Bergeggi. Nuovi dubbi sull’eventualità di posizionare la nave rigassificatrice nel nostro mare. Questa volta arrivano da Davide Virzì, direttore dell’Area Marina Protetta di Bergeggi, e riguardano l’aspetto prettamente ambientale della vicenda. Virzì è molto attento a pesare le parole nell’illustrare aspetti scientifici in larga parte mai esplorati. Una cautela che non fa altro che aumentare l’autorevolezza di questa testimonianza.
Dice Virzì: “La rimozione della biomassa è l’aspetto più preoccupante. Si dice infatti che il rigassificatore assorba 18 milioni di litri d’acqua all’ora, che contengono uova di molluschi e piccoli pesci, plancton e così via, che dopo il processo vengono scaricati in mare senza vita dopo il trattamento con il cloro. Parliamo, in un anno, di milioni di miliardi di litri. La nave è a soli cinque chilometri dall’area protetta, una situazione così delicata dal punto di vista ambientale e così diversa, ad esempio, da quella di Livorno”.
Virzì affronta poi il problema del Santuario dei cetacei e dell’impatto dei rumori: “Tutti aspetti su cui mancano dati precisi e che sono invece da approfondire con cautela. Non è una cosa di poco conto preservare un ambiente così pregiato. D’altronde anche l’Ispra ha chiesto informazioni precise e dunque è giusto pretenderle”.
Insomma, sembra non esserci alcuna certezza che non ci sia impatto sull’habitat marino e, in sostanza, perché collocare il rigassificatore proprio in un punto con tante controindicazioni?
Intanto si è un po’ perso di vista, causa elezioni, l’iter amministrativo, compresa la definizione della nuova struttura commissariale. Quasi tutti ormai, compreso il nuovo presidente Bucci, si sono detti contrari al rigassificatore, ma nel frattempo la Snam prosegue nel suo percorso. Non bisogna quindi abbassare la guardia, ma prestare anzi la massima attenzione.