempo, può essere in grado di riparare un quadro elettrico.
La madre lo descrive come “buono” e “sempre disponibile con tutti”: “non lesina mai un aiuto alla bidella” ad esempio, “ha un grande amore per gli animali”, “non dice parolacce”, “non reagisce alle provocazioni, ma le subisce suo malgrado”. L’identikit della vittima preferita dai bulli, che infatti – accusa la donna – non gli avrebbero risparmiato nulla.
“Il frocio”, questo è il “soprannome” che gli sarebbe stato affibbiato: così verrebbe “accolto” a scuola la mattina e così verrebbe identificato quando si parla di lui nella chat WhatsApp della classe che, stando a quanto riferito da mamma Luana (nome di fantasia) “lo esclude sistematicamente da tutto, dalle pizzate alle feste”. Quando si reca in bagno, racconta la donna, qualcosa sparisce sempre dal suo banco e, in un’occasione, il suo corredo scolastico sarebbe stato rinvenuto addirittura sul tetto dell’istituto.
Ma il “branco”, il gruppetto di coetanei che lo ha preso di mira, non si sarebbe limitato a questo. Mamma Luana, con grandi sacrifici, è riuscita a regalargli una moto: abitano lontano dall’istituto, lei lavora e lui, a caccia di più autonomia possibile nonostante le difficoltà, la usa per recarsi a scuola da solo. In questi mesi, secondo la madre del 14enne, il mezzo a due ruote sarebbe stato oggetto dei più svariati atti di vandalismo: manopole divelte, frecce strappate, gli è stata tolta la candela e, episodio più grave, avvenuto nell’ultimo periodo, in ben due occasioni i bulli avrebbero inserito nel serbatoio acqua e zucchero, costringendo la famiglia a rivolgersi ad un meccanico e a pagare centinaia di euro per le riparazioni e lasciando Matteo senza moto.
Bullismo che ha colpito di riflesso anche il suo migliore amico: “ha provato a difenderlo e ne ha pagato la conseguenze” racconta la donna, subendo anche lui danneggiamenti alla moto.
“La situazione è diventata insostenibile – ha spiegato mamma Luana, con comprensibile sconforto, a IVG – La scuola ha sempre minimizzato l’accaduto e, anzi, in più di un’occasione, di fronte alle lamentele e ai pianti di Matteo, la risposta dei professori è stata di ‘andare a prendere una boccata d’aria per calmarsi’, come se le cose denunciate fossero false o comunque non degne di particolare attenzione”.
Qualcuno potrebbe chiedersi come mai la famiglia abbia permesso che tutto ciò andasse avanti così a lungo. Semplice, perché il ragazzo si sarebbe tenuto tutto dentro per mesi, fino a sbottare con la mamma quando non ha davvero più retto la situazione. La famiglia ha quindi provato a raddrizzare le cose, ma invano.
“Matteo si è tenuto tutto dentro, ha combattuto da solo e ora sente di aver perso – ha continuato la mamma – Quindi, mi sono attivata per richiedere il trasferimento in un’altra scuola (richiesta formalizzata questa mattina, ndr). Fino a quando non sarà effettivo, resterà a casa. Di certo non metterà mai più piede in quella scuola”.
Si spera che questo possa rappresentare la fine dell’incubo per il 14enne, ma non segna sicuramente la fine della battaglia che la mamma vuole portare avanti: “Il ‘branco’ non può vincere, non voglio permetterlo. I ragazzi che si comportano così non si fermano, ora cercheranno semplicemente una nuova vittima e io non posso accettarlo. Per questo motivo, con il mio legale stiamo lavorando alla presentazione di un esposto-denuncia”.
Il dirigente scolastico, contattato nei giorni scorsi da IVG, pur essendo già al corrente della vicenda ha chiesto qualche giorno per approfondire meglio l’accaduto. E al termine delle verifiche ha concluso che era il momento di agire: “Sono estremamente mortificato – ammette – forse c’è stata un po’ di sottovalutazione su questa vicenda. Su alcuni episodi specifici riportati dalla madre al momento non abbiamo riscontri, ma su altre situazioni sì. Appena sono venuto a conoscenza dei dettagli, io stesso ho già presentato denuncia ai carabinieri“.
Ora, garantisce, “metterò in atto tutta una serie di azioni per far luce su ogni aspetto della vicenda: se sarà confermata, sotto tutti gli aspetti, la gravità dell’accaduto, presenterò personalmente un esposto in Procura. Non è assolutamente accettabile che si verifichino situazioni di questo genere e non possono passare sotto silenzio“.