Editoriale

Questa volta non ci stiamo

No, Bucci, Savona non può non avere un assessore in Regione

La nostra provincia sta per essere di nuovo sacrificata sull'altare degli equilibri di potere. Invitiamo i leader Rosso, Rixi e Bagnasco a ripensarci, e a pescare chi vogliono, ma a pescare da qui

Generico novembre 2024

Niente trucchi, zero scuse: Savona deve avere un assessore in Regione. Lo diciamo, e lo diciamo forte, a chi ha in queste ore il compito di decidere chi saranno i componenti della nuova giunta. E quindi ai partiti, ai leader locali – Matteo Rosso, Edoardo Rixi, Carlo Bagnasco – ma, soprattutto, a Marco Bucci.

Lo diciamo perché, a dispetto dei calcoli a ridosso del voto (qui il nostro), le voci delle ultime ore vorrebbero Savona di nuovo fuori dalla giunta. E sarebbe la seconda volta consecutiva. Un vero e proprio sgarro alla provincia che, insieme a Imperia, è stata decisiva per la vittoria del centrodestra.

Una scelta rara, per IVG, quella di schierarsi, a maggior ragione su un tema che pare prettamente politico. Ma qui non c’entra la politica, qui c’è un territorio da difendere. Nella sua rappresentatività, nella sua possibilità di incidere sulle scelte strategiche. Lo abbiamo vissuto con il rigassificatore, il peso di non avere nessuno a puntare i piedi nelle stanze dei bottoni quando serve. Lo abbiamo vissuto con il continuo indebolimento della nostra sanità, con la chiusura dei pronti soccorso e del punto nascite di Pietra Ligure (altro tema su cui IVG all’epoca decise di schierarsi).

La colpa, secondo i soliti bene informati, sarebbe soprattutto dei partiti: nessuno dei tre avrebbe proposto un assessore savonese. O meglio, ci avrebbe provato soltanto Forza Italia, indicando come primo nome Marco Scajola e come secondo Angelo Vaccarezza: ma essere arrivati quarti nella coalizione (sebbene per pochi voti) condanna il partito fondato da Berlusconi ad accontentarsi di un posto soltanto. Che, come da pronostici, andrà a Scajola, imperiese, assessore uscente e il più votato dell’intera coalizione. Vaccarezza dovrà accontentarsi del posto di consigliere segretario nell’ufficio di presidenza, che gli garantirebbe almeno un minimo di staff e di budget.

Né Lega né Fratelli d’Italia, invece, avrebbero proposto un assessore savonese. Il Carroccio, pur avendo tra gli eletti Sara Foscolo (ex parlamentare, quindi con esperienza politica di un certo livello), avrebbe puntato sui due Piana per i suoi due posti: Alessandro (vice presidente uscente) per “ricompensarlo” di aver retto la Regione per mesi dopo l’uscita di scena di Toti, e Alessio (assessore uscente) per aver accettato di subentrare a fine 2023 al dimissionario Andrea Benveduti.

Quanto al partito di Giorgia Meloni, confermerebbe Simona Ferro – come da previsioni – ma avrebbe indicato per il secondo posto l’imperiese Luca Lombardi invece dell’alassino Rocco Invernizzi. Un torto evidente alla nostra provincia, dato che Imperia avrebbe addirittura tre assessori (Lombardi, Alessandro Piana e Scajola) e Savona nessuno. A pesare, in questo caso, sarebbero i giusti “santi in paradiso”, che Lombardi ha (è uomo di Berrino, e la sua nomina farebbe entrare in consiglio la consigliera uscente Veronica Russo) e Invernizzi no.

Rimangono la casella civica e quella tecnica. Per la prima ci sarebbe tra gli eletti l’ex sindaco di Varazze Alessandro Bozzano, proveniente proprio da quel “partito dei sindaci” che Bucci tanto ama. Ma il suo nome non è mai stato considerato. Si è pensato invece di affidare la Cultura a Ilaria Caprioglio, anche lei con un passato da primo cittadino (a Savona). Ma ci sono troppe forze da accontentare e troppi pochi posti, per “sprecarli” con la Cultura. E così le varie ipotesi paiono ormai tramontate per permettere il ripescaggio di Giacomo Giampedrone. Mossa che, in un colpo solo, darebbe un posto alla lista civica, accontenterebbe i totiani e rappresenterebbe La Spezia in giunta.

Il settimo assessorato dovrebbe vedere un tecnico alla Sanità: e qui, tra i nomi che circolano – e non sono pochi – non c’è traccia di savonesi. Nonostante l’esistenza, nelle file del centrodestra, di quel Brunello Brunetto che fece man bassa di voti 5 anni fa, e che da ex primario avrebbe l’esperienza – tecnica prima ancora che politica – richiesta dal ruolo.

Le opzioni sul tavolo, insomma, ci sarebbero eccome. Foscolo, Vaccarezza, Bozzano, Invernizzi, Caprioglio, Brunetto. E invece il centrodestra ligure pare intenzionato a “dimenticarci” ancora una volta, sacrificando Savona sull’altare degli equilibri di potere. No, questa volta no. Sarebbe uno scandalo istituzionale (e ci perdoni l’ex senatore Franco Orsi se rubiamo le sue parole) vedere la provincia ligure più grande dopo quella di Genova per territorio, popolazione e Pil subire, per la seconda volta consecutiva, l’umiliazione di non avere un proprio residente nell’organo di Governo della Regione.

Non analizzeremo, in questa sede, la carenza di quote rosa in una giunta simile, oppure il fatto che somiglierebbe tantissimo all’ultima giunta di Giovanni Toti. Queste sono valutazioni politiche in cui non ci interessa entrare. Ma che Savona non possa essere nuovamente esclusa, sì, questo lo diciamo. Invitiamo Bucci, Rixi, Rosso e Bagnasco a ripensarci, e a pescare chi vogliono, ma a pescare da qui. Savona non si merita di essere di nuovo ignorata.

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