Disfatta

Regionali, nel savonese il M5S sotto al 4%. Meles: “Alla brutta copia sbiadita del PD gli elettori preferiscono l’originale”

Non si placa la polemica del capogruppo savonese: "Con la caccia alle streghe e scaricando la colpa sugli elettori il Movimento sarà risucchiato dal PD"

Manuel Meles

Savona. Risultato deludente per il Movimento Cinque Stelle anche (e soprattutto) nel savonese dove rimane sotto al 4% e a Savona città supera di poco il 5%. Non si è fatto attendere il commento – piccato – del capogruppo savonese Manuel Meles, in polemica con il M5S savonese dalle settimane prima del voto per le modalità di scelta dei nomi dei candidati consiglieri, oltre che per la decisione di aderire al “campo largo”.

Per Meles la disfatta era prevedibile e anche evitabile rinunciando all’accordo con il Partito Democratico: “Sorvolando sul candidato, occorre però mettere un focus sul disastro di ciò che resta del M5S: se si scende sotto al 5% – come prevedibile, come (anche qui) ho detto, come facilmente intuibile se non ci si acceca con la fosca luce del proprio ego – il Campo Santo è la miglior assicurazione del centrodestra e, in particolare, della Meloni. Questa alleanza non ha praticamente mai funzionato, non funziona e mai funzionerà, sicuramente non a queste condizioni. Continuare con un verticismo spinto, con l’allontanare persone, con la caccia alle streghe, scaricando addirittura la colpa agli elettori o a Morra, significa semplicemente farsi risucchiare dal PD da una parte e sfollare ogni restante consenso dall’altra”.

E attacca la classe dirigente ligure del Movimento: “La catena di dirigenti inadeguati che ha avallato certe decisioni dovrebbe prendersi quelle responsabilità mai assunte: allontanare, fare la guerra, sostenere un candidato Presidente inadeguato, decidere di auto-candidarsi escludendo persone per simpatia o vendette personali, collocarsi nel ‘campo progressista’ per ‘battere le destre’, insistere su temi poco concreti, parlare solo di Bucci-Toti-Spinelli, avere come proposta di punta gli stessi temi nazionali ‘regionalizzati’: tutte queste cose (e molte altre) sono solo alcuni dei problemi di una forza politica che più si abbraccia al PD, più tenderà a scomparire. Il problema è di linea politica e di incapacità e inadeguatezza di parlare agli elettori tutti”.

Il calo drastico degli elettori che si sono recati alle urne per Meles è il risultato della “scadente offerta politica che non risponde alle esigenze delle persone” e prosegue: “Vogliamo continuare ad appiattirci sul PD e sull’estrema sinistra e poi piangere se gli italiani (i liguri in questo caso) preferiscono starsene a casa o preferiscono il centrodestra? Facciamola finita e ripartiamo cercando la nostra identità. Sempre che l’intento sia quello e non garantire, invece, posticini e poltrone: alla brutta copia sbiadita e stropicciata del PD, gli elettori preferiranno sempre l’originale, che quantomeno garantisce presenza, organizzazione e radicamento territoriale”.

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