Savona. E’ stato inaugurato questa mattina alle ore 11 il nuovo albergo sociale “Hayet”, in via Chiavella a Savona, alla presenza del sindaco Marco Russo, dell’assessore ai servizi sociali Riccardo Viaggi e ai soggetti che si occupano di marginalità sociali, che hanno collaborato alla realizzazione.
L’albergo sociale (180 m² circa) dispone di dieci posti letto, suddivisi in quattro camere doppie e due singole, angoli cottura autonomi, bagni e lavanderia e vi potranno essere accolti fino a tre nuclei familiari e/o persone singole in condizione di tensione ed emergenza abitativa.
L’accesso viene valutato da una commissione composta dagli assistenti sociali afferenti alle aree disagio adulti, anziani e disabili, famiglia e minori del Comune e da operatori della fondazione. Le situazioni potranno essere presentate alla commissione stessa dagli operatori che conoscono e hanno in carico le persone. Per ogni nucleo familiare e/o persona sarà concordato un progetto individualizzato e un “piano degli obiettivi”. Il percorso è rivolto all’autonomia e prevede la piena adesione e partecipazione degli ospiti, che saranno accompagnati nel percorso di autonomia da operatori dedicati. Gli ospiti dovranno prendere visione delle norme di funzionamento dell’albergo e sottoscrivere un “accordo di convivenza”.
La spesa complessiva per la realizzazione della struttura, di proprietà del Comune, ammonta a 150 mila euro, con un iter durato tre anni. Come spiega l’assessore Riccardo Viaggi, “si tratta di un luogo dedicato a tutti coloro i quali vivano una situazione di emergenza abitativa temporanea, dove poter ritrovare una propria quotidianità e iniziare a ricostruire la propria autonomia, sperimentando al contempo la convivenza con altre realtà familiari. L’albergo è sito in una posizione strategica, a due passi dal centro e dai suoi servizi principali, come la stazione ed i supermercati, ma al contempo è immerso nella tranquillità di una zona decentrata rispetto al caos cittadino, dove gli ospiti possono coltivare un certo livello di intimità e riservatezza”.
Il sindaco di Savona Marco Russo commenta: “La fascia che oggi indosso non rappresenta soltanto il Comune, ma l’intera cittadinanza e simboleggia che questa è una struttura di proprietà della comunità tutta. Sottolineo cinque punti fondamentali che hanno caratterizzato l’iniziativa. Primo, la modulazione di varie risposte per le diverse esigenze, anche grazie ai fondi del PNRR. Secondo, la stretta collaborazione con tutti i soggetti coinvolti nel patto di sussidiarietà, dove il lavoro in sinergia è stato accuratamente segmentato nei diversi compiti individuali. Terzo, l’importanza della bellezza, come sinonimo di dignità, che aiuta a vivere meglio. Penultimo, non per importanza, l’intitolazione, per fare la dovuta memoria di persone che hanno arricchito la comunità e la sua crescita nel tempo, piantando un seme prezioso. Ed infine, l’importanza di costruire una comunità coesa che presenta al suo interno diversità e disagi differenti ma che allo stesso tempo vi trova risposte e soluzioni condivise”.
“La problematica maggiore è proprio orientare e sostenere le persone nella ricerca di un alloggio, in questo periodo storico soprattutto gli stranieri – ha approfondito Alberto Nizza, assistente sociale della Fondazione Comunità Servizi – Abbiamo già un primo caso di un nucleo familiare composto da una mamma e due ragazzi di nove e tredici anni”. Marco Giana della Fondazione Diocesana Comunità Servizi ha definito l’appartamento come “un ‘attrezzo’ in più nella nostra ‘cassetta’, uno stimolo in più perché la ‘cassetta degli attrezzi’ è sempre vuota. Il tetto è un diritto assoluto per le persone e uno sprono, perché il problema dell’emergenza abitativa non è risolto e ci riguarda da vicino”. I familiari di Hayet Maatoug hanno ringraziato dell’intitolazione, anche in virtù del significato del nome della donna, ossia “vita”.
Presenti all’inaugurazione anche i familiari di Hayet Maatoug, cui la struttura è intitolata. Dipendente comunale e membro cardine dell’associazione “Amici del Mediterraneo”, era venuta a mancare nel 2018, facendosi ricordare per il suo grande impegno a favore dell’integrazione sociale e del contrasto al disagio di stranieri e non. La sorella Amel commenta con poche parole commosse: “Hayet significa ‘vita’. Non poteva esserci scelta migliore per il nome“.